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La ricerca e le buone pratiche agronomiche per contrastare il mal secco degli agrumi

A seguito delle numerose segnalazioni in merito all'aumento e alla diffusione del mal secco degli agrumi (Phoma tracheiphila) con deperimenti consistenti anche di giovani piante di limoni si è svolto - sabato 26 maggio 2018 alle ore 10.00 presso l'Ispettorato dell'Agricoltura di Siracusa - l'incontro su "Emergenza mal secco e avvio percorso valorizzazione patata di Siracusa" promosso dall'Assessorato Regionale dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea.



All'incontro, presieduto dal dirigente Generale del Dipartimento Regionale dell'Agricoltura Carmelo Frittitta hanno partecipato: Edy Bandiera, assessore regionale all'Agricoltura, alcuni esponenti esponenti delle OOPP e delle cooperative più rappresentative del territorio, Michele Giglio dirigente dell'Ispettorato di Siracusa, Sebastiano Vecchio -Unità Periferica Fitosanitaria di Siracusa, Giuseppe Taglia, dirigente responsabile Unità assistenza tecnica, Confcooperative Siracusa Legacoop, Anita Ierna del CNR Catania, il professore Nunzio Tuccitto docente presso il Dipartimento di Chimica dell'Università di Catania, Delfo Conti del servizio Fitosanitario Regionale e Daniele Tedeschi dell'Istituto di Ricerca scientifica Etica.

L'assessore regionale all'agricoltura, Edy Bandiera, nel suo breve intervento, ha sottolineato l'importanza del brand Sicilia ribadendo l'importanza dei controlli del Servizio Fitosanitario Regionale. In tal senso ha riferito circa il recente episodio che ha visto bloccare, al porto di Pozzallo, a seguito di un accertamento su una nave proveniente dal Kazakistan, cinquemila tonnellate di grano duro non idoneo per l'alimentazione umana.

FreshPlaza ha raggiunto telefonicamente il dottore agronomo Giuseppe Taglia che sull'emergenza mal secco così riferisce: "Questa fitopatia fungina rischia di mettere in ginocchio numerose aziende agricole del comparto limonicolo e di depauperare una delle più importanti risorse rurali del territorio a ridosso di Siracusa che, con circa 6.000 ettari, si conferma la capitale d'Italia per questo agrume. Le proiezioni dei prossimi anni prevedono un significativo incremento delle superfici, con nuovi impianti in conseguenza delle buone quotazioni di mercato sia per il fresco - circa 1.400 ettari dei limoneti dell'areale siracusano possono fregiarsi del marchio Limone di Siracusa IGP - sia per il trasformato"


"In questo momento siamo in una fase di emergenza della fitopatia. Il fungo attacca tutte le cultivar, e in particolare due varietà di limone: il 2KR, una varietà italiana a maturazione precoce e il Limone Verna, una varietà a maturazione tardiva diffusa prevalentemente in Spagna. Se da un alto le due varietà in questione presentano caratteristiche vegeto-produttive di pregio, dall'altra hanno manifestato una particolare sensibilità alla patologia fungina".

"La malattia si propaga attraverso le ferite della pianta in concomitanza di periodi umidi e piovosi o di situazioni climatiche avverse. I primi sintomi si manifestano sui rami e sulle foglie apicali, che mostrano decolorazioni e ingiallimenti soprattutto in corrispondenza delle nervature. Con il tempo, si verifica la caduta delle foglie e il disseccamento dei rametti; nel caso di infezioni della parte epigea, il decorso della malattia è lento e si ha l'emissione di numerosi polloni".


"Quest'anno, a causa di concomitanti avversità climatiche - in particolare le grandinate e il vento di febbraio/marzo - il fenomeno si presenta con maggiore virulenza. La violenza con cui si è abbattuta la grandine sulla pianta – sottolinea Del Vecchio - ha creato micro-ferite in tutta la pianta che hanno permesso al fungo di diffondersi all'interno della stessa con la conseguenza - soprattutto nelle piante giovani - del disseccamento".

"Il fungo entra nel circolo linfatico, occludendone i vasi e non permettendo così alle piante di approvvigionarsi degli elementi vitali, fino a provocarne la morte. Al momento abbiamo circa il 20-30% di agrumeti con piante di limone disseccate. Per quanto riguarda le piante adulte, invece, sono state necessarie drastiche potature per fermare il fungo e impedire ad esso di aggredire le radici".



Durante l'incontro, i relatori hanno posto in evidenza il problema e le possibili soluzioni per far fronte al mal secco dei limoni.

