Le esportazioni fuori Italia inizieranno dai primi di giugno. "Paesi Bassi, Polonia ma anche Germania, diventata più attenta alla qualità negli ultimi anni, Repubblica Ceca e, nella seconda parte della campagna, Francia. Al momento sono ancora presenti partite di prodotto d'oltreoceano in Europa, che rendono scarso l'interesse verso le nostre limitate disponibilità, non valorizzandole a dovere".
La campagna commerciale proseguirà da metà giugno in poi anche con le uve Palieri; a luglio compariranno le prime Reg Globe.
La Giovanni Bellassai import-export annovera orgogliosa più di cento coltivatori che annualmente conferiscono il loro prodotto all'azienda e "che seguiamo e che ci seguono" continua Lorenzo. "Qui in Sicilia, terra baciata dal sole, abbiamo la grande fortuna di produrre uve molto precoci, gustose e di un colore eccezionale. I produttori da noi seguiti pian piano hanno cominciato ad aprirsi a nuove idee e tecniche colturali e li stiamo sensibilizzando sempre di più sull'aspetto qualitativo e sul ricambio varietale".
Giovanni Bellassai in un vigneto di Black Magic. E' il padre di Lorenzo e opera nel settore da quasi cinquant'anni.
Precocità ma anche qualità e correttezza nei riguardi del consumatore finale; e le nuove generazioni lo sanno bene. "Un mix vincente" commenta Lorenzo. "Il cambio generazionale è fisiologico, ma bisogna anche essere curiosi e guardare a quello che succede nel settore. Per questo motivo da diversi anni partecipo alle fiere più importanti, incontro produttori e consumatori finali. E soprattutto mi rendo conto di cosa si vende e come lo si fa".
"Non è più accettabile sentir dire che quello che facevano i nostri genitori andava bene prima e andrà bene anche in futuro - dichiara Lorenzo - Oggi, nel bacino del Mediterraneo c'è una miriade di nazioni produttrici di uva da tavola, che spesso non solo ha costi di produzione più bassi dei nostri ma produce anche alla pari o addirittura meglio. Questo mi fa davvero arrabbiare: non è concepibile per una regione come la nostra, rinomata per le sue uve, essere paragonata per qualità alla Turchia o all'Egitto, ad esempio".
L'incognita, inoltre, è data dall'embargo russo valido anche per la Turchia. "Rischiamo di ritrovarci le uve turche sui nostri stessi mercati. Non resta che sperare in una riapertura da parte della Russia, con cui anche noi abbiamo avuto buoni rapporti commerciali pre-embargo. Per la Sicilia era un'importante destinazione. Abbiamo cercato comunque di mantenere i contatti nella speranza di rientrare in gioco".
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