Cipolle italiane: bene all'estero, meno in Italia
Secondo le previsioni però il momento di fortuna all'estero per il prodotto italiano non è destinato a durare all'infinito, considerando che a breve partirà anche la loro nuova stagione. In questo momento i mercati nordeuropei, continua Freddi, "cercano delle precoci: la scorsa settimana c'è stato del movimento, ma ormai anche loro stanno per scavare (leggasi raccogliere, ndr). In Olanda e in Belgio qualcuno è già partito, ma senza troppa fretta; del resto hanno un mercato talmente ampio che non hanno bisogno di correre per arrivare il prima possibile in commercio: non hanno problemi di vendita. Attendono che il prodotto sia pronto come dev'essere, e quello che gli serve prima lo importano".
Ma se per la cipolla gialla emiliano romagnola le vendite all'estero sono positive, viceversa è il caso del commercio entro i confini nazionali. Il motivo è sempre legato al meteo, ma per ragioni opposte a quanto sta accadendo nel Nord del Vecchio Continente. "E' scoppiato il caldo, così in Italia le vendite si sono fermate", riprende Matteo.
Del resto, la cipolla è un prodotto i cui consumi sono legati al clima: al contrario della frutta estiva tanto più c'è caldo, tanto più bassa è la domanda. Questo spiega anche il buon andamento del mercato che si è registrato a giugno, un mese piovoso e con temperature al di sotto della media stagionale che hanno spinto i consumi di cipolle, fino ad etichettare quello del 2016 come uno dei migliori mesi di giugno degli ultimi anni.
La nuova stagione è alle sue prime battute, ma una cosa sembra profilarsi con certezza: come presagito da più parti quest'anno sembra sarà caratterizzato da volumi maggiori di cipolle italiane. Complice infatti il buon andamento della passata stagione, per la 2016 è stato seminato di più.
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