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A cura dei ricercatori del CRA-ACM

Perche' le arance rosse non sono sempre rosse

Il gruppo varietale dell'arancio rosso si distingue dal biondo per la presenza degli antociani, pigmenti idrosolubili appartenenti alla famiglia dei flavonoidi, che conferiscono il colore rosso alla buccia e/o alla polpa. La pigmentazione a carico degli antociani è sotto controllo genetico e si definisce a espressività variabile, in quanto è anche dipendente dall'escursione termica tra il calore delle ore diurne, necessario per la piena maturazione del frutto, e il freddo delle ore notturne.

Questo limita fortemente la possibilità che il mercato possa garantire con regolarità una produzione di frutti con un livello elevato e costante di pigmentazione. La stretta dipendenza dalle basse temperature è anche il motivo per cui, nelle aree tropicali di coltivazione (come Brasile e Florida), il livello di pigmentazione dell'arancia rossa rimane debole e insignificante.

Uno studio comparativo basato sulle sequenze geniche conservate in specie modello caratterizzate dalla presenza di antociani, ha permesso di isolare nell'arancio il gene regolatore, al quale è stato attribuito il nome "Ruby". L'analisi di Ruby nell'arancio rosso e biondo ha mostrato una completa identità nella struttura e sequenza del gene. Una differenza fondamentale è stata invece identificata esclusivamente nei genotipi pigmentati, in cui, a monte di Ruby, è presente una porzione di un retrotrasposone attivo (Tcs1) denominato 3'LTR, necessaria per l'attivazione del gene stesso. 3'LTR rappresenta quindi un marcatore molecolare per la pigmentazione antocianica nella polpa dell'arancio e dei suoi ibridi.

Un esperimento di frigoconservazione ha consentito di verificare l'attivazione del gene Ruby sotto l'effetto delle basse temperature. Nella polpa dei frutti di Moro nucellare, Tarocco TDV, Tarocco Gallo, Tarocco Meli, Tarocco Scirè, Tarocco Tapi, Tarocco Sciara, Tarocco Lempso, Ota9, è stata valutata l'espressione di Ruby prima e dopo il trattamento (4°C per 30 giorni). I dati hanno indicato che il processo di frigoconservazione determina una forte induzione dell'espressione di Ruby, confermando l'importanza delle basse temperature per l'attivazione della sintesi degli antociani.

Pertanto va precisato che Ruby e la sequenza a monte sono responsabili della presenza/assenza della pigmentazione antocianica, mentre la quantità di pigmento accumulato dipende da meccanismi genetici o epigenetici non ancora individuati, che contribuiscono insieme alle condizioni ambientali a incrementare la variabilità dell'espressione antocianica della buccia e della polpa. Inoltre l'analisi fenotipica del germoplasma pigmentato lascia presupporre che i meccanismi genetici alla base della pigmentazione della buccia e della polpa siano differenti. Per cui è frequente, a seconda della cultivar, poter osservare livelli di anticiani molto diversi e più elevati nella buccia o nella polpa. Va però precisato che la presenza anche di poche vescicole pigmentate nella polpa è certamente un elemento sufficiente a consentire l'attribuzione di un frutto al gruppo varietale pigmentato. Va infine ricordato che frequentemente frutti raccolti dalla stessa pianta presentano un diverso contenuto nella pigmentazione perché influenzati da posizione (interna o esterna alla pianta), esposizione, fioritura.


Clicca qui per un ingrandimento della foto.

Nelle foto allegata qui sopra, il lettore potrà osservare frutti di diverse selezioni di Sanguinello prelevate nello stesso periodo ed appezzamento, in cui si riscontra una notevole variabilità del colore rosso nella buccia e/o nella polpa.

I Ricercatori di CRA-ACM
Centro di Ricerca per l'Agrumicoltura e le Colture Mediterranee

Giuseppe Russo, Marco Caruso, Concetta Licciardello, Paola Caruso, Giuseppe Reforgiato Recupero
Corso Savoia, 190
95024 Acireale (CT), Italy
Tel.: +390957653120
Fax: +390957653113
Email: breedcitr@mail.gte.it
Data di pubblicazione: