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Possibili modifiche ai controlli fitosanitari per gli agrumi da industria importati nell'UE

L'Unione Europea (UE) con la decisione di esecuzione 715/2016 della Commissione, ha ufficialmente avviato una modifica importante nel regime dei controlli fitosanitari effettuati nei punti di entrata comunitari sui frutti freschi di agrumi.

In particolare, la decisione riguarda i requisiti fitosanitari che debbono avere i frutti di agrumi per ridurre i rischi di introdurre una malattia di origine fungina pericolosa per gli agrumi, la Phyllosticta citricarpa, organismo che provoca la "macchia nera degli agrumi" (CBS-Citrus Black Spot)

Ma di cosa si tratta esattamente? Per capire meglio le dinamiche che muovono l'UE a prendere determinate decisioni, abbiamo contattato il dr. Rosario D'Anna, dirigente dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione Siciliana.

"Si tratta di una materia complessa - spiega il dirigente - a partire proprio dal patogeno fino a poco tempo fa non segnalato nel territorio dell'Unione Europea, ma che oggi preoccupa particolarmente in quanto, in una recente pubblicazione, alcuni ricercatori provenienti da istituzioni scientifiche sudafricane, brasiliane, cinesi e olandesi, affermano di averlo isolato su materiale vegetale (foglie cadute raccolte in giardini privati) campionato a Malta, in Portogallo e in Italia".


Dott. D'Anna del Servizio 4 Fitosanitario Regionale e Lotta alla Contraffazione

"Nella stessa pubblicazione i ricercatori affermano, però - continua D'Anna - che negli ambienti di coltivazione oggetto del ritrovamento non sono mai stati riscontrati i sintomi tipici della malattia. Pertanto, il monitoraggio nazionale, normalmente condotto per vigilare sulla presenza di fitopatogeni da quarantena sul territorio nazionale, è stato rafforzato per questo patogeno anche con esami specifici su materiale asintomatico".

Le numerose intercettazioni di frutti infetti hanno indotto l'Unione Europea a emanare una serie di decisioni per ridurre il rischio di introdurre la malattia da diversi paesi dove il fungo è presente (Brasile, Uruguay e Sudafrica), provvedimenti che sono state sostituiti dalla predetta 715/2016.

"Tale norma ha introdotto l'obbligo per il Paese esportatore di adottare un sistema di controlli, all'origine e alla partenza della merce - spiega ancora il dirigente - in grado di ridurre drasticamente i rischi di introduzione del predetto patogeno attraverso i frutti. Il protocollo è particolarmente rigido solo per i carichi destinati al consumo fresco. Per la merce proveniente da questi Paesi è previsto un sistema di tracciabilità che impone la registrazione e il controllo delle aziende che fanno parte della filiera di commercializzazione; in particolare, se la merce proviene da Uruguay e Sudafrica viene aggiunto anche l'obbligo di informazioni circa l'uso di trattamenti antifungini".

"Inoltre, all'arrivo della merce nell'Unione Europea viene imposto anche un sistema approfondito di controlli, in particolare - prosegue D'Anna - per la merce proveniente da Sudafrica e Uruguay. Il controllo deve essere effettuato su campioni di 200 frutti ogni 30 tonnellate. Come accennato in precedenza, però, la stessa decisione prevede un regime di controllo differenziato a seconda se si tratta di frutto destinato al consumo fresco oppure alla trasformazione in succo".



"Nel caso il prodotto sia destinato alla trasformazione in succo, i controlli ufficiali nei luoghi di produzioni e all'arrivo nei punti di entrata comunitari sono meno rigidi e sono compensati da controlli di tracciabilità che devono garantire che il prodotto, una volta introdotto nel territorio UE, venga effettivamente destinato e lavorato solo da industrie ubicate in territori dove non si coltivano agrumi. Si precisa che entro il tempo di scadenza della decisione (31 marzo 2019), probabilmente a breve, la UE modificherà gli allegati della direttiva (2000/29) che stabiliscono anche le condizioni particolari che devono soddisfare i frutti di agrumi in importazione e deciderà se introdurre definitivamente la procedura che stabilisce controlli differenziati a seconda della destinazione della merce".

Un tipo di modifica il cui corretto funzionamento è affidato, di fatto, alla idonea applicazione dei controlli di tracciabilità della merce. Verifiche che dovranno impedire, essenzialmente, che la merce importata per scopi industriali, quindi con controlli meno rigidi, venga destinata fraudolentemente al mercato del fresco, invece che alle industrie operanti in siti lontani dai luoghi di produzione degli agrumi.

"Si auspica che la UE riservi particolare attenzione anche ad altri pericolosi patogeni degli agrumi - conclude D'Anna - come i batteri Xanthomonas citri pv. citri e lo Xanthomonas citri pv. aurantifolii, agenti del cosiddetto 'cancro degli agrumi', già causa di ingenti danni negli agrumeti del continente americano, e che potrebbero essere introdotti accidentalmente mediante l'importazione di frutti freschi".