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Il nocciolo torna in auge: servono pero' investimenti ponderati

Il mercato richiede nocciole. Italiane e di qualità. Le prospettive sono incoraggianti. Il rischio però è quello di farsi prendere dall'entusiasmo, senza ponderare ogni singolo aspetto.

"In Italia ultimamente c'è molto fermento attorno al nocciolo - ci spiega Gianluca Bagnara, economista e consulente in campo agroalimentare – così come per la frutta secca in generale. Le nocciole hanno un trend di mercato in cui la richiesta è maggiore dell'offerta, quindi attualmente la marginalità è ampia. Ma occorre fare attenzione e ponderare ogni mossa".

Bagnara è stato chiamato per organizzare la filiera in Emilia-Romagna. Sono tante le imprese che si sono dimostrate interessate a entrare in questo mercato. I terreni da sfruttare potrebbero essere quelli della prima fascia collinare, non più adatti alla frutticoltura di tipi intensivo (pesco) ma neppure così marginali da dedicarli ai cereali o foraggere.

"Ci sono tanti 'però' da valutare – dice l'esperto – in quanto una filiera non si improvvisa. L'esposizione iniziale è superiore ai 10mila euro l'ettaro, fino anche a 12mila, e i tempi di entrata in produzione sono piuttosto lunghi. Ciò che conta è creare in precedenza una filiera che sappia dare valore aggiunto. Mi spiego. Non ci si può affidare solo sull'attuale richiesta da parte delle industrie, anche perché queste grandi realtà si guardano attorno in un mercato globale e il prezzo rischia di essere destinato a scendere. E' bene avere una rete di aziende artigianali, medio-piccole, regionali, che sappiano valorizzare il prodotto nocciola legandolo alla tipicità del territorio e alla italianità della sua produzione. In poche parole, è bene non fare affidamento solo su un'unica destinazione finale".



In più c'è tutta la parte agronomica, non meno importante. Non tutti i terreni sono adatti, non tutti i microclimi sono adeguati e non tutte le varietà sono produttive nelle diverse combinazioni clima e terreno. In Italia le aree vocate sono quattro: Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia e, in queste regioni, vi sono territori ben definiti. Prima di riuscire a mettere in piedi una filiera in un nuovo territorio, servono molte prove. "Non si può improvvisare nulla", conclude Bagnara.

Dal convegno "Sostenibilità ed opportunità di sviluppo economico nella coltivazione del nocciolo: linee di ricerca ed esperienze" sono emersi dati interessanti sulla situazione attuale. (cfr. FreshPlaza del 31/05/2016)