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Caporalato: serve la legge prima delle vacanze

Caporalato: se da un lato, per citare il presidente di Confagricoltura, non bisogna esagerare con i numeri facendo passare il comparto agricolo come un covo di briganti, dall'altra non si può neppure nascondere che in certe zone il fenomeno esista. E occorre una seria legge per contrastarlo. Solo che il disegno di legge è fermo in Parlamento da ormai un anno.
 
"Non c'è più tempo, il ddl contro il caporalato va approvato immediatamente. Chiediamo al presidente del Senato Pietro Grasso di accelerare i lavori a Palazzo Madama utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Il provvedimento deve arrivare al voto finale prima della pausa estiva". Lo afferma Luigi Sbarra, segretario generale della Fai Cisl, in occasione del sit-in sindacale unitario a Roma del 19 luglio 2016 per l'approvazione immediata a Palazzo Madama del disegno di legge 2217 contro lo sfruttamento del lavoro agricolo.

"Tra pochi giorni – continua Sbarra - migliaia di lavoratori saranno chiamati sui campi in occasione delle grandi raccolte estive. Non si può attendere oltre: il ddl deve diventare legge prima della chiusura agostana del Parlamento. Serve un segnale forte di coesione, che metta in chiaro la determinazione delle istituzioni a fronteggiare questa piaga".

Poi, se si vuole essere onesti, si devono fare dei distinguo. Da un lato vi è il lavoro nero che sfrutta immigrati e persone povere, togliendo la dignità umana e che deve essere debellato con tutti gli strumenti possibili, fra cui una legge efficace.

Dall'altro, si rischia di considerare lavoro nero anche il lontano parente che va a dare una mano alla raccolta della frutta in campagna e che, se colto "in flagrante" dagli ispettori del lavoro, viene bollato come "sfruttato" e il suo parente-datore di lavoro come "sfruttatore". No, ecco, questo non deve essere equiparato al caporalato.

Anche lo strumento dei voucher ha dato una risposta di legalità al lavoro transitorio, con una quota pagata al lavoratore e una allo Stato. I sindacati però denunciano che le aziende ne stanno facendo un uso indiscriminato, evitando così le assunzioni.

Andrebbe pure precisato che, con i tempi (e i prezzi) che corrono in campagna al giorno d'oggi, i voucher non dovrebbero essere demonizzati. Si tratta comunque di un modo legale per far lavorare le persone (altrimenti disoccupate) cercando allo stesso tempo di fare stare a galla l'azienda.

Circa i voucher, Sbarra afferma che "è indispensabile anche una normativa sui voucher più giusta e affidata alla contrattazione, l'avvio sui territori dei progetti di sistema prefigurati con il Protocollo del 27 marzo, lo sblocco e l'approvazione dei contratti provinciali del lavoro a partire dalle piattaforme già consegnate alle nostre controparti". "Una cosa è certa - conclude Sbarra - dopo la grande manifestazione nazionale unitaria di Bari, che ha visto sfilare per i diritti oltre 15 mila braccianti, e dopo il sit-in di martedì 19 luglio, la mobilitazione unitaria del Sindacato agricolo non si ferma. Andremo avanti sino a quando non vedremo fatti concreti".