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Dalla ricerca italiana, superverdure e superfrutti

Dopo una trentina d’anni di studi (partendo dai tartufi), il biologo Giusto Giovannetti, 61 anni, esperto di microbiologia della radice, al CCS Aosta, Centro di Colture Sperimentali è riuscito a far arrivare sul mercato i prodotti "micorrizati". Si tratta di ortaggi a foglia soprattutto, ma anche carote, cipolle, patate, erbe aromatiche, frutta di vario tipo, mais e grano, tartufi e persino vino (senza solfiti), tutti coltivati senza sostanze tossiche.

"Le micorrize sono insiemi di microrganismi che creano un’associazione simbiotica tra funghi e radici delle piante, fondamentale per la crescita della stessa - spiega Giovannetti - Questa risulta così più sana, più robusta, più resistente alle malattie con frutti di aspetto migliore qualità organolettiche superiori, profumo e pigmentazione più spiccati. Oggi però, con buona probabilità a causa dell’inquinamento chimico dei terreni, ci sono poche micorrize".

E qui entra in campo la biotecnologia. Per aiutare le piante a combattere in modo naturale contro i parassiti si inoculano nelle radici le micorrize necessarie: da 400 grammi a 200 kg per ettaro a seconda della coltivazione. Queste rinforzano l’apparato radicale facilitando l’assimilazione dei nutrienti e arricchiscono anche il terreno di biomassa organica rendendo fertili zone rese sterili da fitofarmaci e fertilizzanti chimici.

Il risultato? "Ortaggi, frutta, cereali più salutari con, in media, circa il 20 per cento di antiossidanti in più", dice Vincenzo Longo, responsabile dell’unità operativa dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del CNR di Pisa. Oggi in Italia gli ettari trattati con questa biotecnologia sono circa 70 mila.

Per ora la gran parte della produzione è destinata al mercato estero (Germania, Olanda, Inghilterra, Russia), dove c’è una estrema attenzione e richiesta di alimenti naturali. In Italia comunque la Micosan, l’azienda che ha il brevetto d’uso della nuova biotecnologia e sta mettendo a punto un disciplinare specifico per il suo utilizzo, ha appena iniziato a commercializzare i prodotti con il marchio "le Insalute" (vedi anche precedente articolo) in una sessantina di negozi in Piemonte (anche "Italy", a Torino).

Fonte: Bio Italia
Data di pubblicazione: