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TRADITOM: il progetto dedicato alla valorizzazione delle varieta' tradizionali di pomodoro

TRADITOM è un progetto europeo che coinvolge una rete di ricercatori provenienti da Università e istituti di sette paesi membri dell'UE (Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito) e di un paese associato (Israele). I ricercatori stanno lavorando in stretta collaborazione con i produttori di pomodori tradizionali e con organizzazioni associate provenienti da Grecia, Italia e Spagna.

Il progetto si focalizza sull'identificazione e la valorizzazione di varietà tradizionali europee di pomodoro e le loro pratiche colturali, gli obiettivi principali sono:


  • descrivere le varietà tradizionali di pomodoro dell'UE, i loro metodi di coltivazione, le caratteristiche ambientali delle regioni in cui sono state tradizionalmente coltivate e conservare i loro semi in una banca del germoplasma. Le informazioni raccolte così come i semi saranno disponibili mediante il repository della pagina web del progetto;
  • valutare la variabilità genetica e fenotipica presente nelle varietà TRADITOM;
  • fornire agli agricoltori e ai breeder nuove versioni di varietà tradizionali di pomodoro che incorporano le caratteristiche di maggiore resa e resistenza alle malattie senza influenzare le loro buone caratteristiche sensoriali;
  • valorizzare le varietà tradizionali di pomodoro e i metodi di coltivazione tradizionali, attraverso un'accurata caratterizzazione del valore nutrizionale e salutistico, l'individuazione delle preferenze dei consumatori, la valutazione di fattori socio-economici che limitano la diffusione delle varietà tradizionali sul mercato e la loro protezione attraverso l'utilizzo dei marchi DOP o IGP.
Freshplaza ha chiesto al dott. Giovanni Giuliano di ENEA e al prof. Mazzucato Andrea dell'Università della Tuscia, partners del progetto, quali sono i risultati più interessanti emersi finora.

Il primo anno di progetto ha previsto la coltivazione di circa 1.500 lotti di seme corrispondenti a varietà tradizionali di pomodoro provenienti da Italia, Francia, Spagna e Grecia. Il materiale è stato valutato a livello fenotipico sulla base di circa 100 caratteristiche della pianta e della bacca. Tutti i campioni sono stati sottoposti anche all'analisi del DNA (eseguita in modo centralizzato a cura del coordinatore del progetto) e i dati morfologici e genetici saranno utilizzati per estrapolare un gruppo più limitato di varietà su cui eseguire nel secondo anno analisi biochimiche.

Il partner ENEA/UNITUS ha contribuito fornendo circa 200 campioni di varietà tradizionali reperiti nella collezione conservata presso l'Università della Tuscia. Questi materiali, che forniscono una buona rappresentazione dei pomodori tradizionali italiani coltivati soprattutto nelle regioni del Centro Italia, sono stati allevati e caratterizzati presso l'Azienda sperimentale dell'Università. La combinazione delle analisi previste alla fine dello svolgimento del progetto sarà in primo luogo di grande aiuto alla conservazione, al miglioramento e alla valorizzazione di queste tipologie di pomodoro tradizionale.


Analisi di immagine di parametri morfometrici della bacca tramite il software Tomato analyzer.

Uno degli obiettivi più specifici del progetto riguarda la capacità dei frutti di alcune varietà tradizionali di conservarsi freschi anche per mesi senza refrigerazione. Queste varietà, note come "da serbo" (o "de penjar" in spagnolo), devono questa loro caratteristica a tecniche di coltivazione particolari, ma soprattutto alla loro peculiare composizione genetica. Sia le tecniche di coltivazione, che i geni responsabili del fenotipo "da serbo" sono stati selezionati nella Spagna e nell'Italia meridionali durante secoli di coltivazione e consumo.

"Assieme agli altri partner del progetto, stiamo costruendo una mappa genetica delle varietà da serbo con l'obiettivo di trasferire le loro caratteristiche alle varietà moderne. Questo dovrebbe alleviare alcune pratiche usate attualmente nella catena di distribuzione dei pomodori da mensa, che hanno un impatto negativo sulle loro caratteristiche organolettiche, come la raccolta allo stadio verde e la refrigerazione durante lo stoccaggio".

Contatti:
Andrea Mazzucato
Dip. di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE), Università della Tuscia
Email: mazz@unitus.it

Giovanni Giuliano
ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile)
Email: giovanni.giuliano@enea.it