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Coop Semia si presenta: l'obiettivo e' 10mila ton di patate maremmane a marchio entro cinque anni

"La domanda c'è", assicura Francesco Giani, direttore commerciale della cooperativa agricola Semia e, a dimostrazione, cita due elementi: il primo è che – spiega – il consumo di patate è in aumento, il secondo è il calo della produzione pataticola viterbese, che offre così uno spiraglio in cui insinuarsi.

Ieri sera 21 gennaio 2016 la cooperativa Semia, nata ufficialmente a dicembre 2015 dall'omonima azienda agricola, si è presentata agli agricoltori del grossetano con un obiettivo ambizioso.


Da sinistra a destra: Giovanni Guglielmini, presidente della Cooperativa Raspollino, Alberto Roncagli, tecnico specializzato della Marmocchi, Marco Gonnelli e Francesco Giani, rispettivamente direttore amministrativo e direttore commerciale della coop Semia, Davide Marmocchi, titolare della Marmocchi Angiolino srl, e Michele Giani, direttore operativo della coop Semia.

Se infatti nella scorsa stagione l'attuale cooperativa ha commercializzato cento tonnellate di patate a marchio, l'obiettivo da qui ai prossimi cinque anni è quello di arrivare alle 10mila ton a marchio proprio immesse in commercio (le stime per la prossima stagione parlano di 4mila tonnellate di produzione). Insomma, una buona fetta della produzione nazionale di patate fresche.

Da qui la costituzione di una cooperativa, per raccogliere nuovi soci in un territorio, quello di Grosseto, dove se in passato si coltivavano patate, era però tanto tempo fa; progressivamente infatti la coltura venne abbandonata (nel 2014 erano 54 gli ettari coltivati a patate, per una produzione di sole 1.500 ton) in favore di altre, come il pomodoro da industria, che in zona va per la maggiore.


Patate maremmane, confezionate a marchio 'Maremma che…® patata'.

Dal 2014, l'azienda agricola Semia prima e la cooperativa ora commercializza le proprie patate sotto un marchio registrato: 'Maremma che…® patata'. I tuberi sono confezionati principalmente negli stabilimenti ferraresi della Marmocchi Angiolino srl, primo partner industriale della cooperativa e, appunto, principale confezionatore. Il prodotto è commercializzato in sacchetti vertbag da 1,5, 2 e 2,5 kg, destinati a piattaforme selezionate della Gdo toscana, emiliano-romagnola, umbra e laziale.

"A differenza dei concorrenti – riprende Giani – noi ci concentriamo sull'origine del prodotto, perché oggi è questo che il consumatore vuole, ancor più della qualità: sapere da dove proviene quello che acquista e sapere che viene da un posto di cui può fidarsi". Probabilmente ne è la riprova che anche altri importanti produttori nazionali si sono presentati sul mercato della Gdo con una propria linea a marchio di patate made in Toscana.


Vertbag a marchio 'Maremma che…® patata'.

Sul marchio 'Maremma che…® patata' si noteranno due elementi. Uno: il marchio registrato è 'Maremma che…®', lasciando aperta la strada alla commercializzazione, in futuro, anche di altri prodotti con un marchio simile; ad esempio 'Maremma che…® cipolle'. Due: il riferimento geografico non è alla Toscana, ma alla Maremma, lasciando così le porte aperte anche a un'importante areale produttivo nel Lazio; e qui il riferimento al viterbese, durante la serata di ieri, non è stato casuale.

Ma con gli obiettivi ambiziosi, arrivano pure gli scogli, a partire dalla necessità di aumentare i volumi disponibili e quindi ampliare la base sociale dei produttori. Ciò significherebbe però anche riportare in auge una coltura accantonata da molti. "Il confronto con quella che è stata l'esperienza passata e quella che è la moderna pratica agronomica è d'obbligo: oggi si parte da zero. Nella nostra prima stagione seminammo sbagliato; si trattava di una varietà tradizionale, ma geneticamente stanca, che ci diede dei problemi in fase di conservazione", riprende il direttore commerciale della cooperativa.


Patate a marchio 'Maremma che…® patata' nella Gdo.

Da qui anche il taglio molto tecnico della serata di ieri, destinata ai produttori, con interventi di tecnici del settore, dalla scelta del seme alla semina, dall'irrigazione alla raccolta. "Stiamo cercando di portare avanti collaborazioni sia sul lato sementiero sia agronomico (rispettivamente per trovare le varietà più adatte ai terreni e le migliori tecniche da impiegare, ndr) e della commercializzazione", spiega Alberto Roncagli, tecnico specializzato della Marmocchi, che ha presentato anche alcune delle varietà di patate della AgroPlant, già testate da Semia, come la Actrice. Insieme a Roncagli, sono intervenuti anche Luigi Galimberti, sui piani di finanziamento, Marco del Rosso, dell'Agrimarsica 2 sulla meccanizzazione, e Gabriele Magrini, della Timac Agro sulla concimazione.

"In questo areale (leggasi Maremma, ndr) – continua Roncagli – grossi problemi di produzione non ce ne sono. In passato il settore si è fermato per la mancanza di strutture"; e questo spiega la necessità di lavorare e confezionare il prodotto nel ferrarese. Ciò spiega pure perché la Semia abbia voluto affidarsi all'esperienza e alle strutture della cooperativa Raspollino (ospitante l'evento di ieri), nel grossetano, una realtà con 60 anni di storia, 150 soci produttori soprattutto nel campo del pomodoro da industria. Semia e Raspollino stanno elaborando una strategia condivisa da adottare per raggiungere il mercato nazionale attraverso lo studio di un accordo commerciale.

Contatti:
Cooperativa Agricola Semia
Numero verde: 800 661832
Email: info@semia.eu
Web: www.agrisemia.it