Questo potrebbe essere ricordato come "un anno d'oro per la cipolla bianca – ci spiega Matteo Freddi (nella foto a destra), specializzato nella produzione e commercializzazione appunto di cipolle – perché c'è poco prodotto e quello che c'è pecca di qualità. Pertanto, chi dispone di cipolle bianche di qualità se le fa pagare. In questi giorni si parla di prezzi di 70/75 eurocent al chilo, che sono davvero buoni. Un paio di settimane fa eravamo a 45/50 eurocent/kg. Manca il prodotto, tanto che la Spagna sta vendendo cipolle che solitamente sono considerate scarti, mentre la cipolla australiana, acquistata via Paesi Bassi, sta arrivando adesso a prezzi intorno all'euro al chilo".Leggera variazione sul tema invece per la cipolla dorata che, riprende Freddi, "all'inizio della stagione aveva puntato in alto con i prezzi, per poi stabilizzarsi a novembre e dicembre. Quelle dorate belle, simili alle spagnole, hanno quotazioni elevate, ma nel Nord Europa ce ne sono tante. Se non fosse che la Russia è un mercato bloccato causa embargo, i prezzi oggi sarebbero stratosferici".
Ma Freddi è noto soprattutto per la cipolla Borettana; cipolla emiliana che sta registrando una performance simile a quella bianca. "La commercializzazione – ci spiega – proseguirà fino a metà aprile e il progetto "Borettana zero difetti" si sta rivelando un successo: siamo riusciti ad avere meno scarto e, in campagna, stiamo riuscendo a liquidare prezzi maggiori. Il momento sembra essere propizio: quando la qualità c'è, il mercato è buono, così ad oggi le quotazioni di Borettana secca viaggiano tra 1 e 1,10 euro/kg, mentre quella avviata alla pelatura oscilla tra i 75 e gli 85 eurocent/kg. Sono prezzi che non si vedevano da diversi anni", complici anche volumi inferiori di Borettana e vendite calibrate; del resto, questa cipolla pare non avere problemi di mercato: "i consumatori la chiedono, finché ce n'è", spiega Freddi.
Tuttavia un po' di concorrenza per la Borettana viene dai calibri più piccoli di cipolla bianca napoletana, la cui stagione, riprende Freddi, "è iniziata con 3 settimane di anticipo, a causa del caldo. Si tratta di un prodotto che va venduto velocemente, ma se i calibri maggiori hanno prezzi interessanti e non hanno problemi di mercato, così non è per i sottocalibri che ora vengono offerti ai pelatori; ma siccome questo è un prodotto non particolarmente richiesto perché è utilizzato solo quando non si hanno alternative (in quanto va pelato a mano e la differenza di qualità si sente), in diversi stanno svendendo".
Cipolle Borettana prodotte e commercializzate da Freddi.
Se ormai siamo agli ultimi giri di pista per la stagione della cipolla; proprio queste sono le settimane in cui, con le semine, si cominciano a gettare le basi per la prossima stagione. E se quello da cui stiamo uscendo sta rivelandosi un anno positivo, "il prossimo temiamo sarà un disastro", teme Freddi, nell'ipotesi che nella prossima stagione i volumi saranno molto maggiori. "Vedendo che la situazione era positiva – continua – diversi produttori (nella zona tra Reggio Emilia e Piacenza, ndr) stanno passando dalla coltivazione di cereali e pomodoro da industria, che quest'anno sono andati male, a quella di cipolla. Ad oggi si parla perfino di un'irreperibilità di semi di cipolla gialla".
A questo va aggiunto il tema semina. E' decisamente ancora presto per parlare di ritardi, perché tutto marzo è un mese buono per seminare senza contraccolpi per la stagione prossima ventura, ma si può dire che, in generale, ci sia un certo clima d'attesa. "Vedendo un gennaio secco – chiude Freddi – in diversi nel piacentino hanno provato a seminare ma con scarsi risultati a causa della pioggia di questi giorni. Anticipare è pericoloso e si possono assumere dei rischi solo per tipologie di cipolle le cui sementi costano poco. I più prudenti e navigati stanno aspettando che il maltempo e il meteo si stabilizzino (leggasi soprattutto scongiurare il rischio di gelate, ndr)".
Contatti:Matteo Freddi
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