Un 2015 in crescita per l'uva da tavola di Mazzarrone IGP: piu' volumi e maggiore richiesta da parte della Gdo
La crescita dei volumi di uva da tavola commercializzata sotto l'Igp Uva di Mazzarrone è stata determinata anche da un aumento delle richieste da parte del mondo della Gdo. "Ogni anno – riprende Raniolo – la grande distribuzione ci chiede sempre più prodotto a marchio, perché l'identificazione del luogo di produzione è un valore aggiunto e l'Igp lo si ricollega a una zona che abbia caratteristiche particolari, identificandola: l'uva da tavola siciliana è richiesta in quanto tale perché più dolce, con acini più piccoli, mentre per esempio l'uva da tavola pugliese viene apprezzata per altre caratteristiche".
A Fruit Logistica 2016, nello stand del Consorzio di Tutela dell'Uva di Mazzarrone Igp. Da sinistra a destra: Salvatore Consoli e Angelo Astorino, del consorzio di tutela, Antonino Cracolici, assessore regionale all'Agricoltura della Sicilia, e Giovanni Raniolo, presidente del consorzio di tutela.
Proprio il sempre maggiore interesse della Gdo verso l'Uva di Mazzarrone Igp si spera possa aiutare a raggiungere quello che è uno dei maggiori obiettivi per il nuovo anno. Spiega il presidente del consorzio che "c'è bisogno di far conoscere di più l'Igp: nella zona dell'indicazione geografica (cioè nei Comuni individuati dal disciplinare, ndr) ci sono in tutto 12mila ettari coltivati a uva da tavola, per circa 500 aziende, ma ad oggi solo circa 160 sono quelle aderenti al consorzio. Le richieste da parte della grande distribuzione stanno aumentando e questo ci aiuterà".
Potrebbe aiutare anche un altro dato, quello dei nuovi mercati d'esportazione, a partire dai Paesi arabi: vista la posizione della Sicilia, sono davvero a un tiro di schioppo. "La logistica potrebbe aiutarci. Abbiamo già spedito i primi container verso gli Emirati Arabi Uniti, partendo con l'uva Vittoria, poi la Red Globe e infine l'Italia", spiega Raniolo.
Una confezione di uva da tavola a marchio Mazzarrone Igp.
Per quanto riguarda gli obiettivi e le prospettive future, anche l'Uva di Mazzarrone Igp non è immune dal dibattito che sempre più sta coinvolgendo i produttori italiani: uva seedless (senza semi, ndr) o uva con semi? "In Sicilia - spiega Raniolo - non c'è ancora quel cambiamento verso le seedless che invece si registra altrove. L'opinione più diffusa è che, a differenza delle seedless che si possono fare ovunque praticamente con gli stessi risultati, l'uva con semi di varietà Italia non sia invece replicabile altrove con le medesime caratteristiche. Così c'è ancora chi, in Sicilia, su terreni vergini, pianta per la maggior parte uva Italia". L'intento è abbastanza chiaro: poter offrire un prodotto territoriale, dalle caratteristiche uniche.
A complicare un po' tutto, però, ci sono i nuovi stili di consumo. "Ma ora – continua il presidente del consorzio dell'Igp di Mazzarrone - il problema è da un lato aver a che fare con le nuove generazioni di consumatori che non vogliono l'uva con i semi, e dall'altro il fatto che il gusto di moscato delle uve di Mazzarrone non è stato a oggi replicato in altre varietà (né altrove, da qui l'indicazione a denominazione geografica protetta, ndr). Per il 2016 studieremo anche noi, nel nostro campo sperimentale, una varietà di uva da tavola che possa essere identificata come siciliana, ma seedless; la discriminante però è la qualità organolettica". Cioè: anche se senza semi deve avere tutto il gusto dell'Uva di Mazzarrone Igp, com'è conosciuta e riconosciuta dal consumatore.
Contatti:
Giovanni Raniolo - presidente
Consorzio uva da tavola Igp di Mazzarrone
Email: uvaigpmazzarrone@libero.it