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Dove sta andando la melicoltura europea? Se ne e' parlato a Sondrio

Come sta cambiando la melicoltura in Europa? Se n'è parlato venerdì scorso, 2 ottobre 2015, a Sondrio, in occasione del convegno nazionale "Orientamenti varietali su mele e pere, nuove proposte" organizzato dalla Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio, dall'Università di Bologna, dalla Provincia di Sondrio, dalla Società di Ortofloricoltura Italiana e dal Crea – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura.

"In Europa – spiega Walter Guerra, del Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg – si producono 12 milioni di tonnellate di mele, per un consumo di 10 milioni", con una componente di export, ma pure una certa quota d'importazione.

In questo panorama – secondo dati WAPA, FAO ed Eurostat relativi alla stagione 2014 – leader per la produzione melicola nel Vecchio Continente è la Polonia, con 3,75 milioni di tonnellate prodotte; seguono l'Italia con circa 2,5 milioni di tonnellate e la Francia, con 1,44 milioni di tonnellate. In Europa, nel 2014, unico altro paese sopra al milione di tonnellate è la Germania (1,1 milioni di tonnellate).


La produzione (in tonnellate) di mele nel 2014 nei diversi paesi europei. Clicca qui per consultare il grafico ingrandito (Grafico FreshPlaza su rielaborazione dati Wapa, Faostat ed Eurostat presentati al convegno di Sondrio).

Questo in termini di volumi, mentre parlando di superfici le cose cambiano un po'. Leader è ancora la Polonia, con poco più di 160mila ettari piantanti (dati 2014); segue la Romania con 60mila ettari di meleti e l'Italia, con circa 55mila ettari. Il dato italiano significa che, nel nostro paese, "la produzione di mele è molto specializzata, con un'alta produttività", riprende Guerra.


Walter Guerra, del Laimburg, durante il convegno a Sondrio.

In termini di varietà, invece, a farla da padrona, in Europa, è la Golden Delicious (dati 2014), che contribuisce per il 21% della produzione totale. "La sua produzione – spiega Guerra – è stabile da 10 anni; a fronte di un calo delle superfici piantate, è cresciuta la sua produttività". Come varietà più prodotta segue la Gala, con l'11% del totale, in forte crescita dal 2006: "negli ultimi anni sta crescendo più di tutte, grazie ai suoi cloni migliorativi", commenta il tecnico del Laimburg. Terzo gradino del podio spetta invece alle mele del gruppo Jonagold (10% del totale).


La produzione melicola europea nel 2014 divisa per varietà. Clicca qui per consultare il grafico ingrandito (Rielaborazione FreshPlaza su dati Prognosfruit 2015 presentati al convegno di Sondrio).

Questa situazione fotografa una media europea; da paese a paese le tendenze variano, anche molto.

Partiamo dalla Polonia, che in fatto di mele ha bisogno di poche presentazioni. Qui la produzione è in crescita dal 2000, escludendo il crollo del 2007; la produzione di quest'anno dovrà fare i conti con importanti gelate. Qui "il 50% della produzione va alla trasformazione industriale – spiega Guerra – e, in termini di varietà coltivate, non sono un paese molto moderno", tant'è che il 20% della produzione viene da Idared, il 14% da Jonagold, l'11% da Sampion e un altro 28% da varietà minor; inoltre, i vivai polacchi hanno una capacità produttiva i 8 milioni di astoni, contro i 16 milioni dell'Italia. "Ora – riprende Guerra - stanno iniziando a piantare Gala e Red Delicious".


Un momento dell'intervento di Guerra.

In Francia, invece, la superficie coltivata a meleti è diminuita del 24% in 10 anni, a fronte però di una produzione che è rimasta stabile. "Stanno aumentando molto nella produzione di mele biologiche – spiega Guerra – avvicinandosi al 10%. Mele di questo tipo in Francia si vendono bene, forti del binomio "bio" e "by france" (prodotto in Francia). Al pari di altri paesi, poi, stanno piantando Gala".

In Germania sono coltivati a mele circa 30mila ettari, con la Elstar che va forte. Per il futuro si stima che diminuiranno le produzioni di Jonagold e Jonagored, mentre aumenteranno quelle di Red Jonaprince, mela che come suggerisce il nome è appunto rossa: "Il consumatore tedesco gradisce una mela rossa, anzi molto rossa", spiega il tecnico del Laimburg. Inoltre, riprende, "in Germania il sistema cooperativo non è così sviluppato come in Italia; si preferiscono le vendite dirette e ci sono difficoltà a produrre varietà club. Nonostante ciò, un terzo delle Kanzi® (mele appunto club) sono coltivate in Germania".

La Spagna, alias il sesto maggiore produttore di mele in Europa (505mila tonnellate), "da tempo sta sostituendo il melo con il pesco. Si è passati da 35mila ettari coltivati a 30mila. Come varietà, c'è interesse per i nuovi cloni di Gala, oltre che per Pink Lady® e Inored Story®, che colora bene anche in zone non vocate".


Parte del pubblico al convegno di Sondrio.

Anche nei Paesi Bassi la melicoltura sta progressivamente lasciando il posto a un'altra coltura, in questo caso il pero, che nel 2013 ha superato il melo. Inoltre dal 2000 a oggi "il numero di produttori è passato da 3mila a 2mila, con un aumento degli ettari medi a produttore. Inoltre il 15% degli ettari coltivati a melo sono destinate a varietà innovative: gli olandesi credono molto nell'innovazione varietale", complice anche il fatto che nei Paesi Bassi la Gala non è coltivabile a causa di fitopatie. Nel paese si contano 565 ettari di Kanzi®, 460 di Jumani®, 170 di Rubens®, 140 di Lola®, 100 di Wellant®.

Infine la Svizzera e la Lituania. La prima "ha quasi abbandonato la Golden Delicious – spiega Guerra – il mercato è molto chiuso, con lotte tra i commerciali che si specializzano in singole varietà. Hanno in coltivazione quasi tutte le varietà club, ce ne sono talmente tante che si sfiora l'esagerazione". Il secondo paese, invece, "è emblematico di quanto avviene in tutto l'Est Europa (Romania, Ungheria, Lettonia, etc...): "Hanno tante varietà quante se ne contavano in Italia agli inizi del Novecento – conclude Guerra – tutto il rispetto per la diversità varietale, ma il mercato è suscettibile a questi eccessi", leggasi che il troppo stroppia. Inoltre, per la maggior parte si tratta di varietà locali come Auksis, Ligol, Delikates, e così via.