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Giancarlo Caselli, presidente della apposita Commissione, l'ha consegnata al Ministro Orlando

Reati agroalimentari: pronta la riforma di legge

Una serie di nuovi reati, dal disastro sanitario (che punisce avvelenamento, contaminazione o corruzione di acque o sostanze alimentari con possibile diffusione di pericoli per l'utente) fino all'omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose dal mercato, quando ciò possa arrecare lesioni gravi o morte, e quando da tali condotte possa scaturire il pericolo di situazioni analoghe che mettano a rischio la salute pubblica.

E' quanto propone la Commissione ministeriale, incaricata di studiare la riforma dei reati in materia agroalimentare, presieduta dall'ex magistrato Giancarlo Caselli, che ieri, 14 ottobre 2015, ha consegnato al Ministro della Giustizia Andrea Orlando una proposta normativa sulla tutela dei prodotti alimentari incentrata sul consumatore finale, con l'obiettivo di adeguare un quadro normativo ormai obsoleto.


Giancarlo Caselli e Andrea Orlando all'incontro organizzato a Expo 2015 lo scorso luglio (Foto Ansa).

Il testo presentato dalla commissione Caselli è composto da 49 articoli e, tra i reati di cui propone l'introduzione, cita anche quello di agropirateria, che punisce la vendita di prodotti alimentari accompagnati da falsi segni distintivi o da marchi di qualità (Dop e Igp) contraffatti e prevede aggravanti in caso di falsi documenti di trasporto o di simulazione del metodo di produzione biologica.

L'articolo 31 della riforma mira invece a estendere casi di responsabilità amministrativa anche alle persone giuridiche come strumento di prevenzione dei reati alimentari, prevedendo anche modelli di organizzazione delle imprese che facilitino l'adempimento degli obblighi relativi.

"Ringrazio il presidente Caselli per il prezioso lavoro svolto da lui e dai componenti della Commissione - ha detto il Ministro Andrea Orlando - Comincia ora la fase del confronto con tutti gli stakeholder del settore. Insieme al presidente Caselli ci confronteremo con loro in modo tale che la nostra proposta di riforma possa arrivare in Parlamento forte di una condivisione il più possibile unitaria, giovandosi di tutti i contributi e i suggerimenti degli operatori del settore".

Coldiretti: Agropiraterie, un crimine da 15,4 miliardi

Il crimine alimentare - fa sapere la Coldiretti in una nota - cresce e fattura 15,4 miliardi anche grazie all'innovazione tecnologica e ai nuovi sistemi di produzione e distribuzione globale che lo rendono ancora più pericoloso e per questo va perseguito con un sistema punitivo più adeguato.

I reati agroalimentari, sottolinea la Coldiretti, hanno un impatto rilevante sull'economia, sull'ambiente e sulla salute. E' dunque importante la volontà di procedere a un aggiornamento delle norme attuali, alcune risalenti agli inizi del 1900, attraverso un'articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi a un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone.

Si tratta di un'esigenza, sottolinea la nota Coldiretti, anche per tutelare e valorizzare i prodotti agroalimentari italiani che hanno conquistato il primato nella sicurezza alimentare e nel rispetto ambientale, con la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma.

Confeuro: garantire la legalità dell'intera filiera
"E' certamente giusto - dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso - cercare di garantire che le produzioni agroalimentari rispettino i parametri della legalità, ma bisogna fare lo stesso sforzo anche perché questo presidio coinvolga tutte le fasi della filiera agroalimentare".

"La proposta di introdurre una serie di nuovi reati come il disastro sanitario o l'omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose avanzata dalla commissione ministeriale sui reati agroalimentari - continua Tiso - individua una strada da intraprendere con la massima serietà, ma non può rimanere isolata e deve anzi estendersi a tutte le problematiche della filiera ormai ampiamente note".

"Nel percorso che va dalla produzione alla commercializzazione di un prodotto - conclude Tiso – sono sprecate numerose risorse che vanno spesso ad arricchire le organizzazioni criminali; ed è per questo che riteniamo necessario un ulteriore sforzo verso la legalità e verso la salvaguardia dei consumatori e degli agricoltori che svolgono onestamente e diligentemente il proprio lavoro".