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Resoconto con foto!

Piemonte: due giornate dedicate ai piccoli frutti del Cuneese e del Pinerolese

Il 4 e 5 luglio 2013 si sono svolti due incontri sull'innovazione, produzione e promozione dei piccoli frutti.

La prima giornata si è svolta a Cuneo presso il DISAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari) dell'Università di Torino, durante la quale sono state presentale le liste varietali 2013 di fragola e piccoli frutti, cui è seguita una tavola rotonda sull'Innovazione di filiera del comparto.



La mattinata è stata moderata dal Dott. Walther Faedi del CRA–Unità di Ricerca per la Frutticoltura di Forlì.



La giornata si è conclusa con le visite tecniche a:


1) Centro sperimentale del CReSo (Boves –Cuneo - foto qui sotto)



2) Cooperativa Agrifrutta di Peveragno (Cuneo - foto qui sotto), dove Domenico Paschetta e Romualdo Riva hanno presentato la cooperativa e la nuova linea ad impatto zero dedicata a fragole e piccoli frutti 'Delizie di Bosco del Piemonte".



La visita in cooperativa è stata suddivisa in tre parti: come avviene il conferimento e come viene valutata la qualità della fornitura;



come viene conservato e confezionato il prodotto (I gamma);



come viene valutata la qualità del frutto durante la conservazione post-raccolta.



3) campi di mirtillo ubicati nella zona di Saluzzo (Cuneo - foto qui sotto).



La seconda giornata si è svolta presso la Villa Olanda di Luserna San Giovanni (Torino - foto qui sotto) presso la sede Gal Escartones e Valli Valdesi ed è stata animata da un interessante tavola rotonda dedicata alla produzione, valorizzazione e produzione di piccoli frutti.



La mattinata è stata moderata dal Prof. Giancarlo Bounous del DISAFA dell'Università di Torino. La giornata si è conclusa con la visita alla Scuola Malva Arnaldi di Bibiana (Torino).



Segue un breve resoconto degli interventi delle due giornate.

Giovedì 4 luglio 2013, Cuneo
La giornata è iniziata con i saluti delle autorità locali e del Direttore del DISAFA, Ivo Zoccarato, i quali hanno evidenziato l'importanza crescente delle coltivazioni di piccoli frutti, che essendo produzioni da reddito offrono interessanti prospettive per l'occupazione giovanile.



Successivamente sono intervenuti: Gianluca Baruzzi (CRA-Unità Ricerca per la Frutticoltura di Forlì) il quale ha presentato le liste varietali 2013 della fragola in Italia; Gabriele Beccaro (DISAFA, Università degli Studi di Torino) che ha presentato le liste varietali 2013 di mirtillo, lampone e mora di rovo, infine Roberto Giordano (CreSo –Centro ricerca per la fragola ed i piccoli frutti di Boves -Cuneo) che ha presentato le liste varietali 2013 di fragola in Piemonte.

Gianluca Baruzzi (foto qui a lato) ha mostrato alcuni dati sull'importanza della fragola in Italia, con 3.700 ettari coltivati di cui il 40% al Nord e il 60% al sud. Baruzzi ha mostrato l'andamento delle superfici coltivate: "Rimangono stabili i 600 ha di fragola coltivati nel veronese, mentre si osserva una diminuzione del 2,5% in Emilia Romagna e del 3,5% in Trentino Alto Adige; al contrario sono in aumento gli ettari coltivati in Campania ed in Sicilia (nelle zone di Marsala e Lamezia Terme)."

