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Dagli USA nuove strategie di lotta

Gestire confini e bordure per combattere la cimice asiatica

Halyomorpha Halys, alias la cimice asiatica, è oggi uno dei maggiori spauracchi per il frutticoltori. Per combattere quest'insetto si stanno moltiplicando i progetti di ricerca: i primi risultati di uno di questi sono stati presentati ieri a Campogalliano (MO), presso l'azienda dove è stata condotta la ricerca finanziata dal PSR emiliano-romagnolo è portata avanti dall'Università di Modena e Reggio Emilia, dal Consorzio Fitosanitario di Modena, da Astra - Innovazione e Sviluppo e da diverse OP.


Un momento dell'incontro di ieri a Campogalliano (MO).

La ricerca vuole replicare in Italia le più moderne esperienze statunitensi, dove c'è molta più sperimentazione sul controllo di quest'insetto. Negli States infatti tutto un filone di ricerca si sta orientando verso la gestione, attraverso trattamenti fitosanitari, del perimetro del frutteto, da dove cioè arriva la cimice.

Non va infatti dimenticato che parliamo di un insetto polifago per cui pere, mele, pesche e uva sono solo uno dei tanti alimenti della loro dieta. Non solo, perché anche dall'esperienza italiana si è notato che negli stessi appezzamenti la via d'ingresso dell'insetto, tanto quest'anno quanto in quelli passati, è sempre, bene o male, la stessa.

Per la ricerca presentata ieri, la scelta del pereto (William e Abate) su cui effettuare i test non è stata casuale: parliamo infatti di un appezzamento circondato da bordure e siepi, covi perfetti per la cimice asiatica.

Nel dettaglio, la ricerca ha impiegato 11 prodotti fitosanitari - utilizzabili o perché registrati appositamente, oppure perché concessi in deroga - secondo tre strategie diverse, nel periodo tra fine maggio e la fine della ricerca, coincisa con lo stacco dei frutti. Delle tre strategie portati avanti, una era quella più classica: una serie di trattamenti in pieno campo. Alla fine della ricerca erano stati effettuati, in questo caso, una decina di trattamenti.


Il folto pubblico ieri a Campogalliano (MO).

Una seconda strategia prevedeva invece di fare trattamenti a file alterne: trattata una cioè, quella successiva non veniva trattata, e così via. in questo caso sono stati effettuati 6/7 trattamenti.

L'ultima, e forse la più originale strategia prevedeva interventi diversi tra la bordura (leggasi le prime 2/3 file ai bordi e le piante in testata, ndr) del pereto e il suo centro: per il primo sono stati fatti, nel periodo della ricerca, 6 interventi; per il secondo invece la linea della ricerca era invece quello di intervenire solo in caso di necessità, cosa che si è resa necessaria 5 volte, con altrettanti trattamenti.

Terminati i trattamenti e raccolti i frutti, è stato rilevato che la percentuale di danno in tutte e tre le strategie era pressoché la stessa: tra il 3 e il 5% di danni ai bordi e tra lo 0 e il 2% all'interno, in una zona dove la pressione della cimice asiatica era molto elevata, tant'è che in pereti adiacenti la percentuale di danno è arrivata in alcuni casi anche al 50%.


A sinistra Lara Maistrello, dell'Università di Modena e Reggio Emilia, esperta di Halyomorpha Halys; a destra Stefano Caruso, del Consorzio Fitosanitario di Modena. Mostrano una trappola per la cimice asiatica.

Ma se in questa ricerca tutte e tre le strategie hanno condotto più o meno agli stessi risultati, ciò significa che è essa stata fallimentare? Tutt'altro, come è stato spiegato ieri, "i risultati sono molto promettenti soprattutto per il fatto che differenziando gli interventi tra la bordura e il centro, alla fine è stata fatta praticamente la metà dei trattamenti rispetto a quelli in pieno campo. Questo si traduce in minori costi per il produttore e, ovviamente, in un minore uso di prodotti chimici".

Tutto bene quindi? Ni perché, hanno spiegato ieri, "queste strategie non sono applicabili ovunque e non sono sempre generalizzabili; va visto frutteto per frutteto. In generale possiamo affermare che i trattamenti a file alterne e quelli differenziati tra bordura e centro sono applicabili solo per frutteti di una certa dimensione, dai 3 ha in su", questo perché per frutteti più piccoli sfuma la distinzione tra quello che è il suo confine e il suo centro.

Per maggiori informazioni:
Consorzio Fitosanitario di Modena

Via Santi 14, Direzionale Cialdini
41123 Modena (MO) - Italia
Tel.: (+39) 059 243 107
Fax: (+39) 059 221 877
Email: fitosanmodena@regione.emilia-romagna.it
Web: www.fitosanitario.mo.it