CETA: opportunita' di mercato per l'ortofrutta IGP. Ma chi sara' in grado di coglierla?
Gli ortofrutticoli sopra citati avranno una maggiore tutela. Rientrando in questo accordo, l'esportazione avrà meno vincoli dal punto di vista burocratico/fitosanitario, come invece anche lo scorso anno è capitato per il kiwi italiano da esportare in Canada (cfr. FreshPlaza del 14)09/2016).
Ciò non significa che ci saranno compratori pronti a importare tonnellate di prodotti italiani; vuol solo dire che ci saranno meno ostacoli. Poi dipenderà dall'abilità di ciascuno farsi conoscere all'estero e convincere gli importatori.
Lavorazione a mano del Radicchio Tardivo di Treviso Igp, inserito negli accordi CETA
Ad esempio, Denis Susanna, direttore del Consorzio di Tutela Radicchio Rosso di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp, spiega che "valutiamo il CETA come il bicchiere mezzo pieno. Magari non è il miglior accordo possibile, ma in questa fase pone dei paletti. Per quanto ci riguarda, sappiamo che in Canada c'è una forte comunità italiana che cerca il nostro prodotto. Molti emigrati italiani sono di origine veneta".
"Il radicchio Rosso di Treviso è molto imitato e il CETA dovrebbe porre dei freni, valorizzando di più il prodotto autentico. Grazie alle esportazioni via aerea, possiamo far giungere in poco tempo il prodotto top di gamma per l'alta ristorazione e le boutique dell'ortofrutta".
Denis Susanna, direttore del Consorzio di Tutela Radicchio Rosso di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp
Ma non tutti hanno le basi, l'organizzazione e le capacità del Consorzio di Treviso. Sorge un dubbio: chi mai comprerà determinati prodotti italiani Igp in Canada, quando quasi non esistono neppure in Italia? Un esempio lampante è la Pesca e Nettarina di Romagna Igp.
Attualmente ogni Op confeziona un certo quantitativo a marchio con la linea premium di pesche e nettarine, ma onestamente il loro peso e la visibilità in Italia è praticamente zero. Quali consumatori italiani conoscono questo prodotto? Pochi. Pochissimi. Ecco, alla luce di questo fatto emblematico, è da verificare se i distributori canadesi vorranno valorizzare tali prodotti e come saranno gestibili dal punto di vista logistico.