Ddl agrumicoltura presentato in Senato: i commenti degli interessati
"L'intento comune è quello di far approdare in Parlamento un testo organico e completo, che valorizzi e salvaguardi l'intero comparto, in tutto il Paese e ancor prima in Sicilia". E' quanto afferma Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, a margine della conferenza stampa di presentazione del disegno di legge, cui hanno presto parte anche i rappresentanti di Confagricoltura, CIA e Italia Ortofrutta.
Arrivare a un piano di settore nazionale
Secondo Argentati, serve immediatamente la costituzione di un tavolo tecnico con le rappresentanze regionali, prime fra tutte quelle siciliane, poiché quando si parla di agrumi non si può prescindere dalla Sicilia.
Tale piano, già in realtà elaborato per obiettivi dalle rappresentanze siciliane della filiera agrumicola e dal Distretto Agrumi, deve affrontare con maggiore determinazione il problema della Tristeza Virus e la salvaguardia e la valorizzazione della qualità e delle eccellenze della produzione nazionale, promuovendone il consumo del fresco e del trasformato.
A cominciare dalla proposizione di bevande al 100% a base di agrumi, al triplice scopo di aumentare i consumi di arance di calibro medio-piccolo, favorire un'azione di sensibilizzazione ad una più sana alimentazione e dare un serio e concreto contributo ad un comparto come quello agrumicolo ancor oggi settore portante per l'economia della Sicilia e non solo.
"E' necessario, inoltre – aggiunge Argentati – che le istituzioni garantiscano maggiori tutele, innanzitutto fitosanitarie, sui prodotti importati e attuino interventi mirati a rendere competitivi i nostri costi di produzione della filiera".
Commenti positivi sono stati espressi anche da Giosué Catania, vice presidente CIA Catania e da Gerardo Diana, responsabile nazionale agrumi di Confagricoltura
"Accogliamo con favore la presentazione del disegno di legge – dice Vincenzo Falconi, Direttore di Italia Ortofrutta - che riporta l'attenzione delle istituzioni su un settore strategico dell'ortofrutta italiana, importante per le aree del meridione. Auspichiamo che il Piano di Settore veda le organizzazioni dei produttori come perno di scelte strategiche e condivise al fine di incrementare e migliorare l'orientamento verso il mercato e l'apprezzamento commerciale".