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Adesioni al progetto di maxi aggregazione entro giovedi 16 aprile

"Luca Granata: "Verso una grande produzione organizzata delle pere"

"Tra il dire e il fare c'è il cominciare". Così ha esordito Luca Granata, durante l'incontro con le aziende agricole di Agrinsieme organizzato ieri 12 aprile 2015 al Teatro Verdi di Bomporto, in provincia di Modena.

Perché sembra che la ricetta per risollevare la pericoltura emiliano-romagnola fosse chiara a tutti ma solo ora, con l'esperienza di un grande manager dell'ortofrutta, si possa passare dalle parole ai fatti. O almeno cominciare, appunto.



E delle 18 slide che Granata aveva preparato per illustrare l'idea portata avanti insieme ad Apo Conerpo non c'è stato neppure bisogno. Tutto è ruotato attorno a pochi concetti, esposti con grande chiarezza in un'ora e mezzo di conversazione con i produttori agricoli del Modenese e non solo.

Un prodotto di massa come la pera, con un indice di penetrazione del 90%, presenta un vantaggio enorme: la probabilità che venga consumato a lungo negli anni è altissima. Con uno svantaggio, rappresentato dalla ridotta marginalità. Quali sono le aspettative realistiche, allora, per evitare delusioni? L'obiettivo, non banale, che la "new company" guidata per i prossimi tre anni da Luca Granata si prefigge, è una profittabilità del 10%. "Generare, sin dalla prima campagna 2015/16, benefici economici per gli agricoltori soci superiori a quelli di chi non partecipa", ha detto il manager.

Ma in che modo? Innanzitutto concentrando l'offerta e con una gestione centralizzata di tutta la filiera per il maggior quantitativo possibile di pere. "E' la prima opportunità da cogliere - ha spiegato Granata - Basta che un numero esiguo di produttori, concentrati in tre province di una regione, decida di farlo. Basterebbe delegare la vendita a una sola invece che a due realtà o, peggio, a duecento. E, finché sul mercato ci saranno innumerevoli venditori, guadagneranno tutti con le vostre pere tranne voi. Ai fornitori di mezzi tecnici non interessa che vi aggreghiate. Neanche i venditori delle vostre pere o chi le compra hanno interesse che vi aggreghiate. L'interesse è solo vostro, dunque non aspettatevi che qualcuno decida per voi".

In secondo luogo, occorre eliminare la concorrenza interna tra i soci, e il conseguente e probabile incremento del prezzo di cessione a parità di altre condizioni, e sviluppare in modo strategico l'export, visto che i consumi interni non possono aumentare più di tanto. Oltre a sviluppare i ricavi, vanno tenuti sotto controllo i costi di gestione, attraverso la creazione di tutte le possibili sinergie. Un esempio per tutti: gestire stabilimenti snelli e dinamici, quindi con coefficienti di utilizzo elevati. E pertanto movimentando grandi quantità di prodotto.



"Dopodiché - ha aggiunto Granata - si può pensare anche alla creazione di valore aggiunto tramite politiche di marca e progetti specifici. Ma è l'ultimo step; prima vengono i fondamentali: vendere meglio e comprare bene".

Seconda slide: unire le forze con chi ha promosso questo concetto. "Le principali cooperative del Gruppo Apo Conerpo - ha continuato Granata - hanno capito che il loro modello di business non è sufficiente a generare profitto, come non lo è quello dei commercianti e delle singole aziende. Una delle novità di questa idea, infatti, si basa sulla cross contamination, non c'è un unico modello valido. L'unica cosa importante è la produzione di pere: sono tutti benvenuti, basta che lavorino insieme. Quindi bisogna capire che, se ognuno sta da solo, non si fa niente e che serve passare dall'io al noi. E fare tutti un passo indietro come singole aziende per provare a farne insieme dieci in avanti".

Insomma, si tratta di far convergere tutta la produzione di pere - di tutte le varietà, pezzature e destinazioni - gestita dai potenziali agricoltori soci. Che sono le Organizzazioni di produttori riconosciute per le pere, le cooperative o strutture aggregate aderenti alle stesse Op, i produttori singoli, le cooperative di produttori e le strutture aggregate di produttori non aderenti alle Op che dispongano di un conferimento pari ad almeno 50 ettari di pere.

Come si aderisce
Tre le strade maestre per aderire, mostrate da Granata nell'ultima slide della sua presentazione. La prima modalità: chi è già all'interno di una cooperativa, o tradizionalmente fornitore di un commerciante, non deve far altro che accertarsi che la propria struttura di riferimento entri a far parte del progetto.



Altrimenti, con l'aiuto delle associazioni professionali, le aziende medio-piccole possono costituire un'Associazione temporanea di imprese o, come terza possibilità, farsi soci direttamente, sempre se in possesso di almeno 50 ettari destinati a pero. La scadenza per aderire al progetto è fissata per giovedì 16 aprile. Dopodiché questa idea di business sarà convertita in un dettagliatissimo piano esecutivo.

"Pensate in grande perché, come diceva Walt Disney: se lo puoi immaginare, lo puoi fare. E - ha osservato Granata - se potete immaginare di diventare uno solo, lo potete fare. Voi agricoltori avete una enorme opportunità: l'80% del gross domestic product (il prodotto interno lordo, NdA) è concentrato nel 20% delle terre emerse. In questa zona, gli addetti all'agricoltura sono il 3,7%. Vale a dire, il 3,7% detiene l'oligopolio dell'unico bene indispensabile per la vita, disponibile in quantità limitata. Se fosse organizzato, potrebbe avere un potere economico devastante ma, nella realtà dei fatti, si spende solo il 20% per il cibo e l'80% per ciò che non è necessario". Per questo, poi, Granata ha concluso parafrasando un'altra celebre frase: "Agricoltori di tutto il mondo unitevi e il mondo sarà vostro". Se ne parlerà dopo il 16 di aprile.