Nel periodo delle festivita' atteso un aumento del consumo di frutta esotica
Vedi alla voce papaya fresca dove, riprende, "per avere un prodotto di alta qualità devi passare dalla merce importata per via aera dal Brasile, dove praticamente la produzione copre 12 mesi dell'anno". Questo ovviamente si ripercuote sui prezzi, che sono doppi, se non tripli o più, rispetto ad altre tipologie di frutta nostrana: per della papaya importata per via aerea "siamo circa sui 4 euro/kg; un prezzo pressoché costante lungo tutto l'anno, perché la voce di costo maggiore è il trasporto, che è una spesa fissa. Paradossalmente, si può dire che in una cassa di papaya quello che costa di meno è il frutto".
Il mercato all'ingrosso di Bologna. (Foto d'archivio)
Chiaro: è comunque possibile trovare anche della papaya a prezzi più accessibili, anche nell'ordine di 2/2,50 euro/kg, ma parliamo di frutta importata via mare da Ecuador e paesi del'Africa Centrale, come la Costa d'Avorio, e soprattutto parliamo di un frutto di una qualità diversa, che si è fatto diverse settimane in container. Anche per questo, ad oggi, "sui mercati tradizionali la maggior parte della papaya venduta è importata via mare", spiega il grossista.
Al pari della papaya, anche il consumo italiano di avocado e mango sta crescendo. Il primo "sta prendendo sempre più piede, e si iniziano a vendere e consumare anche varietà più particolari e pregiate come l'Hass. Sulla frutta esotica (in Italia, ndr) ci stiamo erudendo"; in questo momento si parla di un prodotto importato via nave da Israele, il principale mercato d'approvvigionamento, e, in misura minore dalla Spagna. Un mese fa sul mercato c'era l'avocado sudafricano.
Il mango invece merita un discorso a sé, perché se è vero che i suoi consumi stanno aumentando, l'anno scorso si è registrata, in Europa, una certa impasse, soprattutto a causa degli attentati terroristici a Parigi, mentre per quest'anno "si stimano degli arrivi di mango in Europa inferiori del 30/40% rispetto al normale, a causa soprattutto della siccità registrata in Perù e che ha portato a frutti di piccolo calibro".
Nonostante la crescita dei consumi, quello della frutta esotica è ancora un mercato di nicchia, con l'Italia fanalino di coda in Europa: "Rispetto a noi – conclude - paesi come la Francia, la Spagna, la Germania, il Regno Unito, anche il Portogallo, sono, sul fronte dei consumi, avanti anni luce"; del resto si tratta di paesi che hanno tutti una lunga e forte tradizione in tema di immigrazione, complice anche il fatto che molti sono ex paesi coloniali.