
Dopo aver citato i dati produttivi e le tendenze dell'import/export per l'Italia e i principali paesi competitor, Luciano Trentini del Cso di Ferrara ha spiegato come le nuove tecnologie siano indispensabili per migliorare la qualità e ridurre i costi di produzione.
Un momento dell'intervento di Luciano Trentini.
Per essere più competitiva, ha riassunto Trentini, all'Italia servono una strategia commerciale capace di costituire marche forti, una segmentazione produttiva in grado di garantire standard qualitativi disponibili per lunghi periodi, una politica di innovazione che possa seguire le esigenze dei consumatori e una politica promozionale, meglio se gestita dai produttori.
Cherubino Leonardi dell'Università di Catania ha parlato di innovazione tecnologica e come questa possa intervenire a sostegno del miglioramento qualitativo e della competitività economica. In particolare, nelle colture protette le innovazioni si distinguono in biologiche (relative al genotipo), tecnologiche (ambiente e tecniche di produzione e post-produzione), commerciali, di prodotto e di processo.

Il tavolo dei relatori.
Secondo Leonardi, l'innovazione richiede un'intensa attività di ricerca e sviluppo e politiche incentivanti l’integrazione e l’interazione fra soggetti e risorse.
Mattia di Nunzio dell'Università di Bologna si è soffermato sulle caratteristiche nutrizionali del pomodoro e sull'importanza del contenuto in carotenoidi, in particolare del licopene che varia a seconda della varietà, dello stadio di maturazione, dalle tecniche agronomiche e dalla conservazione.
Basile De Bary di Assosementi ha ricordato gli aspetti migliorati nel tempo grazie alla ricerca condotta dalle ditte sementiere. Nel caso del pomodoro, la consistenza (raccolta in rosso), la conservabilità (fondamentale per l'esportazione e la gestione del punto vendita) e l'ampliamento della gamma di referenze. L'esempio del ciliegino, il più consumato oggi in Italia, è emblematico.
Quindi De Bary ha spiegato ai presenti gli obiettivi del Gruppo Orto wic di Assosementi, attivo nella ricerca genetica finalizzata alla costituzione di nuove varietà, nella produzione del seme e nella commercializzazione per l'orticoltura del mercato professionale. Le aziende del Gruppo Orto wic sono anche fortemente impegnate nella difesa della proprietà intellettuale, come attesta Road to quality, l'originale progetto di tracciabilità della filiera produttiva a garanzia dell'origine e delle caratteristiche qualitative e sanitarie dei materiali utilizzati.
Paolo Pagali, buyer ortofrutta Conad, ha riportato i dati degli acquisti totali di pomodoro da parte della sua insegna: 30.000 tonnellate nel 2013, per un valore di quasi 44 milioni di euro. "Dopo la IV gamma - ha detto - si tratta della categoria più importante a valore nel settore ortofrutta, con un'incidenza sui nostri acquisti pari al 7% a volume e all'8% a valore".
Per quanto riguarda l'offerta, le richieste della Gdo riguardano numerosi aspetti tra cui spiccano la costanza qualitativa, l'elevata shelf life, la garanzia di filiera, la disponibilità del prodotto per lunghi periodi (continuità commerciale), la standardizzazione dei processi (con l'importanza di un packaging adeguato).
Nel pomeriggio, spazio alle esperienze dirette di Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio Ciliegino di Pachino Igp, Emanuele Garrasi, presidente di Vittoria Mercati e Guglielmo Occhipinti, presidente del Comitato Primizie di Montalbano.