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Ripensare la tematica delle food miles

"Fresh Produce Consortium: "Il trasporto via aerea non danneggia l'ambiente"

La recente esposizione "Volare danneggia l'ambiente?", tenutasi presso in Museo della Scienza di Londra potrebbe aver finalmente offerto l'opportunità per una rispettabile organizzazione scientifica di presentare i dati di fatto, sfatando i miti che circondano la correlazione tra cambiamenti climatici e aviazione, come quelli che vorrebbero indurre i consumatori britannici a consumare meno frutta e verdura d'importazione, solo in quanto trasportate via aerea.

Le importazioni di frutta e verdura effettuate via aerea in Gran Bretagna contribuiscono allo 0,2% di tutte le emissioni di gas serra di quel paese. Circa il 60% di tali importazioni viene trasportata negli stivaggi degli aerei passeggeri e non esistono fatti che suggeriscano una possibile diminuzione dei voli nel caso che venisse consumata meno ortofrutta d'importazione. Anche considerando i gas serra emessi da tutti gli aerei cargo destinati al trasporto di frutta e verdura, si arriva ad una percentuale dello 0,12% di tutte le emissioni britanniche.

La mostra ha presentato anche i dati a livello mondiale, dai quali si evince che l'impatto del trasporto aereo sul clima è abbastanza limitato, contribuendo l'aviazione ad una percentuale del 2% delle emissioni totali di gas serra nell'atmosfera. Inoltre, soltanto l'1% dei generi alimentari consumati in Gran Bretagna viaggia per via aerea.

In conclusione, in base ai dati emersi, il Fresh Produce Consortium ritiene che: "invece di fuorviare il pubblico verso un falso schema di eco-sostenibilità, perché non affrontare i veri nodi cruciali del cambiamento climatico e indurre comportamenti ben più utili e significativi per il benessere del pianeta?"

"Il tema delle cosiddette 'food miles' - sottolinea il Fresh Produce Consortium - riguarda semplicemente la distanza percorsa dal cibo per passare dal luogo di produzione a quello di consumo, mentre esistono chiaramente altri fattori relativi all'uso dei carburanti fossili e alle emissioni lungo il ciclo logistico su cui bisognerebbe concentrare l'attenzione. Come consorzio ortofrutticolo, sosteniamo pienamente l'esigenza di ridurre le emissioni di gas serra associate alla filiera alimentare, ma esortiamo fortemente a che la scienza non venga messa a tacere nella ricerca di soluzioni sostenibili".