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Manta, 27 novembre 2015

Cimice asiatica in Piemonte: nessuna coltura e' immune!

Halyomorpha halys è la cimice aliena originaria dell'Asia orientale, che sta diventando l'ennesima emergenza fitosanitaria per l'agricoltura italiana.

Purtroppo il Piemonte, insieme all'Emilia-Romagna, è tra le prime regioni a farne le spese. Individuata nell'agosto 2013 in un pescheto intorno a Cuneo, in questi ultimi due anni la popolazione non ha fatto che aumentare, estendendosi sul territorio e ampliando i danni alle colture. Oltre alla frutta fresca e secca, ha colpito gli ortaggi e i seminativi, dal mais alla soia – così apre i lavori Silvio Pellegrino, Direttore di Agrion.

Agrion, la nuova fondazione che ha incorporato il Creso (cfr. FreshPlaza del 09/10/2015) ha coinvolto nelle indagini e nelle prove in campo il Servizio fitosanitario della Regione Piemonte, l'Università di Torino e i tecnici di base

"Siamo di fronte a una delle tante sfide da affrontare al meglio, con l'obiettivo di supportare gli agricoltori regionali nel loro operato – continua il Presidente Giacomo Ballari – Agrion è e sarà impegnata nel corso dei prossimi mesi, a fianco del Settore Fitosanitario regionale, dell'Università di Torino e dei tecnici di campo che operano sul territorio per individuare al più presto una soluzione all'emergenza cimice".


Silvio Pellegrino e Giacomo Ballari durante un incontro di approfondimento sul nuovo parassita asiatico.

Silvio Pellegrino sottolinea: "La nuova cimice costituisce una minaccia per le colture che caratterizzano il paniere regionale. E' fondamentale che la proficua collaborazione tra soggetti sul territorio prosegua nei prossimi mesi, al fine di individuare al più presto delle strategie di difesa efficaci per arginarne la diffusione".

H. halys è originaria dell'Asia orientale; segnalata negli USA nel 2001, poi in Europa nel 2004. Come molti insetti e malattie delle piante, si sposta con i traffici aerei. Lungo la pianura padana si è spostata lungo l'asse autostradale, verosimilmente aggrappandosi alle coperture dei TIR, fino ad arrivare in Piemonte.



Da ormai un paio d'anni, rappresenta una vera e propria emergenza fitosanitaria per un vasto panorama di specie vegetali. A inizio estate, con le prime generazioni, punge i frutti e gli ortaggi, deformandoli; verso fine estate, quando i frutti sono già formati, le punture provocano tacche scure sotto la buccia.

Con l'arrivo dei primi freddi autunnali, si ripara nei centri abitati, cercando di sopravvivere al freddo invernale, rifugiandosi nelle case, specie nelle soffitte, abbaini, garage, per non parlare di magazzini e tettoie. Si accontenta anche nelle screpolature dei muri.

Il Servizio Fitosanitario e Agrion hanno predisposto la prima scheda tecnica su H. halys, con le indicazioni pratiche per il contenimento della popolazione nel periodo invernale. La scheda e tutte le info sono disponibili sul sito: www.agrion.it

Venerdì 27 novembre 2015, presso Agrion di Manta (CN) sono stati presentati i risultati del monitoraggio della diffusione dell'insetto, la ricerca svolta in Piemonte e in Emilia-Romagna, le esperienze internazionali e le prime indicazioni per la difesa.

Giovanni Bosio del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte (in foto qui sotto), ha illustrato la diffusione dell'insetto sul territorio e sulle diverse colture. "Sulla base dei monitoraggi, nel 2015 l'insetto era presente su quasi tutto l'areale frutticolo, provocando ingenti danni su pesco e pero, cui si sono aggiunte le prime segnalazioni su melo".



Alan Pizzinat, ricercatore Agrion, ha presentato i risultati del monitoraggio sui fruttiferi e le prove preliminari di difesa. Le specie da frutto sono state le prime a essere colpite. Gravi i danni della prima generazione su nettarine e susine, mentre la successiva si è spostata su mele, pere e kiwi.

"Nel primo anno di studio, abbiamo raggiunto un elevato numero di catture soprattutto su nettarine, nashi e pero, sui quali il danno è stato superiore al 24%. La maggior parte delle catture sono state eseguite ai bordi degli appezzamenti, dove si sono anche registrati i maggiori danni. Dobbiamo ancora verificare se nell'areale piemontese l'insetto compie 1 o 2 generazioni e capire il periodo di comparsa degli adulti nei frutteti. Nel secondo anno di studio, abbiamo valutato l'efficacia delle trappole, che sembrano rispondere bene quando la popolazione della cimice nel frutteto è elevata. Inoltre, per migliorare il monitoraggio è necessario aumentare il numero di trappole Rescue per appezzamento, non dimenticando che il frappage è il miglior metodo per il monitoraggio iniziale nei frutteti nel mese di maggio".


Alan Pizzinat.

Oltre al monitoraggio, i tecnici hanno valutato anche la lotta chimica. Dalle prove realizzate nel 2014 e nel 2015 è emerso che l'efficacia degli stessi insetticidi impiegati nel 2014 è diminuita nel 2015, per ragioni ancora da chiarire. Tuttavia, fra i prodotti saggiati, il clorpyrifos-metile è quello che ha mantenuto un grado di efficacia interessante, anche se in caso di grave infestazione la lotta chimica non rappresenta un mezzo risolutivo.

Luciana Tavella, DISAFA - Università di Torino, ha presentato gli studi sulla biologia e l'etologia della cimice asiatica, ma soprattutto ha fatto il punto sulla ricerca di antagonisti naturali, sia quelli autoctoni già individuati sul territorio sia quelli più specifici che si stanno cercando nelle aree di origine della specie.


