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"Frutta nelle scuole": anche certi genitori sarebbero da educare"

Oltre 162mila alunni coinvolti in tutta Italia, 15mila insegnanti, 7mila plessi scolastici, 6mila genitori: questi i numeri del progetto "Frutta nelle scuole" in pieno corso di svolgimento in tutte le regioni italiane.

Promosso dal Ministero per le Politiche agricole, sul territorio si avvale dell'indispensabile appoggio delle strutture del CREA-Consiglio per la Ricerca in Agricoltura vale a dire della rete di istituti sperimentali sparsi nella penisola. Sono in tutto 23 le strutture che accolgono i bambini e svolgono una vera e propria educazione agro-alimentare. Nelle scuole, poi, gli alunni ricevono frutta e verdura che dovrebbe andare a sostituire le tradizionali merendine.


Alcuni poster e, sotto, una merenda a base di frutta e verdura.

Ieri abbiamo visitato la sede del CREA-FRF di Forlì, l'istituto sperimentale per la frutticoltura guidato da Alessandro Liverani. Abbiamo assistito ai laboratori e alla presa di coscienza dei bambini sulle piante, la frutta e gli ortaggi.

"Può sembrare sorprendente – ha affermato Elisabetta Lupotto, coordinatrice nazionale delle misure di accompagnamento del progetto – ma tanti bambini, specie nelle grandi città, non hanno mai visto dove e come cresce una pianta di pomodoro o carota. C'è capitato che cercassero le carote sugli alberi, ma non vanno incolpati o derisi. E' che manca un'educazione e una cultura in questo senso".



Alessandro Liverani - Elisabetta Lupotto

Educazione che gli istituti del CREA riescono a dare, seppur nel volgere di poche ore di ogni visita. "Siamo ben contenti di essere parte di questo progetto – ha affermato Liverani – anche se porta via tempo ad altre fasi per noi importanti. Ma in realtà è un investimento, in quanto occorre partire dai bambini per divulgare la conoscenza della sana alimentazione. Non abbiamo alternative".


Bambini al CREA-FRF, Istituto sperimentale per la frutticoltura di Forlì nell'ambito del progetto frutta nelle scuole.

Marco Cestaro, referente del progetto per la Regione Emilia Romagna, ha fatto un'amara constatazione. "A volte certi genitori sono i i primi a ostacolare questo progetto. Perciò è bene coinvolgere anche loro per far capire che il consumo di fretta e verdura è molto meglio delle merendine confezionate o degli snack calorici".

Gli ha fatto eco la nutrizionista Carolina Poli: "Tante volte ho sentito dai genitori affermazioni sballate sull'alimentazione. Quando ho tentato di replicare con dati scientifici, mi hanno risposto che loro lo avevano letto su Facebook...".


Alunni mentre osservano vari tipi di piante da orto.

Elisabetta Lupotto ha ricordato che tutte le attività vengono svolte coinvolgendo i bambini attraverso il gioco e i laboratori creativi. "Quando a inizio progetto mi proposero una app per il cellulare, mi sono rifiutata. Di cellulari e videogiochi ne hanno abbastanza a casa. Almeno qui, facciamoli divertire con la terra e con le cose reali e pratiche".

Presenti all'incontro a Forlì anche Giuseppina Caracciolo, ricercatrice responsabile del progetto presso l'istituto, il tecnologo alimentare Mattia Cacchi, Giorgia Faedi per Apofruit, una delle aziende fornitrici della frutta nelle scuole, e Massimo Brusaporci di Alimos, ente da sempre in prima linea nell'educazione alimentare rivolta ai più piccoli.