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Melone: un catasto delle superfici e' impossibile, ma le tendenze sono chiare

"Pensare di realizzare un catasto delle superfici effettive coltivate a melone in Italia è praticamente impossibile. Vale però la pena guardare alle tendenze e dunque ai parametri in base ai quali il settore potrebbe lavorare congiuntamente". Così Luciano Trentini, intervenendo ieri al primo incontro pubblico del Comitato Melone (cfr. articolo correlato) ha introdotto la disamina dei principali dati statistici riguardanti questa coltura.

Le superfici italiane sono rimaste abbastanza stabili nel corso degli ultimi 4 anni, dal 2010 al 2013, e si può ragionevolmente stimare (depurando il dato dai doppi cicli di produzione in serra) che si attestino intorno ai 20-22mila ettari, per un raccolto intorno alle 600mila tonnellate.


Superfici e produzioni in Italia. Clicca qui per consultare il grafico ingrandito (Fonte Luciano Trentini - Ortofrutta Italia, elaborazione CSO su dati Istat)

Non si registrano nel corso del tempo variazioni nella proporzione tra le superfici coltivate in campo aperto, pieno campo e piccolo tunnel, e quelle in serra; dal 2008 al 2013, l'88% delle superfici di melone sono da pieno campo e il 12% sotto serra. Nelle produzioni in campo aperto, gli ettari coltivati sotto piccolo tunnel sono in aumento, a scapito del pieno campo. Gli ultimi dati (2013) spiegano che se il 12% degli ettari a melone sono sotto serra, il 43% è in pieno campo e il 45% è sotto piccolo tunnel.

In termini geografici, la prima regione italiana per la coltivazione dei meloni in pieno campo (dati 2013) è la Sicilia, che da sola copre il 40% del totale nazionale. Segue la Lombardia (12%), mentre Veneto, Puglia, Emilia Romagna, Lazio e Sardegna hanno superfici comprese tra il 7% e il 5,7% del totale. Queste 7 regioni rappresentano da sole poco più dell'80% della superficie nazionale coltivata a melone. Dal 2008 al 2013 tutte le regioni italiane hanno visto un calo nelle superfici coltivate, ad eccezione della Lombardia e della Sardegna


Gli ettari coltivati in pieno campo a melone nel 2013 divisi per regione (Rielaborazione FreshPlaza su dati Istat)

Diverso il quadro nazionale considerano solo le coltivazioni sotto serra: il primato passa alla Lombardia, che dal 2008 al 2013 ha aumentato la sua quota di 6 punti percentuali, passando dal 21% al 27%. Segue il Lazio che in 6 stagioni ha guadagnato 5 punti percentuali e 2 posizioni. Cresce lievemente anche la Campania, nel 2013 terza regione italiana per ettari sotto serra, mentre da registrare c'è il crollo del Veneto: nel 2008 deteneva a pari merito con la Lombardia il primato, con il 21%, ma lasciando sul campo 8 punti percentuali nel 2013 è diventata la quarta regione produttiva per ettari, con il 13% del totale nazionale.


L'evoluzione delle superfici sotto serra coltivate a melone, in giallo il dato del 2008, in azzurro quello del 2013. Clicca qui per consultare il grafico ingrandito (Fonte Luciano Trentini - Ortofrutta Italia, elaborazione CSO su dati Istat)

Le esportazioni
Producendo più meloni di quanti se ne consumino sul mercato interno, l'Italia esporta una quota di produzione; purtroppo ancora assai limitata sul totale commercializzato. Pur se con numeri assoluti non rilevanti rispetto ai principali competitor, dal 2009 al 2013 le esportazioni italiane di melone risultano in costante aumento in termini di volume: 25.634 tonnellate nel 2013 (+8% rispetto al 2012), contro le 18.488 tonnellate del 2009.

Anche in termini di valore il dato 2013 è in aumento, se confrontato con le due stagioni passate. Nel 2013 si sono di poco superati i 17 milioni di euro (+12% rispetto all'anno precedente) e il prezzo medio si è attestato su 67 centesimi di euro al chilo, dato lontano dagli 86 centesimi/chilo del 2010, dai 72 del 2011 e dai 77 e 76 rispettivamente del 2008 e 2009 (ma in queste due annate aveva pesato il ridotto volume esportato, intorno o sotto le 20mila tonnellate).


L'andamento delle esportazioni in termini di volumi, valore e prezzo medio, dal 2008 al 2013. Clicca qui per consultare il grafico ingrandito (Fonte Luciano Trentini - Ortofrutta Italia, elaborazione CSO su dati Istat)

Le destinazioni principali sono paesi vicini all'Italia, a partire dalla Germania, che da sola assorbe un quarto delle nostre esportazioni di meloni. Seguono la Repubblica Ceca, che nel 2013 è diventata la seconda meta, l'Austria e la Svizzera. Nel 2013 queste 4 destinazioni hanno rappresentato il 70% dell'export italiano. Sono tutte destinazioni geograficamente vicine all'Italia, per via della breve shelf-life del prodotto.


Le destinazioni dell'export italiano di melone nel 2013 (Rielaborazione FreshPlaza su dati Istat)

Se è vero che le esportazioni italiane di melone sono concentrate prevalentemente nel trimestre giugno-agosto (75% del totale), è altrettanto vero che cresce l'attività di re-esportazione, grazie all'importante fenomeno della destagionalizzazione dei consumi di melone, oggi prodotto richiesto un po' tutto l'anno.

Import
Le importazioni italiane di melone sono sostanzialmente stabili, oscillando su 30-35mila tonnellate. Da notare il prezzo medio all'importazione, cresciuto dell'11% dal 2012 al 2013, da 82 centesimi di euro al chilo a 91.


L'andamento delle importazioni in termini di volumi, valore e prezzo medio, dal 2008 al 2013. Clicca qui per consultare il grafico ingrandito (Fonte Luciano Trentini - Ortofrutta Italia, elaborazione CSO su dati Istat)

Tra i fornitori la parte del leone la fanno i Paesi Bassi (qui si parla prevalentemente di riesportazioni) e la Francia, sebbene in calo, la Spagna, il Brasile e la Costa Rica. Per i meloni importati da fuori continente si tratta di prodotti controstagionali: tra novembre e febbraio dal Brasile, tra febbraio e aprile dal Costa Rica, tra marzo e aprile/maggio dall'Africa. Nel periodo marzo-giugno si importa il 50% del totale.

Per quanto riguarda il continente africano, Luciano Trentini ha osservato che in prospettiva - dato l'aumento atteso della popolazione - potrebbe diventare un importatore netto di melone, aprendo nuove opportunità ai commerci per questo prodotto.

I consumi
Nel periodo 2008-2013 i consumi si può dire abbiano retto, con acquisti praticamente costanti e un prezzo stabile negli ultimi 4 anni.


L'andamento dei consumi di melone in Italia in termini di volume, valore e prezzo medio, dal 2008 al 2013. Clicca qui per consultare il grafico ingrandito (Fonte Luciano Trentini - Ortofrutta Italia, elaborazione CSO su dati Istat)

La penetrazione del melone presso le famiglie acquirenti italiane è ancora ferma all'87% (con consumi medi annui di 8,8 kg l'anno), dunque con ampi margini di crescita. Per conquistare ulteriori consensi, però, il melone italiano ha bisogno di una strategia di gruppo per la costruzione di un marchio forte, in grado di effettuare iniziative di promozione in Italia e all'estero.