Virginia (USA): fragole egiziane sotto accusa per casi di epatite A
A far arrivare l'allarme oltreoceano è stata la notizia che il ministero dell'Agricoltura egiziano sta indagando sulla possibilità che le fragole esportate verso gli Stati Uniti siano all'origine della contaminazione.
Il portavoce del ministero Edi Hawash ha precisato di non aver ricevuto alcuna richiesta ufficiale da qualsiasi agenzia governativa degli Stati Uniti, ma i funzionari della sanità della Virginia sospettano che i 17 casi di epatite A siano legati alle fragole congelate provenienti dall'Egitto.
Se questa ipotesi fosse confermata - ma le prime indagini e i campionamenti egiziani non hanno ancora trovato alcuna contaminazione - l'allerta si allargherebbe a dismisura. D'altra parte, alcuni esperti affermano che il virus non possa sopravvivere alle temperature di congelamento del prodotto.
L'Egitto, infatti, è uno dei maggiori esportatori di fragole (il quarto al mondo) con 40 milioni di tonnellate fresche e congelate in 30 paesi in America, Sud-Est asiatico ed Europa. L'accesso al mercato statunitense risale al febbraio del 2013.
L'Epatite A è un'infiammazione del fegato causata da un virus. I sintomi si sviluppano 15-50 giorni dopo l'esposizione, che può avvenire attraverso il contatto diretto con una persona infetta o il consumo di alimenti o bevande contaminati.