Il virus CTV provoca infatti la necrosi delle cellule del sistema linfatico (floema) dell'arancio amaro, in prossimità del punto di innesto, impedendo alla linfa di giungere alle radici, che dopo qualche tempo collassano.
"Finché le precipitazioni piovose hanno fornito idratazione alle piante- spiega Enzo - il disseccamento è stato rallentato. Ora però che, al crescere delle temperature, l'albero già colpito da Tristeza tenta di assorbire nutrienti dal terreno, il crollo del suo sistema vascolare diventa inevitabile. Io personalmente sono molto preoccupato e bisognerebbe essere ciechi per non vedere quanto il problema sia grave."
Il collasso della pianta e il suo completo deperimento possono avvenire anche nel giro di pochi giorni.
Alla situazione già precaria si aggiunge un'altra legittima preoccupazione dell'agrumicoltore: "Cosa succederà con la rata IMU (imposta sui beni immobili) che grava sui terreni coltivati? Che dobbiamo fare nei casi in cui gli agrumeti saranno drasticamente danneggiati dalla Tristeza? Vorrei che qualcuno me lo spiegasse, e anche in fretta!".
Enzo Leonardo, come molti altri produttori agrumicoli siciliani, avverte un senso di abbandono e di impotenza: "Le tre principali organizzazioni agricole, che io non esito a definire "le 3 sorelle" si sono incontrate nei primi giorni di aprile 2013 con l'Assessorato all'agricoltura della Regione Siciliana. Mi risulta che anche il tema del CTV dovesse essere portato sul tavolo. Qualcuno conosce l'esito di questo incontro? Di che cosa si è discusso in quella sede? Quali le decisioni che ne sono scaturite? A me farebbe piacere saperlo!"
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