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Prove in campo su kiwi con reti fotoselettive gialle

Puntare sulle reti per proteggere da insetti, grandine, pioggia e migliorare la qualita'

In frutticoltura le reti sembrano essere ormai la soluzione da praticare per proteggere il raccolto da diversi tipi di avversità. Se ne è parlato il 26 gennaio 2017 a Verona, durante un convegno organizzato presso Verona Mercato in collaborazione con Camera di Commercio, associazioni di categoria e collegio dei periti agrari.

 

"Nate come antigrandine - ha detto l'agronomo Michele Bravetti - oggi le reti si applicano anche a protezione della pioggia contro il fenomeno del cracking e come anti-insetto per Carpocapsa, Drosophila e cimice asiatica e anche anti-intrusione contro gli uccelli. Ma non va trascurata neppure la prospettiva di un miglioramento della qualità tramite le reti colorate".



Bravetti, agronomo libero professionista, riporta i dati delle reti fotoselettive (quelle colorate) Iridium. "Si distinguono per la capacità di modificare la luce. Sia dal punto di vista della quantità di luce, grazie a diversi livelli di ombreggiamento, sia come qualità, dato che influenzano lo spettro e la lunghezza d'onda oltre che la diffusione stessa".

Le reti nere tradizionali, se da un lato limitano i danni da ustioni solari, dall'altro influenzano negativamente la colorazione dei frutti e ritardano la maturazione. Le reti neutre (bianche) migliorano la colorazione della frutta, però non proteggono dalle ustioni e hanno una minor resistenza meccanica.



Una prova svolta a Sermoneta (Latina) ha dimostrato che il kiwi (a polpa gialla, in questo caso), coltivato sotto reti gialle, presenta un netto aumento della sostanza secca dallo stacco al terzo mese.

Un'altra prova, ad Aprilia (Latina) su kiwi verde, ha dimostrato come la rete gialla abbia influito positivamente sul numero di frutti a pianta (728 contro 560 della rete neutra) e sulla sostanza secca (15,5% contro 15%).