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La dieta occidentale e' incompatibile con gli sforzi in atto per fronteggiare il cambiamento climatico

Diverse volte abbiamo già spiegato come l'impatto della produzione di carne appaia insostenibile per i futuri assetti ambientali e climatici (cfr. FreshPlaza del 18/04/2014) mentre d'altra parte c'è chi ha addirittura affermato che la carne farebbe bene come frutta e verdura (cfr. FreshPlaza del 04/11/2014).

Secondo un rapporto del Chatham House, istituto indipendente britannico, il settore zootecnico è responsabile di quasi il 15% delle emissioni globali di gas serra e il consumo in continua crescita di carne e latticini, e conseguente aumento della domanda, rischiano di creare una situazione ancora più preoccupante.

In base al rapporto, il consumo di carne è destinato a salire del 75% entro il 2050; quello dei latticini potrebbe aumentare del 65%, quello di cereali del 40%. Nel 2020, soltanto la Cina potrebbe consumare 20 milioni di tonnellate di carne e latticini in più all'anno rispetto a oggi. Ed è proprio ai mercati emergenti come quelli di Cina, India, Brasile e Sudafrica che si guarda con maggiore preoccupazione.


Clicca qui per un ingrandimento del grafico.

Il sondaggio commissionato dal Chatham House, realizzato in 12 paesi con l'intento di analizzare la percezione dei consumatori sui cambiamenti climatici, ha dimostrato che c'è un grado di consapevolezza molto basso sul legame con carne e latticini. Per esempio, tra le principali cause del riscaldamento globale le persone indicano soprattutto i trasporti o l'industria. Il Chatham House sottolinea quindi l'importanza di sensibilizzare la popolazione su un problema che non può più essere ignorato.

Attualmente in Europa, si consuma più del doppio della carne raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità; una politica per incoraggiare un maggiore consumo di carne di pollo e maiale, limitando quello di manzo e agnello, porterebbe vantaggi sostanziali per l'ambiente e la salute pubblica, riducendo la prevalenza di malattie cardiache, diabete, cancro e altre patologie associate al consumo di carne rossa.

Nel corso del sondaggio, fino al 54% degli intervistati non è risultato consapevole dell'impatto che l'agricoltura ha sul clima e ha sostenuto di non essere disposto a modificare il proprio consumo di carne. Stessa cosa per il 62% dei consumatori in merito ai prodotti lattiero-caseari. Ciò dimostra che il cambiamento nella dieta è uno dei problemi più complicati da affrontare al fine di combattere il riscaldamento globale in maniera efficace.

Quest'anno sarà decisivo per lo sforzo globale di contenimento dei cambiamenti climatici. I governi si riuniranno a Parigi per un nuovo accordo per limitare il riscaldamento a non più di 2 °C. E le attuali tendenze alimentari sono semplicemente incompatibili con questo obiettivo.