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Accordo ChemChina-Syngenta approvato da USA e UE, con condizioni

La Commissione europea ha approvato, con condizioni, l'operazione di acquisizione della svizzera Syngenta da parte di ChemChina. L'accordo da 43 miliardi di dollari, già approvato dalla Federal Trade Commission degli Stati Uniti, fa quindi un ulteriore passo avanti verso un perfezionamento atteso ora entro la fine del secondo trimestre.

Per il via libera definitivo mancano i pareri delle autorità di Cina, India e Messico ma il semaforo verde accesso dalla commissione per il commercio degli Stati Uniti e ora dalla Commissione europea rappresentavano alcuni degli ostacoli di maggiori rilievo dell'iter normativo.



Bruxelles ha comunque imposto una serie di dismissioni per accendere il semaforo verde. Le cessioni riguardano diversi business nel campo degli agrofarmaci di Adama Agricultural Solutions Ltd., azienda agrochimica australiana controllata da ChemChina. Anche l'ok delle autorità statunitensi è subordinato allo stop alla produzione di tre agrofarmaci per evitare problemi di monopolio sul mercato.

Coldiretti: con fusione il 70% mercato in mano a 3 gruppi
L'acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina chiude il cerchio di una manovra che porta il 70% mercato degli agrofarmaci e il 60% delle sementi nelle mani di sole tre multinazionali, dopo la fusioni tra Bayer e Monsanto e tra DuPont e Dow Chemical, con effetti devastanti per la concorrenza e per il potere contrattuale degli agricoltori. Ad affermarlo è la Coldiretti nel commentare il via libera della UE alla vendita della multinazionale svizzera al gigante cinese dell'agrochimica.

Una manovra determinata dal fatto che secondo la Coldiretti le multinazionali hanno tutto l'interesse a concentrare la commercializzazione di fitofarmaci per garantirsi profitti in un momento in cui, tra l'altro, il mercato europeo, anche per i nuovi indirizzi di Politica Agricola Comunitaria finalizzati a garantire processi di produzione a basso impatto ambientale, hanno determinato una sensibile riduzione nell'uso dei prodotti fitosanitari, aumentando peraltro anche lo squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori.



Ma la concentrazione nelle mani di pochi determina - spiega la Coldiretti - anche il pericolo di indirizzare la produzione esclusivamente verso i tipi di coltivazioni più diffuse, proprio in un momento in cui i cambiamenti climatici stanno portando alla nascita di nuove fitopatologie, sulle quali occorrerebbe intervenire per tutelare adeguatamente il lavoro dei produttori che hanno puntato sulla qualità e sulla biodiversità.

La concentrazione del mercato degli agrofarmaci nelle mani di tre aziende - ricorda Coldiretti – conferma il trend che vede dieci multinazionali del cibo nel pianeta controllare il 70% del mercato alimentare attraverso 500 marchi, con pesanti effetti sui rapporti contrattuali con il settore agricolo frammentato in 570 milioni di aziende agricole nel mondo. Colossi che sono oggi in grado di condizionare non solo i mercati, ma anche le politiche di sicurezza alimentare e ambientale dei governi nei diversi continenti con effetti anche sulla salute dei cittadini.

Fonte: syngenta.com / italiaoggi.it / coldiretti.it
Data di pubblicazione: