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A cura di Rossella Gigli

Gli agricoltori italiani sono seduti sulla loro ricchezza (e lo sanno?)

Fare impresa agricola oggi non è più come un tempo: in passato bastava il piccolo appezzamento di terra sapientemente coltivato per "campare la famiglia", ma quei tempi sono ormai morti e sepolti.

L'impresa agricola al giorno d'oggi richiede ben altre premesse e competenze rispetto a quelle dei nostri padri e dei nostri nonni: formazione specifica, ma anche studi di economia e business management; utilizzo disinvolto dell'informatica e conoscenza delle lingue straniere; confronto costante con quanto avviene nei paesi esteri o nelle realtà italiane che funzionano meglio; capacità di districarsi tra una serie di adempimenti burocratici spesso farraginosi; informazione e aggiornamento continui.

L'annata 2009 è stata fin qui, per molte produzioni ortofrutticole e agricole in genere, un annus horribilis, che ha esasperato molti produttori, portandoli a fare i conti con ritorni particolarmente insoddisfacenti (vedi articolo correlato).

Su queste pagine abbiamo già avuto modo di analizzare questo fenomeno e delineare alcune possibili soluzioni; oggi vogliamo proseguire lungo questa strada, ricordando a tutti gli agricoltori italiani che forse molti di loro sono seduti sulla propria ricchezza senza saperlo.

Ci riferiamo a quanto è già consolidata realtà in molti altri paesi europei: la compresenza, nell'azienda agricola, di più fonti diversificate di reddito, grazie soprattutto alla introduzione di nuove tecnologie per la produzione e cessione (cioè vendita) di energia elettrica e calorica prodotta da fonti rinnovabili.

Le aree rurali e forestali non sono soltanto ricche di "materia seconda" (i frutti e i prodotti della terra), ma anche di "materia prima" e di tanti scarti di lavorazione e sottoprodotti dell'attività principale, che possono essere tutti avviati alla trasformazione in energia verde.

Ne ricordiamo qui alcune tipologie, come elencate in un convegno UNIMA (Unione Nazionale Imprese di Meccanizzazione Agricola) del 2006:

Energia elettrica/termica – si può ottenere da colture ligno-cellulosiche che, attraverso combustione, massificazione o pirolisi, vengono trasformate in biocombustibili atti a generare energia elettrica e/o termica. Si utilizzano specie erbacee (sorgo, panicum, canna comune, ecc.) o arboree a ciclo breve (pioppo, eucalipto, ecc.). La produzione di energia elettrica ha rendimenti molto modesti (25-30%) che aumentano notevolmente con la contemporanea produzione di calore (cogenerazione) o anche di calore e frigorie (tri-generazione). Il problema principale è costituito dagli alti costi di trasporto e stoccaggio.

Biodiesel – utilizzabile per riscaldamento e/o come carburante per autotrazione, puro o miscelato con gasolio minerale. L’innovazione tecnologica consente oggi, infatti, di produrre non solo autoveicoli (es. Fiat e Magneti Marelli) ma anche trattrici agricole (es. Same-Deutz, New Holland, ecc) alimentabili fino al 100% con biodiesel. Attualmente la produzione di biodiesel non risulta ancora competitiva rispetto al gasolio di origine fossile. Tuttavia, la differenza di redditività tra biodiesel e gasolio potrebbe ridursi notevolmente, incrementando la produttività e riducendo i costi colturali. Le principali colture utilizzate allo scopo sono girasole, colza e soia.

Bioetanolo – consiste nella fermentazione aerobica e distillazione di biomasse vegetali zuccherino amilacee. Il prodotto è utilizzato nell’autotrazione sia tal quale sia in miscela con la benzina. Le colture più idonee alla produzione di bioetanolo sono cereali vernini, mais, barbabietola da zucchero e sorgo zuccherino.

Biogas – è destinato alla produzione di calore ed elettricità. Si ottiene con fermentazione anaerobica di materiali organici (es. liquami derivanti dall’attività zootecnica). A questi può essere aggiunta una quota di biomassa zuccherino-cellulosica (es. insilati di mais, ecc) per aumentarne la resa.

Per non parlare poi del fotovoltaico o dell'eolico!

Ricordiamo a tutti i nostri lettori che un'utile occasione di approfondimento sul tema dell'energia verde sarà offerta dall'evento Bioenergy Expo,in programma dal 4 al 7 febbraio 2010 a Veronafiere, in contemporanea con l’edizionenumero 109 di Fieragricola. Venticinquemila metri quadrati diesposizione (+60% sul 2008), con oltre 250 espositori, che servirà afare capire le potenzialità di sviluppo del settore, in cui l’Italia hamolto da recuperare sugli altri competitor internazionali (vedi precedente articolo).