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Ieri a Verona un convegno sugli insetti alieni

Cimice asiatica: alcune reti anti-insetto hanno un'efficacia del 99%

Halyomorpha halys (cimice asiatica) è in continua espansione nel territorio italiano. Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia e ora anche Veneto sono le regioni dove è maggiormente diffusa. Con le reti anti-insetto si raggiunge il 99% di contenimento.

H. halys è una specie polifaga, particolarmente attratta da pomacee e drupacee e gradisce oltre 300 specie ospiti. Segnalazioni sono giunte anche da Friuli Venezia Giulia, Trentino e centro Italia. Alcune prove su pero hanno dato ottimi risultati nella lotta, come ad esempio l'uso di reti monoblocco o monofila.


Tutto esaurito a Verona al centro congressi di Verona Mercato per il convegno sugli insetti alieni.

Sono alcune delle notizie emerse ieri mattina a Verona, durante il convegno "I nuovi e temibili insetti alieni", svoltosi presso la sala convegni di Verona Mercato con la collaborazione di Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Confcooperative e collegio dei periti agrari.

"La cimice asiatica è in continua espansione – ha esordito Stefano Caruso del Consorzio fitosanitario di Modena – sul territorio italiano. E' difficile da contrastare perché sono 5 i suoi stadi, che vanno controllati in quanto dannosi. Il monitoraggio è indispensabile, ma gli strumenti a disposizione non sono ottimali. Al momento si usano trappole aggreganti a feromoni. La lotta chimica non è risolutiva. Occorre cercare soluzioni integrative "tattiche" e integrate come gestione del perimetro del frutteto, trap crop, attract&kill".


Stefano Caruso

Per Trap crop si intendono piante trappole sui bordi della coltura, come leguminose precoci. Attract&kill sono trappole che concentrano gli insetti all'esterno del frutteto per poi fare trattamenti mirati per un abbattimento massivo. Si è però ancora a livello di sperimentazione.

Caruso ha presentato i risultati delle prove degli ultimi due anni effettuate con reti anti-insetto. L'efficacia non è totale, ma gli adulti e le ninfe vengono in gran parte intercettati. "Occorre fare attenzione agli individui che svernano nel frutteto – si è raccomandato Caruso – svolgendo continui controlli ed eventualmente effettuando qualche trattamento insetticida".

Le reti possono essere pensate a blocchi, cioè coprenti più file, o monofila. Queste reti anti-insetto possono rappresentare un valido strumento per il controllo della cimice asiatica e sono in pratica l'unica possibilità di difesa in regime biologico. Se non si può affrontare l'investimento di reti anti-insetto, si può pensare di adattare le reti antigrandine.



"I primi risultati – ha concluso Caruso – sull'efficacia delle reti sono i seguenti. Reti monoblocco, applicate a maggio, hanno mostrato un'efficacia del 93,3% rispetto ai pereti scoperti. Rispetto alle reti monofila, (tardivo con applicazione al 5-10 giugno in aziende con pressione molto elevata) l'efficacia è stata del 69,2% al centro e del 70,5% al bordo. La monofila precoce, con applicazione a fine aprile, ha mostrato un'efficacia del 99%. L'adattamento di reti antigrandine ha dato risultati più che discreti: 81,7% di efficacia al centro e 79,5% al bordo". In Emilia Romagna si stima che i pereti protetti da antigrandine siano pari al 25%.

Per i costi stimati delle reti per altezze di 4 metri (manodopera compresa, Iva esclusa) la soluzione più economica è l'adattamento delle reti antigrandine con un costo preventivato (da due imprese) pari a 1000-2000 euro compresi archetti di agevolazione. Un monoblocco nuovo costa attorno ai 20-22mila euro ad ettaro. La monofila costa da 20 a 25mila euro all'ettaro.

I danni si vedono in campo, ma emergono anche problemi nel post raccolta, con ulteriori manifestazioni che non si vedono in campo, anche perché dalla puntura su pera e manifestazione del danno passano anche 20 giorni.