Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Sicilia: crisi dell'ortofrutta a Pachino? Il parere di alcuni operatori

La redazione di FreshPlaza è stata contattata da alcuni operatori del comparto agricolo di Pachino, in provincia di Siracusa, i quali lamentano l'innestarsi di una crisi, iniziata in concomitanza con la crisi economica mondiale nel 2008 e proseguita fino ad oggi, per via dell'incertezza politica europea e dell'embargo da parte della Russia, con maggiore affluenza di prodotto, un tempo destinato altrove, sul mercato UE.

Gli effetti della crisi, secondo gli operatori pachinesi, sarebbe misurabile soprattutto in termini di flessione nella richiesta da parte della grande distribuzione e dei mercati locali (-20%) e con prezzi di vendita al ribasso della medesima percentuale. "Inoltre - spiegano i produttori - la crisi non interessa solo il pomodoro ciliegino, nostro core business, ma anche altre referenze, quali diverse tipologie di pomodori, oltre a zucchine, peperoni, angurie,ecc."



Secondo gli operatori, il problema più grande, non solo localmente ma a livello nazionale italiano, è costituito dalla frammentazione delle aziende: "Divisi come siamo, non riusciamo neppure ad attingere alle risorse europee destinate al settore ortofrutticolo".

"Per fronteggiare la crisi stiamo abbassando i costi produttivi mediante l'impiego di tecniche di coltivazione (ad esempio il fuori suolo) alternative a quelle tradizionali o con l'utilizzo di materie prime più prestanti (plastiche innovative o concimi a basso dosaggio, ma con elevata efficacia); tutto con l'obiettivo di aumentare la qualità del prodotto, perché ci rendiamo conto che questa è la nostra arma migliore per penetrare il mercato. Ben poco, invece, possiamo fare per i costi di manodopera; i nostri competitor si avvantaggiano di prestazioni a basso costo, assolutamente non paragonabili alle nostre".



Gli operatori di Pachino sottolineano come i paesi concorrenti sia comunitari sia extracomunitari possono anche beneficiare di sistemi burocratici più semplici, con una conseguente immissione in commercio delle merci più rapida e di maggiore penetrazione sui più importanti mercati europei: "Inoltre dispongono di un'offerta di prodotto più ampia e costante durante l'anno, il che è un elemento di sicuro interesse per i retailer".

In ultima analisi, il comparto si domanda come mai vengano disattesi i controlli che dovrebbero garantire un equo svolgimento delle compravendite dei prodotti ortofrutticoli tra i paesi UE e quelli extra UE: "Questi controlli - si chiedono gli operatori - sono solo un paravento per i burocrati? O hanno una reale valenza sul contingentamento delle merci che potrebbero creare distorsioni all'interno dei mercati? Il comparto si chiede ancora una volta se abbiamo diritto a delle risposte veritiere oppure dobbiamo accettare questa crisi come fosse imposta".