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Scheda prodotto - Il pesco



Il pesco (Prunus persica) è una specie dell’ordine Prunus che produce un frutto commestibile chiamato pesca.

Storia
Il pesco è un albero originario della Cina, dove fu considerato simbolo d’immortalità, ed i cui fiori sono stati celebrati da poeti, pittori e cantanti. Dall’oriente il pesco giunse al seguito delle carovane sino in Persia, da dove arrivò in Europa.

In Egitto, la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell’infanzia, tanto che ancora oggi le guance dei bambini vengono paragonate alle pesche, per la loro morbidezza e carnosità. Il frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C. e grazie ad Alessandro Magno si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo.


Fiori di pesco.

Coltivazione
La coltivazione del Pesco di solito viene avviata partendo da piante già innestate di un anno di età (astoni), acquistate presso i vivaisti. Tuttavia è possibile riprodurre questa pianta attraverso il seme, anche se la qualità dei frutti sarà piuttosto imprevedibile.

Si piantano in un composto da semina "standard" nella primavera successiva a quella in cui i semi stessi sono stati prodotti, dopo avergli fatto subire un adeguato processo di vernalizzazione, in natura o in frigorifero. Senza il giusto numero di ore di freddo, infatti, i semi non germinerebbero.

Il Pesco dovrebbe essere piantato in pieno sole, in un’area moderatamente ventilata per attutire i rigori delle gelate invernali e delle arsure estive. La messa a dimora dovrebbe avvenire all’inizio dell’inverno per lasciare alle radici il tempo di prepararsi per il risveglio primaverile. I filari nelle coltivazioni dovrebbero essere ordinati sull’asse Nord - Sud.

Irrigazione
Per una crescita ottimale, il Pesco richiede un'irrigazione regolare da aumentare poco prima della raccolta dei frutti per migliorarne il gusto.

Il pesco ha una maggiore necessità di azoto rispetto ad altre piante da frutto. La concimazione azotata incide positivamente sulla resa quantitativa e sulla pezzatura dei frutti, specialmente nelle cultivar precoci. L’eventuale clorosi o una ridotta dimensione delle foglie può essere un indice della carenza azotata, perciò è consigliabile intervenire con la somministrazione di un concime organico a basso rapporto carbonio/azoto o, meglio, un concime minerale a pronto effetto (nitrati).

La concimazione ordinaria, eseguita con concimi minerali ternari (NPK) o con concimi organici, si esegue a fine inverno, prima della ripresa vegetativa, ma risultati positivi si ottengono anche con la somministrazione, prima del riposo vegetativo, di concimi ternari contenenti azoto a lento rilascio.

Durante l’attività vegetativa primaverile e la prima fase di accrescimento dei frutti può rivelarsi utile, se non necessaria, la somministrazione di quantità moderate di concimi azotati.

Le concimazioni azotate tardive, eseguite nel corso della maturazione dei frutti o nel periodo tardo estivo, hanno invece effetti negativi: nel primo caso peggiorano le qualità organolettiche dei frutti (serbevolezza, sapidità, tenore in zuccheri), nel secondo caso ostacolano il processo di lignificazione dei germogli rendendo la pianta più vulnerabile alle gelate autunnali.

Gli eccessi azotati sono da evitare perché incidono negativamente sulla qualità dei frutti e rendono la pianta più vulnerabile agli attacchi dei parassiti fungini. Più che la quantità assoluta di azoto è fondamentale il rapporto azoto-potassio nella formula di concimazione, in quanto il potassio ha un effetto compensativo nei confronti degli eccessi azotati.

Cura del frutto
Il pesco è una pianta autoimpollinante perciò ha una percentuale di allegagione elevata, che segue di norma un’abbondante fioritura.


Una pianta fiorita di pesco.

Allo scopo di ottenere frutti di pezzatura adeguata è in genere necessario eseguire un diradamento, in modo da avere un rapporto equilibrato fra numero dei frutti e vigore vegetativo della pianta. Un eccessivo numero di pesche porta alla formazione di frutti piccoli, poveri di zuccheri e poco saporiti. Nei momenti di siccità è molto importante un’irrigazione supplementare.

Frutto
Le pesche sono carnose, succose e zuccherine, hanno la buccia di colore giallo-rossastra che può essere sottile e vellutata o liscia. La polpa è dolcissima e profumata e, secondo la varietà, può essere gialla o bianca con venature rosse più evidenti in prossimità del nocciolo che può essere aderente (pesche duracine) o non aderente (spiccagnole) alla polpa.


Pesche autunnali rosse.

Varietà
La pelle liscia ed il nocciolo libero (non aderente alla polpa), o meno (aderente alla polpa), distinguono la pesca propriamente detta dalle altre varietà prodotte dalla specie Prunus persica.

- "Pesca gialla": polpa succosa e profumata, con nocciolo libero, o meno, e pelle vellutata (ad esempio Springcrest, Springbelle, Royal Gem, Royal Glory, Flavorcrest, Redhaven).

- "Pesca bianca": polpa bianca e filamentosa, con nocciolo aderente, o meno (ad esempio Iris rosso)

- "Nettarina" o "pescanoce" (regionale "nocepesca"): sia a polpa gialla, sia a polpa bianca, dalla pelle liscia e rossastra, con nocciolo libero, o meno, (ad esempio Sbergia, Big Top, Stark Redgold, Venus, Rita star, Maria Laura, Adriana, Indipendence, Caldesi).


Nettarine.

- "Percoca": pesca da industria idonea alla trasformazione (ad esempio Romea, Andross, Babygold). Alcune varietà di percoca della Campania hanno la denominazione di prodotti agroalimentare tradizionale.

- "Merendella": pelle liscia e colore bianco-verde, con nocciolo libero, o meno, diffusa in Calabria.


Pesche "Merendelle", dette in Sicilia anche Sbergi o Sbeggi.

- "Pesca saturnina" o "Pesca tabacchiera" o "platicarpa": forma schiacciata, sapore intenso (alcune accessioni diffuse in Sicilia, altre ottenute tramite incrocio come, ad esempio, Saturn e la serie Ufo).

- Pesca di Bivona o "montagnola"


Pesche di Bivona, cultivar Agostina.

- Pesca di S. Sperate

Produzione
In Italia, la maturazione dei frutti avviene tra la prima e la seconda decade di maggio nelle zone meridionali, fino alla fine di settembre per le cultivar più tardive. In linea di massima le condizioni climatiche italiane e degli altri paesi mediterranei sono ideali per la coltivazione del pesco, che può sopportare limiti assai ampi, da minime invernali di anche -15 -18 °C fino ad ambienti subtropicali, dove il riposo invernale è alquanto limitato.

Il consumo annuo è di circa a 6,8 chili per abitante. Ogni anno, gli accordi interprofessionali fissano una data associata alle norme dei calibri, tasso di succo e peso da rispettare per poter commercializzare questi frutti. Più del 60% della produzione e commercializzazione avviene tra i mesi di luglio e agosto. Il profumo della pesca è dovuto alla combinazione di più di 80 sostanze, più o meno volatili.

Fonte: Wikipedia

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