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I dati Nomisma-Unaproa

Macro tendenze nei consumi ortofrutticoli in Europa nel decennio 2005-2015 e trend fino al 2020


Da quanto emerge dalla lettura del Secondo Rapporto Nomisma-Unaproa sulla Competitività del Settore Ortofrutticolo Nazionale, presentato a Roma lo scorso 4 maggio 2016 (cfr. precedente articolo), l'evoluzione dei consumi ortofrutticoli nei principali paesi Europei evidenzia due macro-tendenze nel decennio 2005-2015.

Da una parte, Francia e Germania - seppur con qualche oscillazione - hanno visto i consumi di ortofrutta mantenersi costanti nel tempo. Qui ha giocato la stabilità economica dei due paesi che non sono mai entrati in una vera e propria fase di recessione (salvo l'annata 2009).

D'altra parte, si nota invece un calo nei consumi di frutta e ortaggi freschi a partire dal 2009 in Spagna, Italia e Regno Unito, con flessioni del 7% negli acquisti domestici spagnoli, e dell'8% e 5% per Italia e Regno Unito rispettivamente.


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Nelle due nazioni dell'Europa meridionale, a pesare è stata la contrazione del potere d'acquisto medio dei consumatori, che ha ridotto la spesa attraverso un taglio delle quantità comprate e una riduzione degli sprechi. Nel caso del Regno Unito, invece, la questione sembra essere più strutturale, dovuta all'erronea percezione del cibo sano come più costoso da parte dei consumatori.

A parte gli andamenti relativi, comunque, va fatto un distinguo in termini assoluti circa i quantitativi pro-capite consumati ogni anno in Europa: si passa infatti dai 250 kg/anno di ortofrutta (fresca e trasformata) consumati in Danimarca e Polonia, ai 255 kg pro-capite/anno della Spagna, ai 230 kg dell'Italia. Fanalino di coda nei consumi di ortofrutta, Germania e Francia.


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E' da precisare, tuttavia, che spesso i dati sui consumi di frutta e verdura non includono quelli di patate e tuberi, notoriamente molto presenti nei Paesi nordeuropei. In Polonia, per esempio, le patate rappresentano circa il 45% delle quantità consumate di ortofrutticoli, a fronte di un 6% in Italia e di un 14% in Spagna.

Previsioni per il prossimo futuro
Nel Rapporto si precisa come le repentine trasformazioni che contraddistinguono oggi gli stili di consumo e la domanda alimentare richiedono alle imprese non solo di saper leggere questi cambiamenti, ma di anticiparli. Per tale ragione, si è cercato di tracciare anche le tendenze per il periodo 2015-2020.

Per quanto riguarda i consumi di frutta e ortaggi freschi, la prima informazione che si deduce dall'analisi dei dati è legata alla parziale ripresa o stabilizzazione della domanda nel periodo 2015-2020, soprattutto in quei mercati su cui si è registrato un calo negli ultimi cinque anni.


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Sul mercato italiano, in particolare, dopo un calo medio annuo dello 0,7% nel periodo 2010-2015, la debole ripresa economica dovrebbe evitare ulteriori riduzioni degli acquisti. Già nel 2014, infatti, le statistiche congiunturali avevano messo in luce performances di vendita per gli ortofrutticoli in Italia decisamente migliori rispetto ad altri comparti dell'alimentare; mentre per intenderci carni, salumi, latte e derivati flettevano nelle scelte d'acquisto, frutta e ortaggi salivano rispettivamente del 3,9% e del 2,2%.

Per quanto riguarda la Spagna, invece, ci si attende una prosecuzione nella tendenza al calo dei consumi, sebbene a tassi inferiori rispetto al periodo precedente.

Al contrario, interessanti sono i tassi di crescita dei consumi totali previsti in Svizzera, Polonia e Danimarca dove, complessivamente, si dovrebbe assistere a un incremento compreso tra il 7 e l'8 per cento per tutto il periodo 2015-2020.

Cogliamo a tal proposito l'occasione per segnalare ai nostri lettori che il secondo Paese in graduatoria a leggere l'edizione italiana di FreshPlaza è proprio la Polonia, mentre Svizzera e Danimarca figurano tra i Paesi che consultano la nostra edizione internazionale.