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Le imprese rischiano di dover restituire quanto gia' percepito

Il Tar boccia bando da 320 milioni di fondi UE: il biologico in Sicilia rischia il fallimento

Il giornale La Repubblica ha sollevato un caso, nei giorni scorsi, ponendo sotto i riflettori quanto sta accadendo a seguito della bocciatura, da parte del TAR-Tribunale amministrativo regionale, di un bando indetto nel 2012 per lo stanziamento di complessivi 320 milioni di euro di fondi UE a sostegno delle coltivazioni biologiche in Sicilia.

La bocciatura si deve a criteri poco chiari di assegnazione dei fondi e per finanziamenti dati a pioggia a diverse tipologie di biologico, senza alcuna differenziazione. La Regione Siciliana la Regione non si è appellata in tempo e dunque, a dicembre 2015, con un'ordinanza, i magistrati hanno ribadito la "nullità degli atti" (la graduatoria va dunque cancellata) e hanno nominato un commissario per l'esecuzione della sentenza.

Il problema è, come sottolinea La Repubblica, che dal 2013 al 2015 le aziende che erano già rientrate in graduatoria (circa 8.000 imprese) hanno nel frattempo ricevuto 180 milioni di fondi UE, che adesso rischiano di dover essere restituiti, creando enormi buchi nei conti, tanto della Regione quanto delle singole imprese. Per non parlare dei contenziosi aperti da quelle aziende (circa 1.000) che si erano viste escludere dalle graduatorie del bando. Alcune di loro si erano appunto rivolte al Tar per poter rientrare comunque nello scorrimento della graduatoria per percepire le somme residue non assegnate.

A marzo 2015, il Tar aveva approvato il ricorso delle imprese escluse, al contempo sollevando dubbi sui criteri di assegnazione e sottolineando come l'amministrazione non avesse fornito alcun chiarimento in merito. Mentre dall'Assessorato all'Agricoltura si cercava di rimediare, è arrivata l'ordinanza che dispone: "Considerato che la sentenza ha annullato il bando, tutte le determinazioni assunte dall'amministrazione successive appaiono illegittime e il tribunale respinge la domanda dei ricorrenti".

Confagricoltura Sicilia commenta la grave situazione dichiarando: "Il pezzo forte del PSR-Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013, ossia la misura incentivante l'agricoltura biologica, rischia di saltare e con esso migliaia di aziende agricole che corrono il serio rischio di dovere restituire contributi già percepiti e investiti".
 
"Solo oggi, e a distanza di anni, si scopre che una sentenza del Tar dell'aprile scorso, a cui la Regione non si è appellata, ha bocciato il provvedimento e tutti gli atti consequenziali. Da qui l'apertura di scenari pericolosi che rischierebbero di azzerare quanto di buono gli imprenditori agricoli siciliani stanno facendo per l'affermazione del biologico nella regione. Il pericolo è infatti quello di dover restituire i contributi percepiti, in virtù della partecipazione al bando, a partire dall'anno 2013 e per un importo complessivo di circa 180 milioni di euro".
 
"Una storia che ha dell'incredibile – commenta con amarezza il presidente della Confagricoltura siciliana, Ettore Pottino – e che mal si coniuga con la necessità, da parte della classe imprenditoriale, di poter contare su contesti certi, e non fluttuanti, necessari per poter programmare ogni forma di investimento. Del problema e di come si intende risolvere riteniamo che le organizzazioni agricole debbano essere prontamente informate e coinvolte".
 
"Per quanto riguarda la Confagricoltura regionale – conclude Pottino – stiamo già valutando tutte le ipotesi per la tutela dei nostri associati, ritenendo come atto prioritario il coinvolgimento del Parlamento regionale prima della definizione della nuova manovra finanziaria".

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