
Scottature da caldo eccessivo.
Inevitabili le ripercussioni sul mercato. "A settembre, di ritorno dalle vacanze, la domanda è salita sia per il prodotto destinato al consumo fresco sia per quello indirizzato all'industria del trasformato, che parte per fine agosto/settembre. Ci si è subito resi conto che il prodotto scarseggiava, con un conseguente incremento dei prezzi di vendita; di fatto però le imprese non hanno fatto reddito, proprio per via della scarsa resa".
La situazione è simile per quasi tutte le tipologie. "Scarsa produzione, qualità non eccezionale dovuta al caldo e prezzi bassi soprattutto nei mesi di luglio e agosto". Il tutto partendo dal fatto che nel 2015 c'è stata una contrazione delle superfici sia in campo aperto sia in coltura protetta, dovuta a un andamento di mercato non proprio positivo lo scorso anno.

Peperone destinato alla trasformazione industriale.
"Il peperone è una coltura impegnativa a livello sia professionale sia economico. Ci vogliono quasi gli stessi livelli di competenza, professionalità e liquidità economica richiesti dalla fragolicoltura".
La produzione capsicola è prevalentemente concentrata nelle regioni del Sud, soprattutto in Sicilia e Puglia, seguite da Campania e altre regioni meridionali. Quando termina la campagna in Sicilia, nel mese di giugno, parte l'Italia continentale.
"Avendo registrato una primavera fresca, la produzione siciliana degli ultimi palchi ha mostrato una qualità discreta, nettamente inferiore però a quella dei primi palchi della Campania. Perciò quando quest'ultima ha iniziato con i primi frutti, che avrebbero meritato un prezzo più alto, si è scontrata con il prodotto siciliano".

Balzac F1, produzione in serra.
In Italia oggi il peperone si chiama Lamuyo!
Il mercato italiano chiede e mangia prevalentemente la tipologia Lamuyo, cioè il classico peperone quadrato/allungato giallo o rosso. Al consumo fresco è destinato anche il Blocky, un peperone quadrato più piccolo, generalmente d'importazione. "La produzione italiana di Blocky è limitata alle regioni del Nord Italia. Limitatissimi i volumi dal Meridione, provenienti soprattutto da produttori dediti alla coltivazione biologica con indirizzo export".
L'Italia resta più un Paese importatore che esportatore di peperoni. "Rispetto al passato, esportiamo poco. In più non riusciamo a soddisfare la domanda interna quindi è necessario importare il prodotto. Dalla Spagna arrivano le tipologie Lamuyo e Blocky e dai Paesi Bassi solo peperoni Blocky".

Peperone in tunnel-serra tipo veronese. Trapianto di febbraio.
In uno scenario dei consumi sempre più in evoluzione, Orioli sostiene: "Crescerà l'acquisto di prodotti trasformati, di IV e V gamma. Oggi il consumatore non ha più tempo per stare in cucina a creare manicaretti; pretende un prodotto già pronto al consumo nella maggior parte dei casi per ottimizzare il poco tempo libero a disposizione. Cambiano quindi le abitudini, determinate anche da un incremento del costo della vita".
Problematiche colturali o fitopatologiche
Infine Orioli sottolinea che il caldo eccessivo registrato quest'anno ha avuti riscontri negativi in termini di produzione, ma ha predisposto anche a maggiori attacchi di virus, come quello trasmesso dal tripide, che è vettore del Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV). Quest'ultimo si è riscontrato infatti di più sia in campo aperto sia in coltura protetta.
Per maggiori informazioni:
Giovanni Antonio Orioli - sales specialist peperone
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