Carmelo Frittitta (in foto a destra) dirigente generale del Dipartimento Agricoltura presso l'Assessorato ha individuato delle azioni per contrastare la patologia; in primis implementare la ricerca scientifica nell'ottica del rinnovamento varietale finalizzato all'individuazione di varietà innovative che permettano di difendersi dl fungo.

L'obiettivo, nell'immediato, è avviare gruppi di lavoro con aziende agricole ed enti di ricerca per capire come prevenire il fenomeno. I gruppi di lavoro saranno coordinati da Giuseppe Taglia, in vista della fruibilità dei fondi comunitari destinati all'innovazione previsti dalla Misura 16.2 del Programma di Sviluppo Rurale, (Psr).

La seconda azione, riguarda altre due misure del Psr, la 5.1 e la 5.2 le quali prevedono rispettivamente: la possibilità di finanziamenti di impianti antigrandine, e un'assicurazione a copertura di eventuali danni degli impianti colpiti dal mal secco.

Delfo Conti del servizio Fitosanitario Regionale ha aggiunto: "La problematica del mal secco è un fenomeno secolare, grave e che non ha avuto la giusta attenzione. Interessa l'area di Siracusa e la costa ionica dell'isola, ma anche le coltivazioni vivaistiche di arancio amaro dell'area del messinese, con perdite stimabili intorno al 10-15%. In questo caso esiste anche un rischio occulto, che interessa la fase dell'innesto, quando si rischia di infettare perfino piante come l'arancio Tarocco (sono casi rari, comunque) se il portinnesto è infetto".

"Intorno agli anni Sessanta, ma anche Settanta e Ottanta del Novecento, furono sviluppate linee varietali tolleranti, che però vennero via via dismesse per preferire quelle più produttive. Attualmente bisognerebbe rimodulare l'applicazione del DL 17 aprile 1998 G.U. n° 126 del 02.06.98 in particolare l'art. 3 che regola le pratiche agronomiche da seguire in questi casi, per applicarle in base alle situazioni locali con interventi mirati a seconda della gravità della situazione. L'azione primaria del servizio fitosanitario è quella di accompagnare l'azienda verso una cura costante dell'impianto limonicolo al fine evitare la moria. La strada prioritaria da seguire è certamente la ricerca scientifica: esisterebbero già alcune linee resistenti derivate da incroci transgenici che però in Italia, al momento, sono vietati".

Cosa dicono le Aziende Agricole
Qui di seguito il parere di Giovanni Pezzino di Geronimo, direttore commerciale del marchio Il Limone del Barone, azienda ubicata a Carlentini (SR).

"Sebbene i nostri limoneti non siano interessati al fenomeno del mal secco, vorrei sottolineare che parte della responsabilità nella diffusione di questa fitopatia è aggravata dal comportamento irresponsabile di alcuni produttori i quali – è il caso di un nostro confinante - continuano a ignorare il decreto ministeriale di lotta obbligatoria del 17 aprile del 1998 che obbliga gli agricoltori a effettuare tutte le operazioni colturali necessarie per far fronte alla malattia. Ribadisco che, per senso di responsabilità e buone pratiche agronomiche, bisogna estirpare e distruggere con il fuoco le piante non risanabili, quindi tagliare e bruciare i rami infetti, e soprattutto portarli via dai terreni di provenienza, impedendo così la propagazione delle spore su piante sane nei terreni altrui. Rilevo un forte disinteresse - conclude l'imprenditore - da parte degli Enti competenti che dovrebbero esercitare i controlli necessari in merito all'applicazione della suddetta legge, che prevede sanzioni per le aziende inadempienti. Credo si stia fortemente sottovalutando un fenomeno di cui si prevede una crescita esponenziale. Forse ci accorgeremo della gravità del problema quando è ormai troppo tardi... così come è stato per il Citrus Tristeza Virus (CTV)".


Impianto presso l'azienda agricola Magliocco con reti di protezione
e barriere frangivento.

Azienda agricola Magliocco. "A Siracusa - racconta Giuseppe Taglia - solo l'azienda agricola Magliocco presenta limoneti di varietà Verna indenni dalla patologia in questione poiché in via preventiva ha coperto le piante di limone con reti protettive e barriere frangivento. L'azienda ha investito anche in agricoltura di precisione, nell'ottica della sostenibilità ambientale e del risparmio delle risorse idriche. Non si sono avuti danni da mal secco, segno che investire in innovazione porta i suoi frutti".