Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Il gioco di squadra parte dei numeri: CSO Italy si propone come strumento di azione politica

In un contesto commerciale e geopolitico sempre più complesso, in cui consumi interni di ortofrutta risultano perlomeno stagnanti (nonostante qualche timido segnale di ripresa - cfr. articolo correlato), in cui interi mercati si sono già chiusi (Russia, parte del Nord Africa), mentre altri sono gravati da incognite ancora tutte da sciogliere (Brexit, nuovo corso della politica statunitense), il settore ortofrutticolo italiano ha una sola parola d'ordine: passare all'attacco.

Tanto più se si considera che altri suoi diretti competitor non sono rimasti alla finestra, in questi anni. Si parla sempre di Spagna e Grecia come concorrenti sui mercati nei quali anche l'Italia è tradizionalmente presente. Ma il dato più eclatante, a nostro avviso, è quello relativo alle importazioni ortofrutticole in Italia proprio da questi due paesi: la Spagna rappresenta una quota del 17% sul totale acquistato all'estero dall'Italia (ed era al 13% solo pochi anni fa), mentre la Grecia si è ritagliata una quota del 3% e sta crescendo.


Il tavolo dei relatori. Da sinistra a destra: Caselli, Bruni, Olivero, Macchi.

I dati sono stati presentati venerdì scorso, 13 gennaio 2017, in occasione di una conferenza stampa indetta dal CSO Italy (Centro Servizi ortofrutticoli) a Bologna, alla presenza del viceministro all'agricoltura Olivero e con la partecipazione - in collegamento via Skype - dell'onorevole Paolo De Castro.

Ripartire dei numeri per leggere la realtà e agire

E' possibile che il nostro Paese, tra i principali produttori di ortofrutta nel mondo, non disponga di un catasto delle superfici coltivate? Eppure è proprio così.


La sala della conferenza.

Questo è solo un esempio dei limiti che ostacolano una seria politica strategica per un settore - quello ortofrutticolo - che comunque rappresenta un traino per l'export nazionale (ben il 22% di tutte le nostre esportazioni agroalimentari!).

In assenza di uno strumento pubblico in grado di sopperire a questa - come ad altre - esigenze di tipo statistico, oggi la banca dati di CSO Italy - unica nel suo genere in Italia - costituisce un patrimonio prezioso, non solo per le imprese, ma per lo stesso decisore politico. Lo ribadisce il presidente CSO, Paolo Bruni, nella breve video-intervista rilasciata a FreshPlaza.

Clicca su Play per guardare l'intervista


"Non basta più solamente fare sistema, oggi – afferma Paolo Bruni - occorre voce nuova per l'ortofrutta, in Europa, che tuteli i produttori ma anche i consumatori. Bisogna spingere l'acceleratore sui trattati di commercio mondiale per ampliare i nostri mercati di sbocco. Prioritario privilegiare gli accordi in ambito UE e non per singolo Paese".



"La Cina sarà fondamentale nei prossimi anni anche per l'ortofrutta e, come CSO Italy, abbiamo in corso un importante progetto europeo per promuovere l'export ortofrutticolo in quel Paese. Sarà infine fondamentale recuperare il mercato interno, attraverso un'efficace comunicazione e promozione dei prodotti Made in Italy. Serve, oggi più che mai, una struttura tecnica in grado di fornire supporto operativo per tutti questi interventi e noi pensiamo che il CSO sia lo strumento ideale".

La bontà del dato: risultato di una precisa metodologia

Comprendere l'andamento di consumi, produzione, mercati, sulla base di rilevazioni effettuate secondo metodo e criterio, diventa un asset strategico per qualunque azione di ampio respiro. Il dato da solo, infatti, non basta. E' la qualità dello stesso ciò che conta.

Tale aspetto è stato chiaramente sottolineato dal direttore CSO, Elisa Macchi, in apertura del suo intervento: "Non è la diffusione dei dati a determinarne l'importanza, bensì è la loro veridicità. La raccolta e l'analisi dei dati effettuata da CSO si basa su parametri ben definiti: indagini oggettive; basate su un campione rappresentativo; con una precisa metodologia di lavorazione prima, e di valutazione controllo e verifica poi. Un lavoro che CSO porta avanti dal 1998, anno della sua costituzione a Ferrara".

Clicca sul tasto Play per una videointervista ad Elisa Macchi



Macchi ha portato l'esempio dei dati relativi ai consumi per spiegare la metodologia impiegata: la banca dati di partenza è quella di GfK Italia, basata su un campione di ben 8.000 famiglie consumatrici, con rilevazioni quotidiane, tramite scansione dell'acquisto realmente effettuato (le famiglie sono tenute a conservare gli scontrini della spesa). Inoltre, la raccolta di dati viene effettuata per tutti i canali distributivi. E' chiaro dunque che, in caso di discrepanza tra fonti diverse, il quadro più veridico circa ai consumi potrà emergere solo da una metodica di questo genere.



