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Lo spettro della carestia rischia di diventare globale

La Corea del Nord alle prese con la peggiore siccita' degli ultimi 100 anni

"Mobilitiamo le masse e combattiamo con tutte le nostre forze contro la siccità", recita uno degli ultimi slogan della propaganda di Pyongyang (Corea del Nord). Stavolta i toni da 'chiamata alle armi' del regime di Kim Jong-un non si alzano contro una qualche potenza straniera o i dissidenti interni, ma contro... il cielo, perché la Corea del Nord è stata colpita dalla peggiore siccità dell'ultimo secolo, complice l'assenza di piogge: quest'anno il tasso di piovosità registrato è stato infatti il più basso degli ultimi 30 anni.

A causa della mancanza d'acqua, la produzione delle risaie - che richiedono di essere sommerse - risulta in ritardo. Senza acqua a sufficienza non si può seminare e il raccolto di primavera è stato danneggiato. Si registrano anche molti danni alle colture di patate, orzo e grano. Il rischio è quindi quello di una carenza di cibo in un paese dove, secondo le Nazioni Unite, quasi un bambino su tre, sotto i 5 anni, è denutrito.

Un bollettino del GIEWS - Global Information and Early Warning System della FAO, lanciato ieri riporta che "servono urgentemente piogge per evitare un calo significativo nella produzione 2015 di cereali e un peggioramento della situazione di sicurezza alimentare".


Risaie in Nord Corea. A causa della siccità, le semine del periodo sono in ritardo.

Non si tratterebbe della prima emergenza alimentare del paese: periodicamente l'agricoltura nordcoreana viene messa in difficoltà dalla siccità e dalle inondazioni estive, ma nel tempo la nazione ha imparato a limitare i danni aggiornando i metodi di coltivazione e passando, in tempi recenti, a colture diverse dal riso; ma quest'anno la situazione potrebbe essere molto più preoccupante, perché per riconvertire le produzioni serve tempo, da misurare in anni.

Inoltre, dalla pesante carestia del 1990, la Corea del Nord dipende molto dagli aiuti internazionali, che però si sono fortemente ridotti nel tempo a causa, da un lato, dei pesanti controlli che il regime impone sugli operatori umanitari e, dall'altro, della riluttanza dello stesso regime a un controllo da parte delle Nazioni Unite sulla distribuzione alimentare. Nel 2004, i finanziamenti dell'ONU ammontavano a 300 milioni di dollari, l'anno scorso erano scesi a 50 milioni di dollari, mentre per quest'anno le Nazioni Unite hanno chiesto di destinare al paese 111 milioni di dollari in aiuti umanitari, una cifra comunque considerata sottodimensionata.


Un'azienda agricola in Corea del Nord. Vista la siccità, esiste il concreto rischio di una nuova carestia alimentare in un paese dove un bimbo su tre è denutrito

Dal regime intanto è partita una campagna per incoraggiare i nordcoreani ad aiutare le aziende colpite, mentre si stanno usando pompe alimentate a gasolio per portare l'acqua disponibile nei campi; inoltre ci sono segnalazioni che i proprietari delle aziende agricole stanno ricevendo informazioni e formazione ad hoc su tecniche per piantare il riso 'a secco' e sul come risparmiare e conservare l'acqua.

La siccità non sta impattando solo sull'agricoltura e sulla produzione del cibo, perché la nazione basa gran parte della propria fornitura di energia elettrica proprio sull'idroelettrico e siccità e carenze di precipitazioni stanno avendo serie ripercussioni anche in questo settore, in una nazione che già in anni normali soffre di carenze croniche di energia elettrica.




La situazione in Corea del Nord fa il paio con quella che si sta registrando anche negli Stati Uniti, e più precisamente in California, dove pure si sta registrando una siccità record. Qui la carenza di acqua si protrae ormai da più di 3 anni, tanto che secondo stime della NASA (cfr. FreshPlaza del 18/12/2014) per far sì che una delle principali zone agricole degli States possa riprendersi servirebbero qualcosa come 42mila miliardi di litri d'acqua, alias 42 miliardi di metri cubi, alias una volta e mezzo la più grande riserva idrica di tutti gli Stati Uniti.

Solo l'anno scorso (cfr. FreshPlaza del 12/05/2015) si sono contati nella California meridionale e sulle montagne della Sierra Nevada meridionale 12 milioni di alberi morti per la carenza d'acqua. A questi vanno aggiunti 10 milioni di alberi ormai irrimediabilmente secchi e sparsi su quasi tutti i 2 milioni di ettari della Sierra Nevada meridionale.

E chi pensa che il rischio di una carestia alimentare in Corea del Nord e la siccità in California siano limitati a queste aree, potrebbe cadere in errore. Secondo uno studio di Lloyd's, la compagnia internazionale di assicurazioni, fenomeni come l'impatto di El Nino, la ruggine sul frumento russo e l'aumento delle temperature in Sud America potrebbero portare a sconvolgimenti alimentari a livello globale. Il rischio è di un aumento anche di quattro volte del prezzo dei generi alimentari su cui si basa praticamente tutta la dieta mondiale: grano, mais, soia e riso. Se questo dovesse verificarsi - secondo lo studio - il mercato azionario statunitense potrebbe crollare del 5%, quello europeo del 10%, mentre in Medio Oriente, America Latina e Nord Africa potrebbero scoppiare rivolte proprio per il cibo.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte www.trust.org e fonti varie