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L'avvocato Gualtiero Roveda spiega cosa si puo' fare e cosa no

Accordi e concorrenza in ortofrutta: l'Europa fissa i paletti

Lo storico accordo tra le due principali organizzazioni di produttori trentine - Melinda e La Trentina - ha suscitato grande eco mediatica nella stampa di settore. Un accordo tra imprese, un tempo rivali, per la commercializzazione dei prodotti è un aspetto sempre delicato, in ragione delle severe regole che disciplinano la concorrenza in ambito europeo. Chiediamo chiarimenti sulla normativa in materia all'avvocato Gualtiero Roveda, consulente di Fruitimprese.

FreshPlaza (FP): In ambito UE, quali sono i principi di riferimento della disciplina antitrust?
Gualtiero Roveda (GR): Il sistema giuridico europeo è fondato sulla scelta liberista. Il mercato deve essere regolato dal meccanismo della concorrenza, pur contemperato da una politica sociale rivolta a conseguire obiettivi non solamente economici. Le imprese sono, pertanto, tenute a competere fra loro e a non cooperare allo scopo di influenzare le condizioni di mercato a danno della concorrenza e, in ultima istanza, dei consumatori. A tal fine sono vietati gli accordi fra imprese, decisioni di associazioni d'imprese e pratiche che abbiano come finalità o risultato quello di impedire la concorrenza nel Mercato comune.

FP: L'agricoltura è soggetta a disciplina particolare?
GR: Le peculiarità del settore agricolo, vincolato a fattori biologici, meteorologici, climatici e ambientali, hanno indotto gli estensori del Trattato di Roma a stabilire regole specifiche per il comparto. In ragione di ciò è stata riconosciuta nell'ambito UE la priorità della politica agricola rispetto a quella della concorrenza, affidando al Consiglio il potere di decidere in quale misura le regole anti trust si applichino al settore. Però, attenzione, ciò non toglie che, in materia, le norme che tutelano la concorrenza rimangano pur sempre particolarmente severe. Il mantenimento di una concorrenza effettiva sui mercati dei prodotti agricoli è, infatti, tra gli obiettivi della PAC e della OCM.

FP: L'accordo fra Melinda e la Trentina come si profila sotto l'aspetto in questione?
GR:
Senza un compiuto esame degli atti non è possibile esprimere un giudizio. Posso solo dire che conosco di fama il collega Fabrizio Marchionni che ha curato l'operazione sotto il profilo giuridico. E' un professionista molto preparato sull'argomento: sono certo che è riuscito nel compito, non certo facile, di mantenere i termini dell'accordo su binari di stretta legalità.



FP: D'altronde, se i produttori non trovano il modo di aumentare il proprio potere contrattuale sono penalizzati da una situazione di mercato che presenta distorsioni di rilievo.
GR: E' vero. I processi di concentrazione attuati nel settore della distribuzione commerciale, sia attraverso forme strutturali di aggregazione, sia mediante accordi, quali quelli relativi alle centrali di acquisto, hanno generato gruppi di acquisto intermediativo che hanno alterato significativamente gli equilibri di mercato. Inoltre i nostri agricoltori sono messi in crisi dalla concorrenza di prodotti cui è assicurata competitività attraverso risparmi di costi ottenuti con lo sfruttamento di lavoratori e con metodi inammissibili sotto il profilo ambientale, sociale, etico. Tanto è che si parla di "dumping sociale". Il processo di globalizzazione richiede con urgenza l'elaborazione e la fissazione di regole nuove in materia. Le debolezze strutturali del sistema agricolo dimostrano che il mercato, se non è adeguatamente governato, non è in grado di funzionare. Un intervento Antitrust sul lato dell'offerta aggiungerebbe al danno la beffa!



FP: Ma, a livello UE, si sta affrontando il problema?
GR:
Dell'argomento si sta occupando anche Paolo De Castro, primo vice presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, impegnato sulla parte agricola del Regolamento Omnibus. L'esame del provvedimento è alle fasi finali con l'inizio dei confronti tra Parlamento, Commissione e Consiglio che devono accogliere o respingere le proposte di modifica approvate dal Parlamento. Tra i vari argomenti in esame vi è la questione di stabilire la prevalenza delle norme dell'organizzazione comune di mercato sulle Op rispetto a quelle della concorrenza per evitare che le Antitrust dei vari Paesi membri possano intervenire nei confronti delle Organizzazioni per violazione di regole sulla concorrenza. Il negoziato dovrebbe concludersi il prossimo 12 ottobre.