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Adeguamento degli Statuti entro 6 mesi dal 25 agosto 2016

Consorzi di tutela: la presenza delle donne diventa un obbligo di legge e solleva polemiche

Disposizioni in materia di parità tra i sessi nei Consorzi di tutela sono state inserite all'Art. 2 della Legge n. 154 del 28 luglio 2016 (cd. "Collegato agricolo") in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività per il settore agricolo e agroalimentare (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 186 del 10 agosto 2016).

Lo statuto dei Consorzi di tutela prevede che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l'equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251.

Lo statuto dei Consorzi deve prevedere che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l'equilibrio tra i sessi, ai sensi del regolamento di cui sempre al suddetto decreto Presidente della Repubblica 30 novembre 2012, n. 251.

I Consorzi di tutela provvedono ad adeguare i propri statuti entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge (25 agosto 2016), assicurando il rispetto delle disposizioni di cui ai due commi summenzionati.

I consorzi di tutela assicurano il rispetto della composizione degli organi sociali anche in caso di sostituzione, per tre mandati consecutivi a partire dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore della presente legge. Per il primo mandato successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, la quota riservata al sesso meno rappresentato è pari ad almeno un quinto del numero dei componenti dell'organo.

Il contesto
La norma che si inserisce in un contesto – quello italiano – in cui la presenza femminile nell'agroalimentare è sempre più forte (nell'ultimo anno sono cresciute del 76% le giovani imprenditrici agricole) ed è più rilevante rispetto ad altri settori (in Italia oggi il 33% delle aziende agricole e il 28% delle imprese agroalimentari sono guidate da donne, mentre complessivamente le imprese a guide femminile nell'economia italiana sono il 23% del totale).

Le polemiche

Secondo AICIG, Associazione Italiana Consorzi Indicazione Geografica, che rappresenta circa il 95% della produzione DOP/IGP e FEDERDOC, Confederazione Nazionale dei Consorzi Volontari Tutela Denominazioni dei Vini Italiani, che rappresenta circa l'85% della produzione DO, la scelta del Governo dimostra che tale misura è stata presa non solo senza consultare i Consorzi, ma anche senza essersi informati di come è strutturata tale rappresentanza.

I Consigli di amministrazione dei Consorzi di Tutela, infatti, sono organismi eletti in base alla composizione della base sociale di ogni Consorzio, cioè delle diverse categorie degli utilizzatori delle Denominazioni, secondo l'entità della produzione rappresentata.

In una nota, il Presidente AICIG Giuseppe Liberatore ha dichiarato: "Ci troviamo di fronte a un provvedimento astruso e incomprensibile, che non ha nulla a che vedere con la finalità dei Consorzi di tutela e con la composizione dei loro CdA, inapplicabile perché mancano le persone che rappresentano in modo paritario i due generi. E' un dato di fatto che la base sociale dei Consorzi è rappresentata da imprese i cui rappresentanti legali sono generalmente uomini. Di riflesso, conclude il Presidente AICIG, anche la composizione dei CdA del Consorzi riflette tale dato di fatto e non si capisce la ragione nel voler imporre una parità di genere che sarebbe nei fatti impossibile avere, perché non esiste alla base sociale".