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Nuova Zelanda: un report mostra gli effetti della batteriosi del kiwi sulle esportazioni future

Un recente report prodotto dalla Lincoln University per l'ente neozelandese Kiwifruit Vine Health, descrive in dettaglio l'impatto della batteriosi virulenta del kiwi (PSA-V) sul settore e sulla comunità in senso più ampio, su un arco temporale a medio-lungo termine (fino al 2040), in base a 3 diversi scenari.

Il primo di questi è ciò che nel report viene definito Status Quo. Si basa sulla valutazione di Zespri relativa alla crescita del settore, con 5 anni aggiuntivi, poiché l'analisi originale era stata considerata troppo ottimistica. Secondo questo modello, la produzione totale di kiwi aumenterà del 48%, compreso un aumento del 150% nella coltivazione di kiwi Gold e altre nuove varietà, che dovrebbero raggiungere prezzi più elevati. Il modello iniziale di Zespri, sul quale si è basata questa proiezione, era stato elaborato per mostrare i progetti di Zespri finalizzati al raggiungimento di un target di tre miliardi di dollari di profitto dalle esportazioni entro il 2025.

Il secondo scenario è stato definito Assisted Recovery. Questo modello è basato sulla previsione settoriale di recupero se il credito bancario non sarà limitato dai criteri relativi al debito: cioè i coefficienti patrimoniali. In questo scenario, i produttori - specie quelli dell'area di Te Puke - rimuoveranno velocemente le piante di varietà Hort16A, optando in alternativa per la nuova varietà Zespri G3 (Gold 3). Te Puke dovrebbe rimpiazzare la Hort16A immediatamente dopo la raccolta 2012, mentre le altre regioni faranno lo stesso nell'arco di 4 anni.

Il terzo e ultimo scenario è quello maggiormente pessimista, nel quale una parte (57%) di produttori è incapace di avvantaggiarsi inizialmente della disponibilità di licenze per la varietà G3, poiché incapaci di garantire gli adeguati requisiti finanziari. Di conseguenza, il tasso di recupero dalla batteriosi risulta in tale scenario decisamente ed enormemente in flessione.

Ovviamente, la batteriosi ha avuto un impatto in tutte le aree del settore kiwi e un importante aspetto è rappresentato dal commercio d'esportazione. Il report guarda al potenziale di esportazione del settore per il recupero, in base a ognuno dei tre modelli, come si vede nel grafico sotto.


Rese previste per le esportazioni di kiwi per varietà, dal 2011 al 2021 (Total= totale; HW=Hayward; Gold=G3; NV=nuove varietà), per i tre scenari SQ (Status Quo), AR (Assisted Recovery) e UR (scenario peggiore).

In base al modello Status Quo, il report prevede che le rese di esportazione aumentino del 29% raggiungendo 144 milioni di vassoi entro il 2021. In base al modello Assisted Recovery l'aumento sarebbe più modesto (+15%), mentre in base al terzo modello, l'export aumenterebbe soltanto del 7% sullo stesso arco di tempo.

In base ai tre scenari delineati, il volume delle esportazioni non è l'unico dato a risultare differente; ci sono anche notevoli divari in quanto alle varietà di kiwi esportati. Per esempio, in base al modello Status Quo, la previsione è di una produzione crescente e perciò esportazioni di varietà ad alto valore nel periodo di 10 anni che parte dal 2011. Parallelamente, il modello prevede che la quota di esportazioni costituite dalla varietà Hayward dovrebbe drasticamente diminuire, passando dal 73 al 37%.

In base al modello Assisted Recovery, la parte di esportazione costituita da kiwi Hayward scenderebbe, ma non drasticamente, al 41%. In base al terzo modello, con una più lenta adozione delle nuove varietà, le esportazioni di kiwi Hayward dovrebbero diminuire solo fino al 57% delle esportazioni totali.

Ovviamente questo significa che i diversi scenari di esportazione previsti dai diversi modelli, rappresentano livelli diversi di profitto economico. Il rapporto si spinge fino a prevedere i rendimenti annuali di esportazione nel corso del periodo analizzato, in base a ciascuno dei modelli.



Profitti previsti per le esportazioni di kiwi per varietà dal 2011 al 2021, divisi per cultivar e scenario prospettico.

La differenza rappresentata dai vari modelli suggerisce ritorni più elevati, a medio termine, in base al modello Status Quo rispetto agli altri due scenari, con l'Assisted Recovery che genera più entrate del terzo modello. I valori presentati dai modelli di recupero alternativi a quello dello Status Quo non riuscirebbero a raggiungere i livelli di quest'ultimo nemmeno entro il 2021. Nel caso del modello Assisted Recovery, la varietà Gold e le nuove cultivar raggiungerebbero i livelli del modello Status Quo intorno al 2032, mentre le stesse cultivar, nel caso del terzo modello, li raggiungerebbero soltanto nel 2036.



Le differenze nei ritorni di esportazione tra lo scenario
Assisted Recovery rispetto allo Status Quo e il terzo modello (sempre rispetto allo Status Quo).

Come mostra il grafico, le differenze tra le diverse proiezioni si rivelano intorno al 2024. Da quel punto, infatti, il primo frutto della varietà G3 piantato e innestato dopo la stagione 2012 verrebbe raccolto. Tuttavia, dato che nel terzo scenario verrebbe impiantato un volume inferiore di G3, tra il 2018 e il 2019 questo modello genera un tasso più elevato di ritorni dalle esportazioni in quanto c'è ancora una quota superiore di terreno destinato a kiwi Hayward rispetto agli altri modelli.

Come appare chiaro dal report, c'è tutto ancora da Pianificare per garantire il recupero più agevole possibile. Gli effetti della fitopatia PSA, non solo sul settore ma sulle comunità in toto, sono sostanziali e di ampia portata. Un recupero costante, con volumi crescenti sul fronte del commercio da esportazione, avrà un impatto su un'ampia gamma di imprese, sui livelli di occupazione e sull'economia nazionale neozelandese nel suo complesso.

Traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: