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In analisi mele, pere, kiwi e uva da tavola

Ismea: mercato della frutta connotato dai prodotti autunnali

Il recente rapporto pubblicato da Ismea sulle tendenze della frutta fresca segnala che, nelle ultime settimane, il mercato è stato contraddistinto dai prodotti tipici del periodo autunnale e in particolare da mele, pere, kiwi e uva da tavola.


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Mele
La campagna 2015/16 delle mele è caratterizzata da un'offerta leggermente più contenuta rispetto all'anno precedente. La flessione della produzione è stata del 5% sia a livello europeo, sia a livello italiano e si è ripercossa sui mercati all'origine determinando una rivalutazione dei listini rispetto alle quotazioni dell'anno precedente.

Fin dalle prime battute, il mercato estero è risultato più fluido rispetto al mercato interno. Negli areali produttivi di pianura, come ad esempio in Emilia-Romagna, il mercato è più lento rispetto alle piazze del Trentino Alto Adige. Ad esempio per le mele Golden Delicious calibro 80-85, sulla piazza di Trento, la quotazione media di ottobre e inizio novembre è stata di 0,60 euro/kg con una variazione del 4% rispetto allo stesso periodo del 2014. Per le mele Fuji calibro 80-90, sulla piazza di Bolzano abbiamo una quotazione media di 0,90 euro/kg, con una variazione positiva sia rispetto allo stesso periodo del 2014 (+28%) sia rispetto al 2013 (+5%).


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Per quanto concerne le esportazioni, il consuntivo della campagna 2014/15 evidenzia risultati record sia in termini di quantità esportate (arrivate a quota 1,13 milioni di tonnellate, con un incremento del 27% su base annua) sia in termini di introiti (che hanno raggiunto 806 milioni di euro, con un incremento del 12%, nonostante la flessione di pari entità del prezzo medio all'export).

Pere
Nella campagna 2015 l'offerta europea di pere è stimata in circa 2,3 milioni di tonnellate (dati WAPA), con una flessione del 3% rispetto al 2014. In Italia la situazione è analoga a quella europea con una produzione prima stimata in 723mila tonnellate (-2% rispetto al 2014), poi rivista al ribasso in seguito alle rovinose grandinate del settembre scorso.


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Tra gli altri importanti produttori europei, cala la produzione di Belgio (-7%) e Paesi Bassi (-6%). Per quanto riguarda il mercato, al momento le vendite sono concentrate sul fronte interno. Nei prossimi mesi, le principali piazze di consumo europee termineranno le scorte di prodotto nazionale e di conseguenza le esportazioni dell'Italia prenderanno quota.

In queste ultime settimane il prezzo è stabile sui valori di esordio, 1,05 euro/kg con una variazione del 24% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Kiwi
Per quanto concerne il kiwi, in queste settimane è iniziata la commercializzazione del prodotto italiano. Le stime di produzione del CSO-Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara evidenziano un incremento del 9% rispetto al 2014, tale percentuale scende all'8% se si considera esclusivamente il prodotto commercializzabile, al netto di quello destinato all'industria. La qualità è buona anche se il calibro dei frutti è per lo più medio-piccolo.


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Il dato nazionale nasconde forti differenze delle produzioni delle diverse regioni. In Lazio è attesa un'offerta in crescita del 25%. In Piemonte, le aspettative sono positive anche se l'entità dell'aumento è molto inferiore rispetto al Lazio, con una stima prossima al +3%. In Emilia-Romagna, la produzione è attesa in lieve flessione; mentre in Veneto la contrazione produttiva è prevista severa (-25%). In questa fase iniziale la commercializzazione è concentrata oltre che sul mercato interno, anche sulle spedizioni per le Americhe. Inoltre è condizionata dalla presenza di prodotto cileno e neozelandese che ancora persiste sui mercati europei determinando problemi di collocamento al prodotto italiano.

Per il momento, le quotazioni nella fase di origine si sono posizionate su livelli intermedi a quelli delle due ultime campagne: più in basso rispetto al 2014 ma superiore al 2013. In prospettiva desta non poca preoccupazione la disponibilità della Grecia di 170mila tonnellate di prodotto commercializzabile, dato in crescita dell'11% rispetto al 2014.

Uva da tavola
Per quanto riguarda il mercato delle uve da tavola, in Puglia i produttori stanno vivendo una campagna avara di soddisfazioni, in particolare per la varietà Italia. La produzione che in termini di quantità si presentava nella media degli ultimi anni è stata penalizzata da problemi di cracking, ossia la spaccatura dell'acino.


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A ciò si sono aggiunti problemi di muffe a causa delle abbondanti piogge che hanno interessato i principali areali produttivi. Solo le quote di prodotto di qualità superiore riescono a spuntare quotazioni migliori.
 
Un discorso diverso va fatto per le varietà apirene e per la Red Globe che spuntano quotazioni più alte, soprattutto per la buona richiesta del mercato estero.

La bilancia commerciale della frutta fresca dell'Italia
Nei primi sette mesi del 2015 la bilancia commerciale della frutta fresca ha registrato un saldo attivo di circa 424 milioni di euro, in flessione del 4% rispetto allo stesso periodo del 2014. Tale risultato è frutto dell'incremento dell'esborso sostenuto per le importazioni che è cresciuto del 15%, mentre gli introiti generati dalle esportazioni sono cresciuti soltanto dell'8%.

In termini di volumi scambiati, le importazioni sono cresciute (+2%) a fronte di un sostanzioso incremento dei listini medi, e le esportazioni sono cresciute dell'11% a fronte di un lieve calo dei listini medi all'export. I prodotti maggiormente esportati sono: mele, con una quota del 50% sul totale, kiwi (15%), angurie (10%), pesche e nettarine (9%) e pere (5%).


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I prodotti maggiormente importati invece sono: banane con una quota del 46%, ananas (9%), pere (8%), pesche e nettarine (8%). Rispetto ai primi sette mesi del 2014, sono cresciute le importazioni di pesche e nettarine, kiwi, meloni, mango e datteri. Sul fronte dell'export si segnala l'ottima performance delle mele (+28%).
Data di pubblicazione: