Finocchio: un ortaggio da rivalutare
È noto fin dai tempi più antichi, soprattutto per i suoi semi e per il suo aroma, molto simile all'anice. Veniva utilizzato infatti per insaporire i cibi o per coprirne i difetti. Da ciò pare derivi il verbo "infinocchiare", nel senso di imbrogliare. Leggenda vuole infatti che gli osti offrissero del finocchio agli avventori per rendere accettabile il vino scadente.
Tipicamente invernale, ricco di acqua, privo di grassi e con pochissime calorie (meno di 10 per 100 grammi), il finocchio è l'alimento giusto per preparare l'organismo all'arrivo della primavera e per aiutarlo nel difficile esercizio della "remise en forme". L'elevato contenuto in fibre, oltre a contribuire al benessere dell'intestino, gli conferisce infatti un potere saziante di tutto rispetto e anche il bagaglio di nutrienti, benché non particolarmente "nobili" - non è poi da sottovalutare.
Possiede infatti quote di vitamine (A e C) e di sali minerali, tra cui spiccano calcio, sodio, fosforo e potassio. Ed è proprio l'alto tenore di quest'ultimo (414 mg per 100 grammi) a fornire al finocchio un certo "vanto" nutrizionale: il potassio infatti è un minerale essenziale per il corretto funzionamento dei nervi, dei muscoli e della trasmissione degli impulsi cardiaci.
La ricchezza in acqua, in potassio e il basso tenore di sodio conferiscono al finocchio proprietà naturalmente diuretiche; è in grado infatti di contribuire al rinnovamento idrico corporeo. Del finocchio sono note inoltre le proprietà aperitive, galattogene (stimola la produzione di latte materno) e carminative (combatte l'accumulo dei gas intestinali); proprietà - queste ultime - concentrate soprattutto nei semi, spesso usati come condimento e in infusione.
Fonte: repubblica.it