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UK: al consumatore in fuga da frullati e succhi troppo zuccherati rispondono le start-up salutari

Secondo i dati Mintel relativi a una recente ricerca svolta nel Regno Unito, il consumo di succhi di frutta è crollato del 13% tra il 2010 e il 2015 e la causa principale sarebbe da imputare ai timori, tra i consumatori, collegati all'alto contenuto di zuccheri in questi prodotti. La stessa ricerca stima che, entro il 2020, il consumo di succhi di frutta passerà agli attuali 100 milioni di litri a 25, mentre quello degli smoothies (i frullati) calerà un po' meno: da 1,1 milioni di litri a 0,9.

Date queste premesse e aggiungendo il fatto che il mercato è occupato per il 60% dalla marca Innocent (oggi proprietà di Coca-Cola) ci sarebbe da aspettarsi un contesto caratterizzato da un'elevata moria di aziende, eppure The Telegraph sottolinea come invece sia capitato praticamente l'esatto contrario: negli ultimi anni c'è stato un boom di nuove aziende come Savse, Plenish, Radiance, Moju, Presscription, Love Smoothies, Squeez'd, Raw Press, Blend & Press, B.Fresh, Imbibery, Juice Warrior e Juice Baby.

Start-up del settore che sembrano affrontare tutto fuorché una crisi dei consumi. Per farlo, ognuno di loro ha, nella maggior parte dei casi, trasformato quella che si era rivelata una debolezza dei tradizionali succhi di frutti (la dolcezza e dunque l'alto contenuto di zuccheri) nella forza dei propri prodotti: a un consumatore che si allontana dalle bibite ritenute pericolose per la linea propongono lo stesso prodotto, rivisitato in chiave più salutistica, soprattutto smoothies e concentrati. E su questo giocano molto.


Uno smoothies della Savse. (Fonte foto: Facebook - Savse Smoothies)

Del gruppo di start-up citate, Savse è forse la più nota nel Regno Unito. Fondata nel 2013 solo nell'ultimo anno è cresciuta nel fatturato del 642% e oggi fattura 12,5 milioni di euro all'anno. Venduti in 7.500 punti vendita tra supermercati, palestre, coffee shop e venditori indipendenti i suoi smoothies sono prodotti con una spremitura a freddo o con un sistema ad alta pressione (HPP) che ne preserva le caratteristiche nutritive, sacrificandone però la conservabilità.

"La contrazione - riporta al Telegraph Kara Rosen, fondatrice 4 anni fa di Plenish, azienda che cresce al ritmo del 300% all'anno -interessa principalmente i prodotti da succo concentrato. I venditori li escludono dagli scaffali per sostituirli con i nostri".


Un prodotto della Plenish. (Fonte foto: Facebook - Plenish Cleanse)

Presscription vende succhi di frutta biologici e freschi senza alcun processo di trasformazione, il che limita la shelf life ad appena 3 giorni. Questa start-up lavora solo ed esclusivamente su Internet spedendo i propri succhi di frutta a casa o negli uffici di Londra e dintorni. Ora sta programmando l'espansione per poter raggiungere centri commerciali e aree molto trafficate a Londra, Manchester e Birmingham.

La maggior parte delle vendite di Presscription viene effettuata fuori dalla City, perché lì l'offerta di alternative è minore, da clienti che scelgono questi succhi di frutta spesso in sostituzione a cibi più tradizionali. In media, ciascun ordine online è di circa 180 euro. Ogni mese l'azienda fattura 12.500 euro e la sua crescita è stata trainata da Instagram e dal reality tv Made in Chelsea che ha ripreso, in una scena, i suoi succhi.


Frullati e succhi Presscription. (Fonte foto: Facebook - Presscription Juice)

In crescita è pure il settore manifatturiero dei frullatori e di tutto il necessario per farsi in casa succhi di frutta, concentrati e smoothies, così com'è cresciuto il mercato collegato: Love Smoothies è un'altra start up che vende sacchetti di frutta già pelata e tagliata: per avere un frullato fatto in casa basta mettere il contenuto del sacchetto in un frullatore e premere start. "Oggigiorno - spiega al Telegraph il suo fondatore, Richard Canterbury - tutti hanno in casa un frullatore, ma nessuno vuole perdere tempo nel tagliare la frutta". In questo basti pensare che negli Stati Uniti un'altra start-up, Juicero, ha raccolto 125 milioni di euro in finanziamenti per produrre un frullatore che costa 699 dollari.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte www.telegraph.co.uk.