Baruzzi ha poi fatto un riassunto delle varietà più coltivate nelle diverse regioni:
  1. Nel Veronese predomina la varietà "Eva" con il 41% delle produzioni seguita da "Roxana" con il 15%;
  2. nel Cesenate domina la coltivazione di pieno campo e la varietà predominante è "Alba" con il 40% anche se in calo;
  3. in aumento le varietà rifiorenti negli ambienti settentrionali: "Monterey", "Portola" e "San Andreas" si stanno diffondendo in Piemonte, nel Veronese ed in Trentino Alto Adige;
  4. in Trentino Alto Adige predominano le varietà "Elsanta" e "Marmolada", quest'ultima resiste bene al freddo per cui le coltivazioni si trovano fino ai 1800 m slm;
  5. in Campania predomina "Sabrina" con il 43%; in Basilicata predomina "Candonga" con l'82% anche se inizia ad essere coltivata anche "Pircinque" supportata dal business di un'azienda privata locale; in Sicilia predomina "Florida-Fortuna"; in Calabria in calo "Camarosa" ed in aumento "Rania" e "Sabrina".
  6. negli ambienti meridionali (Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), in cui predomina la coltura protetta, si stanno diffondendo le nuove varietà "Florida Fortuna", "Kamila", "Nabila", "Rania";
  7. le novità unifere italiane in valutazione al Nord sono "Cristina", "Romina", mentre le novità rifiorenti "Day Neutral" italiane in valutazione sono "Capri" e "Vivara";
  8. la novità italiana in valutazione al Sud è "Jonica", le novità spagnole sono "Primoris", "Fuentepina" e "Antilla", le novità americane sono "Splendor" e "Benicia".
Gabriele Beccaro (in foto qui sotto) ha spiegato che, mentre per la fragola la maggior parte delle varietà sono italiane grazie al programma di miglioramento dei materiali genetici in atto da molti anni, per mirtillo, lampone, rovo ed uva spina le varietà provengono tutte dall'estero. In particolare la maggior parte del materiale genetico proviene da Nord America, Sud America e Nuova Zelanda.



Beccaro ha detto: "A livello internazionale il miglioramento genetico ha prodotto negli ultimi anni nuove accessioni per ampliare il calendario di produzione, per aumentare la resistenza ai parassiti e per migliorare la qualità tecnologica, organolettica, estetica e nutraceutica." Beccaro ha continuato illustrando alcune varietà di lamponi, quali "Tulameen" (già nelle liste), "Tadmor Raspberry" (nuovo inserimento) e "Korpiko" (nuovo inserimento), e di more di rovo, di queste la varietà "Arapaho" si conferma la più diffusa.

Roberto Giordano (in foto qui sotto) ha illustrato le superfici di coltivazione della fragola in Piemonte, dove ci sono 118 ettari coltivati di cui 94,7 nella provincia di Cuneo, 7,6 nella provincia di Alessandria, 7,5 nella provincia di Torino e i restanti 8,2 ettari distribuiti nelle altre provincie. Giordano ha detto: "Si coltivano due tipologie di fragola: varietà produttive, dotate di buona consistenza, adatte per filiere lunghe e varietà buone da mangiare e più interessanti per i mercati di prossimità".



In Piemonte, dalla lista di programmazione fragola unifera 2013 sono risultate in lista le varietà "Alba NF311", "Clery", "Sugar Lia-Lia", "Arosa", "Argentera"; mentre proposte per la sperimentazione estesa sono le varietà "Primy" (medio-precoce), "Garda" (medio-precoce), "Joly" (medio-tardiva) e "Laetitia" (tardiva). Dalla lista di programmazione fragola rifiorente 2013 sono risultate in lista le varietà "Evie2", "Portola" e "San Andreas"; mentre proposte per la sperimentazione estesa sono "Capri" e "Linosa".



Dopo le comunicazioni orali sulle liste varietali è seguita la tavola rotonda (foto qui sopra) alla quale cui sono intervenuti: Domenico Paschetta (Confcooperative Piemonte), Cristina Peano (DISAFA), Romualdo Riva (Ortofruit Italia), Cristiano Carli (CReSO di Boves, Cune) e Thomas Drahorad (NCX Drahorad, Srl - qui sotto in foto), quest'ultimo ha illustrato il giro d'affari dei mirtilli in Gran Bretagna (fatturato superiore a 535.000 €/giorno, oltre 12 tonnellate/giorno di mirtilli venduti).



Dalla discussione sono emersi i seguenti punti di riflessione:

  • l'aggregazione di prodotto per poter essere competitivi sul mercato e per poter avere produzioni sostenibili;
  • la scelta varietale, la tecnica colturale e la gestione post-raccolta sono i punti chiave per poter affrontare i mercati esteri;
  • lo svantaggio di avere piccole produzioni può essere superato con l'aggregazione dei produttori in cooperative, consorzi, organizzazioni, ecc.;
  • mantenere le identità territoriali ma proporsi sul mercato estero come "prodotto italiano";
  • sfruttare le caratteristiche climatiche dell'Italia per arrivare ad avere una produzione tutto l'anno.
Si potrebbe riassumere il dibattito con una frase di Romualdo Riva di Ortofruit Italia: "Smettiamo di ragionare solo nel nostro orto, dobbiamo puntare alla filiera."