L'apertura di nuovi mercati
Paolo De Castro
Coordinatore S&D Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale Parlamento Europeo, in collegamento via Skype, ha dichiarato "I prossimi mesi vedono all'ordine del giorno dell'agenda europea importanti dossier. Sul versante interno, modifiche e miglioramento mirati alla semplificazione potranno ottenersi con il regolamento omnibus e la riforma Pac post-2020. Per quanto riguarda invece il versante esterno, dopo il congelamento del TTIP, è stata data un'importante accelerata agli altri accordi commerciali. Il Ceta, l'accordo commerciale con il Canada, sarà ratificato dal parlamento europeo a febbraio ed è in dirittura d'arrivo anche l'accordo con il Giappone. Infine nei prossimi mesi si avvieranno i negoziati con l'Australia e la Nuova Zelanda. Tutti questi accordi si riferiscono a mercati importanti per gli sbocchi commerciali italiani: sta ora al nostro settore ortofrutticolo essere in grado di fare sistema per saper cogliere al meglio tutte queste opportunità".


Un momento del videocollegamento con De Castro.

Come sottolineato nell'intervento di Davide Vernocchi (in foto a lato), Presidente Alleanza delle Cooperative Italiane Settore Ortofrutticolo, il ruolo del CSO è stato in questi anni funzionale alle imprese ortofrutticole e al loro lavoro. Senza dati da cui partire, infatti, non si può gestire una strategia professionale. CSO ha fatto da supporto anche all'azione della politica e del Ministero (proprio perché non c'è un analogo pubblico), soprattutto nell'ambito delle problematiche fitosanitarie connesse all'apertura di nuovi mercati (a tal proposito, Paolo Bruni ha voluto esplicitamente ringraziare la responsabile CSO Simona Rubbi, ricordando alcune recenti vicissitudini intercorse nelle esportazioni verso il Canada).

A sua volta, il presidente Fruitimprese Marco Salvi, esprimendo soddisfazione per l'andamento dell'export nazionale di frutta e verdura (gli ultimi dati aggiornati al mese settembre indicano un +5,8% in quantità e un +4,5% in valore), ha ricordato che comunque altri paesi fanno il doppio dell'Italia, segno che esistono ampi margini di miglioramento sui mercati internazionali. Anche nei protocolli fitosanitari, altri paesi sono stati più bravi di noi - ha sottolineato Salvi - vedasi il caso di Belgio e Polonia con pere e mele che hanno ottenuto l'accesso al mercato cinese.


Salvi

Ad avviso di Marco Salvi, quello che serve oggi è la competitività, in quanto il sistema ortofrutticolo italiano è ancora troppo caro, e una maggiore semplificazione ("che le cose le faccia fare chi le sa fare, come il CSO nel settore statistico e fitosanitario").

La parola alle Istituzioni
A chiusura dei lavori, l'intervento dell'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Simona Caselli, nonché presidente Areflh (l'associazione con sede a Bordeaux in Francia, che dal 2008 riunisce le principali realtà produttrici di frutta e ortaggi), la quale ha ricordato come sia importante condurre iniziative comuni in sede europea con altre regioni ortofrutticole. L'assessore ha ringraziato Elisa Macchi anche per la nota metodologica sui dati, di cui la stessa Caselli si è avvalsa in diverse occasioni, in specie per quanto riguarda proprio le problematiche fitosanitarie.


L'assessore all'agricoltura dell'Emilia-Romagna

Caselli ha fatto cenno a molti altri temi, tra cui la necessaria riforma dell'OCM ortofrutta, pur nella consapevolezza che alcune questioni, come ad esempio la gestione dei rischi, non si risolveranno da qui a fine anno. Inoltre ha sottolineato il ruolo dell'innovazione e della ricerca per la competitività del sistema nella sua interezza. Una notazione anche sulla Produzione Integrata, in quanto gli standard italiani sono ben più avanzati rispetto a quello che in Europa si intende per integrato (l'Emilia-Romagna ha stanziato 50 milioni di euro per aumentare la qualità dei prodotti e migliorare le tecniche di produzione).

In conclusione, i ringraziamenti e le considerazioni del viceministro Andrea Olivero, il quale ha sottolineato la rapidità dei cambiamenti in atto sul mercato, ricordando che anche fare un solo passo falso, oggi, può diventare fatale: "Sono cambiate radicalmente le sfide. Dunque aggregare e lavorare di squadra diventa importantissimo, vitale. Servono punti di riferimento comuni. Il cambiamento degli scenari internazionali è già in atto; stiamo assistendo anche al ritorno del protezionismo, il che significa che bisognerà trovare nuovi assetti, nuovi mercati, e che non possiamo muoverci solo in senso difensivo, in questo contesto. I prossimi mesi saranno fondamentali".


Il viceministro all'agricoltura

Olivero ha dunque auspicato la realizzazione di una cabina di regia per l'apertura di ulteriori mercati ai nostri prodotti ortofrutticoli, visto il traino che settore ortofrutticolo oggi costituisce per l'agroalimentare nel suo insieme. "Vanno potenziati gli uffici del Ministero, ma anche la relazione tra di noi perché i nostri uffici, oggi, non ce la fanno da soli. In questo, il CSO può costituire davvero uno strumento indispensabile".