
Il pubblico a 'Tuber ad Honorem'.
Insomma, la cornice non è delle più semplici se si pensa – com'è stato spiegato durante l'incontro – che la patata ha avuto, almeno fino a poco tempo fa, la nomea di un alimento che fa ingrassare e che gonfia, e che il consumo pro capite italiano è sì abbastanza alto (30 kg all'anno), ma ben lontano dalla media europea di 80 chili pro capite consumati all'anno e dai ben 120 kg/anno consumati nel Nord Europa. In realtà, ha spiegato Mengoli, "la patata è un'alternativa più salutare, meno calorica e più economica a pasta e riso, contenendo il 40% in meno di calorie. Il selenio (di cui sono arricchite le patate Selenella) è un antiossidante naturale. Inoltre è un alimento versatile, gluten free e saziante; infine è più sostenibile: per la sua produzione si usa infatti meno acqua di tanti altri prodotti agricoli".

A destra Giuliano Mengoli, direttore del Consorzio Patata Italiana di Qualità.
"Tutto questo noi vogliamo spiegarlo al consumatore", ha continuato il direttore del Consorzio, scoprendo il velo sulla campagna di comunicazione del Consorzio che interesserà stampa, web e radio e che sarà caratterizzata da, come spiega Mengolo, "un approccio zen, in cui useremo le patate come icone per parlare dell'armonia della tavola, della tracciabilità seguendo la coltivazione e la commercializzazione dei nostri tuberi passo passo". Per esempio, in questa campagna l'elemento della maggiore sostenibilità delle patate verrà comunicato attraverso l'immagine di un tubero trasformato in lampadina.

Il pubblico a 'Tuber ad Honorem'.
Tuttavia, consumo a parte, dal convegno bolognese è emerso come anche sul fronte della produzione e della commercializzazione ci sia ancora molto da fare. Leggasi frammentazione dell'offerta e volatilità dei prezzi. Negli ultimi mesi, il Consorzio Patata Italiana di Qualità ha lanciato "Qualità e tutela del Valore": un progetto, come ha spiegato Mengoli, "basato su due elementi. Il primo è la qualità (verso il consumatore) con disciplinari di produzione più stringenti e certificazione di prodotto. Il secondo è la sostenibilità economica della produzione: una piccola rivoluzione, se vogliamo, con un prezzo minimo garantito al produttore e (al netto dell'andamento commerciale, ndr) una quota che trasferisce ai produttori una parte del valore di mercato".

Andrea Galli, direttore di Asso.Pa. - Associazioni Produttori Patata.
Se dietro alla nuova campagna di comunicazione di Selenella, tanto quanto dietro al progetto "Qualità e tutela del Valore" l'obiettivo di fondo è quello di valorizzare la produzione pataticola, lo stesso obiettivo lo si trova anche dietro ai piani futuri di Asso.Pa. – Associazione Produttori Patata, il consorzio della Patata di Bologna Dop, "una nicchia tra le Dop italiane", ha commentato Andrea Galli, il direttore.
Con 4mila-6mila tonnellate di prodotto certificato all'anno (Selenella ne produce 50mila all'anno) e un fatturato compreso tra i 4 e i 5 milioni di euro in vendite e comunicazione "abbiamo – ha spiegato Galli – optato per il cobranding, dove prevale la marca del distributore: l'80% del nostro prodotto viene venduto in questa forma". Leggasi che, in questo modo, la Dop bolognese non ha quella visibilità che i produttori certificati vorrebbero; sicché per il futuro Asso.Pa. ha in cantiere, oltre alla costituzione nel 2016 del Consorzio di Tutela, anche un progetto per la tracciabilità (e quindi la valorizzazione) delle proprie patate usando l'analisi dei rapporti isotopici degli elementi pesanti e leggeri presenti nei terreni di coltivazione. Un progetto simile l'avevano già portato avanti, e con grande successo, nel 2013; quest'anno la sperimentazione verrà condotta al fine di sviluppare un sistema di certificazione della produzione cui far seguire un marchio di commercializzazione.