Gli effetti della crisi, secondo gli operatori pachinesi, sarebbe misurabile soprattutto in termini di flessione nella richiesta da parte della grande distribuzione e dei mercati locali (-20%) e con prezzi di vendita al ribasso della medesima percentuale. "Inoltre - spiegano i produttori - la crisi non interessa solo il pomodoro ciliegino, nostro core business, ma anche altre referenze, quali diverse tipologie di pomodori, oltre a zucchine, peperoni, angurie,ecc."
Secondo gli operatori, il problema più grande, non solo localmente ma a livello nazionale italiano, è costituito dalla frammentazione delle aziende: "Divisi come siamo, non riusciamo neppure ad attingere alle risorse europee destinate al settore ortofrutticolo".
"Per fronteggiare la crisi stiamo abbassando i costi produttivi mediante l'impiego di tecniche di coltivazione (ad esempio il fuori suolo) alternative a quelle tradizionali o con l'utilizzo di materie prime più prestanti (plastiche innovative o concimi a basso dosaggio, ma con elevata efficacia); tutto con l'obiettivo di aumentare la qualità del prodotto, perché ci rendiamo conto che questa è la nostra arma migliore per penetrare il mercato. Ben poco, invece, possiamo fare per i costi di manodopera; i nostri competitor si avvantaggiano di prestazioni a basso costo, assolutamente non paragonabili alle nostre".
Gli operatori di Pachino sottolineano come i paesi concorrenti sia comunitari sia extracomunitari possono anche beneficiare di sistemi burocratici più semplici, con una conseguente immissione in commercio delle merci più rapida e di maggiore penetrazione sui più importanti mercati europei: "Inoltre dispongono di un'offerta di prodotto più ampia e costante durante l'anno, il che è un elemento di sicuro interesse per i retailer".
In ultima analisi, il comparto si domanda come mai vengano disattesi i controlli che dovrebbero garantire un equo svolgimento delle compravendite dei prodotti ortofrutticoli tra i paesi UE e quelli extra UE: "Questi controlli - si chiedono gli operatori - sono solo un paravento per i burocrati? O hanno una reale valenza sul contingentamento delle merci che potrebbero creare distorsioni all'interno dei mercati? Il comparto si chiede ancora una volta se abbiamo diritto a delle risposte veritiere oppure dobbiamo accettare questa crisi come fosse imposta".