Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Ma un prezzo basso non significa un prezzo equo!

Gran Bretagna: nuova guerra dei prezzi tra supermercati nella vendita di banane

I supermercati inglesi della catena Asda hanno nuovamente tagliato il prezzo delle banane. La rivista The Grocer ha riferito il mese scorso che il 13 agosto 2010 Asda aveva ridotto il prezzo delle banane ad un livello molto basso di 0,67 sterline/kg. Gli altri principali supermercati del Regno Unito hanno seguito l'esempio. Questi tagli sul prezzo hanno dato luogo a discussioni sull'etica delle grandi catene di supermercati.

Le riduzioni di prezzo non hanno nulla a che fare con quanto sta realmente accadendo nel settore delle banane, in quanto le vendite di banana sono relativamente stabili e non variano se si interviene sui prezzi di vendita al dettaglio.

Alistair Smith, coordinatore internazionale di Banana Link (nella foto), ha esposto chiaramente le sue preoccupazioni per questa pratica, nell'articolo di The Grocer. Egli ha dichiarato che, così facendo, si otterrà solo una svalutazione delle banane agli occhi del consumatore e si provocherà volatilità nel mercato.

Secondo i supermercati, invece, i fornitori di banane non risentirebbero delle riduzioni di prezzo, poiché sono i supermercati a rimetterci quando i prezzi sono bassi. Ai fornitori di banane equosolidali (Fairtrade) viene garantito un prezzo minimo da parte dei rivenditori; i fornitori tradizionali, invece, sono soggetti ai prezzi di mercato.

Forse le riduzioni di prezzo al dettaglio non producono immediate ripercussioni sulla filiera produttiva; fatto sta che, al momento della rinegoziazione dei contratti di fornitura, una pressione si esercita inevitabilmente sui produttori, cosa che si riflette in un rischio per i salari di quanti lavorano nelle piantagioni.

A causa del taglio dei prezzi da parte dei grandi supermercati, in risposta alla mossa di Asda, i distributori stanno attuando una stretta sulla catena di fornitura, a prescindere se si tratta di banane Fairtrade o no, denuncia Banana Link.

Banana Link richiama l'attenzione sul fatto che la guerra dei prezzi in corso nel settore delle banane convenzionali sta ostacolando una qualsiasi ulteriore crescita del mercato Fairtrade. In una lettera apparsa in The Grocer (28/08/10), Alistair Smith scrive:

"Non c'è dubbio che i fornitori tradizionali hanno dovuto mantenere i prezzi bassi in ogni nuova negoziazione con i distributori, non lasciando spazio a eventuali miglioramenti dei salari o delle condizioni di lavoro della base produttiva. Alcuni distributori avrebbero convertito il 100% delle banane in vendita in prodotto Fairtrade, se le successive differenze di prezzo tra convenzionale e Fairtrade non fossero state così grandi".

"Banana Link non crede che se i distributori fossero stati già impegnati al 100% nel commercio di banane Fairtrade avrebbero partecipato a questa guerra dei prezzi. Questi distributori dovrebbero rafforzare il loro impegno nel Fairtrade, abbandonando la loro guerra dei prezzi e lanciando, invece, un segnale ai consumatori sul fatto che un prezzo basso non equivale a un prezzo equo".

Nel frattempo, ci sono produttori che hanno cominciato a ribellarsi: vedasi il caso dei fornitori di banane delle Antille nei confronti della catena francese Intermarché.