Un momento dell'intervento di Luciana Tavella.

"Fra i limitatori naturali presenti in Italia, Anastatus bifasciatus è l'unico parassitoide oofago in grado di parassitizzare in parte H. halys, mentre fra quelli naturali presenti in Asia e Usa, Trissolcus japonicus è un parassitoide oofago che pur avendo un'elevata capacità di parassitizzare (70%) H. halys non è specifico perché può attaccare anche altre cimici".

Stefano Caruso, del Consorzio fitosanitario di Modena, ha presentato la situazione in Emilia-Romagna e delle esperienze di lotta condotte.

"Dopo il primo ritrovamento nel 2012 in provincia di Modena, da allora il monitoraggio viene eseguito in tutte le aree agricole della provincia. E' una specie molto invasiva, perché è polifaga, con un'elevata capacità riproduttiva e sovrapposizione di generazione, inoltre è dannosa ad ogni stadio di sviluppo. Il pero è la coltura più colpita, in particolare la varietà William e le cultivar a buccia rossa: si sono raggiunti danni fino al 50% in aziende con produzione integrata e al 80% in aziende biologiche".



"Dal monitoraggio è emerso che il bordo del frutteto o la siepe (quando presente) sono le zone in cui si ha la maggior concentrazione della cimice, e sono quindi le aree in cui deve essere effettuato il monitoraggio nei frutteti produttivi. Le trappole Rescue si sono rivelate molto vantaggiose in termini di tempo ed estremamente selettive; hanno però mostrato il limite di concentrare la presenza della cimice con un conseguente aumento del danno sui frutti adiacenti."

In Emilia-Romagna si sta anche valutando l'efficacia delle reti antigrandine e Alt'Carpo nel limitare l'ingresso dell'insetto nei frutteti. "Fra le proposte di lavoro - continua Caruso – c'è quella di realizzare reti monofila, cioè basate sul prolungamento della rete fino a terra, con maglie più strette nella parte bassa, oppure applicare fasce trappola oziorrinco per catturare le forme giovanili di H. halys".

All'evento era presente anche il deputato Mino Taricco, componente della Commissione Agricoltura alla Camera (in foto qui accanto), che con la sua presenza ha voluto sottolineare la preoccupazione per questo nuovo insetto, "Dopo 10 anni di lotta contro il cinipide del castagno, ci ritroviamo a dover affrontare una nuova sfida, oggi sono qui per raccogliere dati e informazioni in modo tale da aver ben chiara qual è la situazione e come poterci meglio muovere".

Sono poi intervenuti anche Cristiano Carli, responsabile orticoltura e piccoli frutti in Agrion, e Mauro Forneris, coordinatore dei consulenti tecnici dell'Agenzia 4A, i quali hanno espresso le loro preoccupazioni per la diffusione della cimice riscontrata nella stagione appena passata su ortaggi, piccoli frutti e nocciolo, quest'ultimo ha avuto evidenti problemi di cimiciato sulle nocciole, frutti deformati di sapore amaro, ma con un odore più intenso e sgradevole rispetto alle cimici locali.


Cristiano Carli.

Graziano Vittone, che in Agrion guida il dipartimento di difesa e tecnica colturale per la frutticoltura, ha chiuso gli interventi proponendo le linee operative di difesa per il 2016. Di particolare interesse appaiono le reti anti-insetto. Nel Progetto AGER è stato messo a punto il metodo Alt'Carpo, con la chiusura meccanizzata delle reti di capezzagna. Oltre che per la carpocapsa, potrebbe costituire una efficace barriera per una protezione sostenibile anche contro le cimici.

"La ricerca proseguirà con il monitoraggio attraverso diverse tipologie di trappole, verifica dell'efficacia sia di tecniche attrattive come 'attract and kill' sia di colture attrattive 'Trap crop', quali girasole, sorgo, amaranto, soia, ecc. – spiega Vittone - per il monitoraggio è fondamentale stabilire il momento e i punti di ingresso prevalenti della cimice nei frutteti".

"Per quanto riguarda la lotta chimica, nessun principio attivo attualmente riporta in etichetta, per le colture frutticole, un'azione contro la cimice asiatica. Nell'utilizzo degli insetticidi bisogna tener conto 1) della necessità di preservare l'antropodofauna utile e quindi utilizzare prodotti possibilmente selettivi senza abbandonare la confusione sessuale, 2) trattare tempestivamente considerata l'azione relativamente breve dei prodotti sulla cimice e dell'estrema mobilità di questo insetto".

 
Graziano Vittone.

"La ricerca proseguirà quindi sia con la valutazione del grado di attività dei prodotti, compresi quelli ad azione ovicida e di imminente registrazione, sia con la verifica del grado di attività di parasitizzazione degli antagonisti presenti sul territorio."

Il presidente Ballari si è detto soddisfatto dell'evento, non solo il primo in Italia a trattare di questa nuova minaccia purtroppo a largo spettro d'azione, ma anche il primo convegno organizzato come Agrion. La partecipazione di frutticoltori e tecnici è stata numerosa, quasi 200 presenze, a sottolineare la preoccupazione dovuta alla nuova emergenza fitosanitaria.

Contatti:
Silvio Pellegrino, Direttore Agrion
Agrion - Fondazione per la ricerca l'innovazione e lo sviluppo tecnologico dell'agricoltura piemontese
Via Falicetto, 24 – 12030 Manta (CN)
Email: silvio.pellegrino@agrion.it
Web: www.agrion.it