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Intervento del viceministro Andrea Olivero al Forum della Cdo Agroalimnetare

La prossima Pac dovra' sostenere le aziende innovative

"Spesso siamo noi del mondo imprenditoriale a non capire cosa vogliono i consumatori". Si è aperto con questa riflessione di Andrea Vai, dirigente d'azienda, il 14esimo Forum della Cdo Agroalimentare svoltosi a Milano Marittima (Ravenna) venerdì 27 e sabato 28 gennaio 2017 (320 i partecipanti).


Camillo Gardini, presidente Cdo agroalimentare.

Il Forum, coordinato da Camillo Gardini, Angelo Frascarelli e Simone Pizzagalli, è partito da una domanda: qual è lo stato dei consumi in Italia? Ormai è sotto gli occhi di tutti che sono in forte calo ci sono proteine animali, farine, zucchero, latticini, mentre crescono le proteine vegetali, semi, frutta secca, prodotti ricchi di servizi.

Roberto Simonetto, direttore vendite di Carrefour ha confermato che tempo fa il cliente era l'ultima delle preoccupazioni. "Da qualche anno, invece, il cliente è diventato una persona. Il cliente cambia molto rapidamente e noi dobbiamo adeguarci alla sua dinamicità. Le strategie vanno modificate-adeguate ogni 12-18 mesi".


La platea del Forum 2017 con 320 iscritti.

In Carrefour l'ortofrutta è fondamentale, ha spiegato Simonetto, con una prima fascia di alta qualità e poi una seconda più commerciale. Due livelli diversi di prezzo e qualità, per avvicinarsi di più alle diverse esigenze dei clienti.

Nella seconda giornata è intervenuto il viceministro Andrea Olivero: "In Italia non abbiamo le caratteristiche per puntare sulle quantità. Su questo aspetto e sui prezzi non siamo competitivi. Non possiamo rassegnarci al fatto di essere fuori mercato, ma le caratteristiche stesse del nostro territorio non ci permettono di essere molto competitivi. Allora occorre muoversi verso scelte precise. Le strategie del Ministero sono quelle di incentivare l'innovazione di processo e di prodotto. Però fatichiamo a concentrare risorse per l'innovazione. Nella prossima Pac dobbiamo premiare e valorizzare coloro che sanno innovare, o rischiamo di rimanere zavorrati a processi che non hanno la possibilità di mantenerci sui mercati".


Primo a sinistra, il viceministro Olivero. Al centro, il professor Angelo Frascarelli.

Olivero ha poi posto l'accento sull'origine del prodotto. "Vogliamo sostenere la tracciabilità. Crediamo che se al consumatore viene proposto un prodotto riconoscibile, i nostri produttori ne guadagneranno. E diciamo no a barriere od operazioni protezionistiche. Sentiamo di derive protezionistiche ma sarebbe folle seguire questa strada, dato che dobbiamo esportare e quindi dobbiamo pensare a mercati aperti, non chiusi. Però dobbiamo avere la certezza dell'origine. Sono passaggi che riteniamo fondamentali sotto questo profilo, collegando la qualità al territorio, e certificandola".


L'innovazione in ortofrutta passa anche attraverso le nuove varietà.

Come dare reddito alla qualità? Recuperando i margini di efficienza nella produzione e nella distribuzione. Facendo massa critica, perché "piccolo è bello non da solo, ma in rete; allora meglio costruire aggregazioni di prodotto. Quando si parla di crisi dell'ortofrutta, penso a certe province dove si contano fino a 17 Op ortofrutticole. Che senso ha?", ha concluso Olivero.