Venerdì 5 luglio 2013, Luserna San Giovanni (Torino)
La giornata è iniziata con i saluti di benvenuto di Patrizia Giachero (nella foto qui sotto), Presidente Gal Escartones e Valli Valdesi, la quale ha auspicato che i piccoli frutti possano diventare un prodotto per valorizzare il territorio pinerolese. Le aziende presenti nel pinerolese che producono piccoli frutti sono circa una cinquantina. Sono poi seguiti i saluti del presidente della Comunità montana, Andrea Coucourde, e del rappresentante della CCIAA, Riccardo Chiabrando.



Alla tavola rotonda sono intervenuti Cristiana Peano del DISAFA che ha fatto da collegamento con quanto è emerso il giorno prima a Cuneo, Piero Bianucci, giornalista scientifico della Stampa, Maria Cristina Baldini dello Studio Torta di Torino, che si occupa di marchi di prodotto, Laura Bersani del Laboratorio Chimico della CCIAA di Torino, Carlo Bruno della Scuola Malva-Arnaldi, Franco Cuccolo del Museo del Gusto di Torino e Maria Gabriella Mellano del DISAFA.



Giancarlo Bounous, moderatore (foto qui sopra), ha spiegato che la Val Pellice, per le sue caratteristiche pedo-climatiche, è una zona vocata per la coltivazione dei piccoli frutti che possono rappresentare uno strumento di valorizzazione per il territorio.


Laura Bersani e Cristiana Peano.

Cristiana Peano ha iniziato la discussione dicendo che la produzione di piccoli frutti, essendo una coltura da reddito, non deve essere solo considerata per il mercato di prossimità, ma si deve ragionare nell'ottica di "aggregare per poter vendere un prodotto in modo più intelligente"; inoltre oggi le tecniche di post-raccolta consentono di estendere le superfici di produzione ed il periodo di distribuzione del prodotto. Maria Cristina Baldini (qui sotto in foto) ha proseguito dicendo che il marchio è uno strumento molto forte per promuovere un prodotto, il marchio racconta un territorio.



Piero Bianucci (a destra nella foto qui sopra) ha evidenziato l'importanza della divulgazione scientifica: "Senza scienza non ci sarebbe tecnologia ed innovazione, la giornata di oggi rappresenta divulgazione ed informazione per quanto riguarda le proprietà nutraceutiche, le varietà ed il mercato dei piccoli frutti."



Maria Gabriella Mellano (foto qui sopra) ha spiegato come viene valutata la qualità organolettica dei piccoli frutti; Franco Cuccolo ha parlato dell'importanza del turismo enogastronomico per far passare il messaggio della produzione di piccoli frutti sul territorio.



Carlo Bruno
(foto qui sopra) ha parlato della produzione e trasformazione del mirtillo sul territorio, Bruno dice: "Il mirtillo è disponibile da giugno a novembre, pertanto per prolungare la disponibilità di prodotto si sta valutando la possibilità di essiccare il frutto utilizzando tecniche ecosostenibili, senza modificare troppo le caratteristiche organolettiche del frutto fresco".

Laura Bersani
, che collabora con la Scuola Malva-Arnaldi, ha illustrato le analisi che effettuano sulla qualità e sulla sicurezza sui mirtilli essiccati ed il test sull'indice di gradimento del consumatore verso questi mirtilli essiccati.

La mattinata si è conclusa con un appassionante intervento della Professoressa Giuliana Gay Eynard (ex Facoltà di Agraria, Università di Torino), invitata all'evento per ricordare che il marito, Italo Eynard, fu il primo ad importare in Italia il mirtillo gigante cinquant'anni fa dal Michigan, in cui egli scoprì questa varietà di mirtillo nel 1961. Giuliana ed Italo Eynard iniziarono allora una piccola coltivazione di mirtillo gigante proprio a Pinerolo nel 1963, tuttora in produzione!

Fra i motivi d'interesse per la coltura del mirtillo americano, Italo Eynard additava le caratteristiche dei frutti riuniti in grappolo, con bacche grandi, serbevoli, sapore gradevole e succo incolore, aspetti che lo facevano preferire per il consumo fresco al comune mirtillo nostrano, che invece aveva frutti ad aroma spiccato, ma piccoli con succo colorato e più acido, aspetti che lo rendevano più adatto alla preparazione di succhi, gelatine e marmellate.



Alla discussione sono seguiti anche numerosi interventi dal pubblico interessato a capire come poter avere una buona remunerazione del prodotto attraverso l'aggregazione e come funziona la grande distribuzione organizzata.