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Vincente la scelta della cooperazione Nord-Sud e l'innovazione

OrtoRomi festeggia i 20 anni con un fatturato di oltre 80 milioni di euro

L'Anno Zero è stato il 1996, quando Elio Pelosin (nella foto a destra) e Rino Bovo, già imprenditori agricoli, uniscono le loro forze e fondano OrtoRomi, oggi una delle aziende leader nei prodotti ortofrutticoli, specie insalate di I e IV gamma.

In questi giorni l'azienda di Borgoricco (PD) ha festeggiato i 20 anni da quella data con una tre giorni dedicata a produttori, dipendenti, soci e stakeholders, e il simbolico taglio del nastro alla struttura di lavorazione nel padovano, nonché sede del gruppo.

Tuttavia è raro che, per un'azienda, sia solo una la data da ricordare; tanto più se parliamo di un'impresa come OrtoRomi, che stima di chiudere il bilancio 2016 con oltre 80 milioni di euro di fatturato, e per la quale di date che hanno segnato altrettante svolte ne possiamo trovare almeno altre tre.


Durante la visita in galleria all'impianto OrtoRomi di Borgoricco (PD).

La prima nel 1999, quando l'azienda inizia a commercializzare insalate di IV gamma, già lavate e pronte al consumo. La seconda invece risale esattamente a 10 anni fa (2006), quando OrtoRomi sceglie di darsi come forma di gestione quella della cooperativa, per poter gestire l'intera filiera dal seme alla vendita finale del prodotto.


Uno dei primi step di lavorazione all'interno dell'impianto: il taglio dei cuori.

La terza data da ricordare è il 2007 quando in OrtoRomi entra Giuseppe Senese (riconosciuto come uno dei tre soci fondatori dell'OrtoRomi che conosciamo oggi, ndr) e la sua azienda agricola nella Piana del Sele, a Bellizzi (SA). Quest'ultima operazione permette alla cooperativa di avere disponibilità di prodotto per 365 giorni all'anno, come chiede la Gdo, e di fare letteralmente un salto di categoria perché, se nel 2006 fatturava 20 milioni di euro all'anno e aveva poco più di 160 dipendenti, quest'anno siamo a un fatturato quattro volte superiore e più di 600 dipendenti, con due stabilimenti di lavorazione a Borgoricco per il Nord Italia, e a Bellizzi e per il Centro-Sud.


La sezione di confezionamento. L'impianto nel padovano ha 16 linee di confezionamento.


Da allora, la compagine societaria si è allargata e oggi comprende 9 soci ed è indubbio che la decisione di trasformarsi in cooperativa di produttori sia stata una di quelle fondamentali per arrivare al successo di questi anni. "La fortuna di OrtoRomi - ci spiegano durante un breve tour presso l'impianto di confezionamento di Borgoricco, capace di lavorare da 50mila a 70mila colli al giorni su 16 linee - è che in una cooperativa agricola i nostri titolari sono i titolari delle aziende agricole fornitrici"; e questo è legato al prodotto conferito perché "la qualità di un prodotto non sta nel fatto che dura di più, ma nel fatto che fino all'ultimo giorno è buono come il primo. Il consumatore ricompra i nostri prodotti perché sono sempre buoni, non puzzano e restano croccanti fino all'ultimo giorno. La qualità si fa in campagna: un prodotto bello lo puoi manenere bello, ma uno brutto non lo puoi far diventare bello".

"Qui (in OrtoRomi, ndr) - spiega il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini (nella foto a destra), intervenendo al ventennale - ci sono le risposte alle domande che il Paese nel suo complesso si pone. L'agricoltura ha retto meglio di altri settori alla crisi, ma io non sono uno di quelli che pensano che il futuro sia roseo per tutti. Sono già uscite e usciranno in futuro dal sistema migliaia di aziende agricole: quelle che non hanno successione, quelle che hanno esaurito il proprio ruolo, e quelle che non hanno avuto la capacità di integrarsi in una filiera capace di arrivare sul mercato. Se questi tre (i tre soci fondatori di OrtoRomi: Elio Pelosin, Rino Bovo e Giuseppe Senese, ndr) non avessero capito che era meglio unirsi, avrebbero avuto lo stesso destino".

Ma se è indubbio che quella di associarsi sia stata per OrtoRomi una scelta vincente, non è stata l'unica e va anche ricordato come l'azienda abbia sempre puntato all'innovazione: "Negli ultimi anni - commenta l'assessore allo Sviluppo Economico della Regione Veneto, Roberto Marcato (nella foto a sinistra), elogiando il caso OrtoRomi - abbiamo pensato troppo alla difesa, a come difenderci dalla contraffazione, a come difenderci da chi all'estero produce a costi minori, e ci siamo mossi troppo poco all'attacco, pensando poco alla ricerca e all'innovazione. Pensare di restare e di affermarci sul mercato facendo quello che abbiamo già fatto per 20/30 anni è una strategia perdente".