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Ieri siamo andati a fare spesa. L'opinione di Rosario Trefiletti, presidente Studi sul Consumo

Sacchetti biodegradabili: ecco cosa succede al supermercato

Ieri 3 gennaio 2018 abbiamo fatto, come milioni di italiani, la spesa in un supermercato. Scopo dello shopping: verificare la questione dei sacchetti biodegradabili per l'acquisto di frutta e verdura. La "querelle", rilanciata da mezzi d'informazione e rimbalzata su strumenti "social" come Facebook, sta nel costo di queste bustine: mediamente 2 centesimi a sacchetto che, secondo alcuni calcoli, faranno spendere a ogni famiglia dai 4 ai 12 euro in più l'anno a seconda del numero di acquisti. Il costo per singolo sacchetto è stabilito dal singolo supermercato (cfr. FreshPlaza del 3/01/2018).



Se da un lato i tanti che hanno gridato allo scandalo per questo "balzello", lo hanno fatto tramite uno smartphone del costo di centinaia di euro, dall'altro per certe famiglie si tratta di un piccolo aggravio che si aggiunge ai tanti esborsi mensili, che causano problemi nel far quadrare il bilancio.

Ci siamo recati presso un punto vendita in Emilia-Romagna e, in bella vista, vi era un cartello (vedi foto sottostante) che spiegava bene la nuova prassi. Da qui si evince che l'uso del sacchetto biodegradabile è obbligatorio e "non sono ammessi altri sacchetti al di fuori di quelli messi a disposizione in negozio". Quindi, vietato portarseli da casa.



Il costo è pari a 2 centesimi a sacchetto. Noi abbiamo acquistato due carote (origine Italia) e le abbiamo pagate 22 centesimi in quanto costavano 1,29 euro/kg ed erano 179 grammi di peso netto. Quasi viene a costare di più il sacchetto che non il prodotto, in questo caso...

Rosario Trefiletti, volto noto televisivo, ex presidente Federconsumatori e oggi presidente Isscon (Istituto studi sul consumo) ha rilasciato a FreshPlaza la seguente dichiarazione: "Non ho nulla in contrario su questi sacchetti biodegradabili, ma il costo non deve ricadere sul consumatore. E poi non mi piace questa modalità, che rischia di aumentare la quantità dei rifiuti, anche se compostabili".

I consumatori presenti nel punto vendita, da noi interpellati, non si sono mostrati particolarmente scioccati dal costo del sacchetto. "E' come quando si prende la busta alla cassa - ha detto una ragazza - Ha un costo e lo si paga".

"Però è la solita furbata per spillare soldi - le ha fatto eco un signore di mezza età - in quanto ci credo poco alla questione ambientale. Avessero avuto a cuore l'ambiente, avrebbero messo a disposizione sacchetti riutilizzabili più volte".

Il costo del sacchetto è stato aggiunto alla cassa, direttamente nello scontrino. La cassiera ha espresso la sua opinione a una signora in fila: "Si tratta di una vera e propria tassa. Tutto va al Governo, non al supermercato".